Matera, 4 arresti per metodo mafioso

Nel corso della mattinata odierna, a seguito di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di questa Procura della Repubblica e condotte dalla Polizia di Stato di Matera, è stata data esecuzione alla ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Potenza che ha disposto misure cautelari nei confronti di quattro soggetti, per il reato di danneggiamento di immobile aggravato dal c.d. “metodo mafioso” e dall’aver approfittato di circostanze di tempo e di luogo tali da ostacolare la pubblica o privata difesa.
Le misure sono state eseguite unitamente ad altrettante perquisizioni personali, veicolari e domiciliari dai poliziotti della squadra mobile.
Dai primi accertamenti risultava: che nella notte del 29 ottobre 2020, veniva appiccato il fuoco alla vetrata esterna di un’Agenzia Funebre nel centro di Matera, utilizzando del liquido infiammabile ed allontanandosi subito dopo; che a seguito dell’incendio risultavano danneggiate dalle fiamme la vetrata esterna dell’Agenzia, parte dell’ingresso e la facciata del palazzo; che le fiamme avevano lambito le finestre dell’abitazione posta al primo piano dell’immobile, al cui interno fortunatamente non vi era nessuno, ed avevano interessato la sede stradale, ove solo grazie alla prontezza degli automobilisti di passaggio non si erano registrati ulteriori danni a cose o persone.
Nell’immediatezza dei fatti personale della Squadra Mobile di Matera individuava l’autovettura usata dagli autori dell’incendio e risaliva al proprietario, residente a Santeramo in Colle (BA).
L’immediata perquisizione domiciliare e veicolare, effettuata alle ore 06.00 del giorno 29.10.2020, consentiva di sequestrare il tappetino dell’abitacolo dell’autovettura, imbevuto di benzina verosimilmente contenuta nella tanica utilizzata dagli autori dell’incendio.
Successivamente, l’analisi delle immagini di molte telecamere, sia pubbliche che private posizionate in Matera, Santeramo in Colle ed Altamura (BA), l’escussione di numerose persone informate sui fatti, le acquisizioni documentali presso il Comune di Matera e l’analisi della situazione patrimoniale delle Agenzie Funebri coinvolte nella vicenda, consentivano, a livello di gravità indiziaria, sia l’individuazione degli autori materiali dell’incendio, sia del mandante, membro di una famiglia che gestisce un’Agenzia funebre concorrente a quella della vittima, sempre avente sede in Matera. Veniva inoltre individuato il probabile movente del reato, da ricercare nella volontà di colpire con una modalità tipicamente mafiosa un’impresa concorrente, in grado di fornire dei servizi funebri con un miglior rapporto qualità/prezzo. Tale movente si rifletteva nelle modalità utilizzati dagli autori del fatto, finalizzate a mandare un chiaro messaggio intimidatorio alla persona offesa, sulla falsariga di quanto avvenuto nel recente passato al altri imprenditori materani (a Matera fino ad un recente passato: nel centro cittadino furono dieci gli attentati incendiari ad altrettante attività commerciali tra il 2015 ed il 2016) per determinarne assoggettamento e omertà.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato

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