Blitz antipedofilia della Polizia Postale in 16 città

fonte Ministero dell’Interno

Perquisite abitazioni, sequestrati computer, anche minori tra i venti indagati

Tra la ventina di indagati quali presunti pedofili ci sono anche minorenni, non solo adulti. Un’inchiesta coordinata dalla Procura distrettuale della Repubblica e dalla Procura per i minorenni di Catania fa luce sull’inquietante ramificazione della pornografia minorile, portando all’alba di oggi a una serie di perquisizioni domiciliari eseguite in sedici città italiane dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni.

Le città interessate dalle perquisizioni sono state: Catania, Siracusa, Ragusa, Palermo, Caltanissetta, Reggio Calabria, Potenza, Avellino, Roma, Reggio Emilia, Lucca, Milano, Torino, Cuneo, Treviso e Venezia.

​Indagati maggiorenni e minorenni, e sequestrati i computer, in un’operazione che segnala l’abbassamento d’età degli ‘orchi del web’.

Lucca, due operazioni contro lo spaccio e la prostituzione

fonte Ministero dell’Interno

Lemshi”, ‘intricato’ nella lingua albanese, è stata denominata l’operazione contro lo spaccio e lo sfruttamento della prostituzione condotta dai Carabinieri della Compagnia di Viareggio sotto la regia del comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri di Lucca e che ha portato alla denuncia all’Autorità giudiziaria 30 persone, di cui 21 di nazionalità straniera. Gli indagati sono ritenuti responsabili di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti col sequestro di cocaina, hashish, marijuana, eroina e 32.000 euro in contanti. Una seconda operazione, portata a termine ieri, ha consentito l’arresto di 13 persone di cui 7 di nazionalità straniera, delle 30 denunciate più 2 arrestate in flagranza di reato, tutte ritenute responsabili di produzione, traffico e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, nonché di sfruttamento della prostituzione.

Le due operazioni nascono nell’ambito della pianificazione di servizi di prevenzione e contrasto adottata in seno al Comitato Provinciale per l’Ordine e Sicurezza Pubblica, presieduto dal prefetto di Lucca, Giovanna Cagliostro.

Operazione Underboss: estradato in Italia Francesco Palmeri

fonte Polizia di Stato

Si è chiusa, con l’estradizione in Italia di Francesco Palmeri, l’operazioneUnderboss” portata a termine dalla questura di Matera e dal Servizio centrale operativo.

Nel dicembre scorso erano state arrestate otto persone legate alla “famiglia” newyorkese dei Gambino. Tra queste persone, a New York, fu bloccato Francesco Palmeri, “underboss” della famiglia; in pratica il numero tre del clan. In particolare Palmeri, soprannominato “Ciccio l’americano”, è accusato di esser venuto in Italia e di aver minacciato, a Matera, un imprenditore che avrebbe dovuto restituire alla “famiglia” un vecchio prestito ormai arrivato a circa un milione di euro.

Per intimorire maggiormente l’imprenditore Palmeri si era fatto spalleggiare da alcuni pregiudicati legati alla malavita campana.

Operazione sicurezza a Milano, controlli e sgomberi della polizia contro antagonisti e NoExpo

Una serie di controlli e perquisizioni sono state fatte stamane, da parte della Digos, nella periferia Ovest di Milano. Secondo quanto si è appreso, i controlli e le indagini si starebbero concentrando nel quartiere Lorenteggio.

Si tratterebbe di azioni preventive nell’ambito dell’ordine pubblico. Una manifestazione di protesta è in corso, a Milano, nei dintorni di via Odazio, nel quartiere Lorenteggio. Si tratta di un corteo estemporaneo organizzato da gruppi dei comitati contro gli sgomberi e dell’area antagonista, alcune decine di persone, che protestano contro le perquisizioni e le indagini in corso da parte della polizia in alcuni stabili adiacenti. L’azione è monitorata da numerosi agenti in tenuta antisommossa.

Le perquisizioni di stamani della Digos di Milano avrebbero riguardato anche alcuni giovani legati ai Comitati ‘no Expò e l’attività investigativa sarebbe stata effettuata alla ricerca anche di armi, secondo quanto si è saputo in merito al blitz delle forze dell’ordine da fonti legali.

Gli agenti della Digos si sono presentati stamattina verso le 06,30 in alcune case occupate in via Apuli nel quartiere Giambellino e, sempre da quanto si è appreso da fonti difensive, hanno effettuato una serie di perquisizioni senza un decreto firmato dagli inquirenti, come è possibile fare in base al testo unico di pubblica sicurezza.

Le perquisizioni, secondo le difese, avrebbero dato esiti negativi, ma alcune persone sono state denunciate per occupazione abusiva e alcuni stranieri sarebbero stati portati in questura per essere identificati.

 

fonte Il Messaggero

Detenuto picchiato in carcere, indagato un agente di polizia penitenziaria

Genova – È stato indagato per lesioni personali l’agente di polizia penitenziaria denunciato da un detenuto del carcere di Marassi che lo ha accusato di averlo picchiato con un manganello.

L’agente avrebbe in un primo momento raccontato che la vittima, un genovese di 30 anni, si era fatto male cadendo dalle scale ma dopo la denuncia del detenuto, invece, avrebbe modificato la sua testimonianza affermando di essere stato aggredito e di essere rimasto coinvolto in una colluttazione nel corso della quale non avrebbe però usato il manganello.

Il detenuto è stato sottoposto a perizia medico legale che ha riscontrato lesioni compatibili con l’uso del manganello, arma che può essere usata solo con il permesso del direttore del carcere o del comandante della Penitenziaria e viene custodito in armeria. Per questo, stamattina la polizia giudiziaria, delegata nelle indagini, ha effettuato una serie di perquisizioni per verificare se vi siano stati degli accessi non autorizzati nell’armeria. Il detenuto ha raccontato di essere stato aggredito e di esser stato visitato anche da personale medico della struttura penitenziaria che però, secondo quanto appreso, non avrebbe denunciato l’accaduto.

fonte Il Secolo XIX

Al Qaida, 10 arresti in Italia: kamikaze pronti a colpire in Vaticano

Sono dieci le persone arrestate tra ieri e oggi nell’ambito della maxi operazione della Polizia contro il terrorismo a fronte di 18 ordinanze di custodia cautelare firmate. Le accuse, a vario titolo, sono di strage, associazione a delinquere con finalità di terrorismo e di immigrazione clandestina con soggiorno e permanenza sul territorio nazionale di cittadini pakistani e afghani.

In carcere è finito Sultan Wali Khan, 39 anni, considerato il capo della comunità pakistana a Olbia, promotore della moschea, titolare di un bazar in città. È considerato dagli investigatori uno dei vertici della cellula terroristica ramificata in Sardegna. Avrebbe recuperato i fondi per i gruppi terroristici, grazie a collette tra le comunità islamiche del nord dell’Isola, ufficialmente destinate a scopi umanitari. Un ruolo analogo ma più specifico in chiave di ideologo e indottrinatore, veniva svolto, sempre secondo gli inquirenti, dall’Imam di Bergamo, Hafiz Muahammad Zulkifal, 43 anni, anche lui arrestato oggi.

I due avevano costanti collegamenti per trasferire le somme di denaro a tutti gli affiliati. Gli altri finiti in manette sono Imitias Khan, 40 anni, Niaz Mir, di 41, e Siddique Muhammad, di 37, tutti pakistani rintracciati a Olbia; Yahya Khan Ridi, afghano, 37enne, arrestato a Foggia; Haq Zaher Ui, 52 anni, catturato a Sora (Frosinone); Zuabair Shah, di 37, e Sher Ghani, di 57, pakistani bloccati a Civitanova Marche (Macerata). Gli altri nove sono attualmente ricercati, tre sarebbero ancora in Italia i restanti, invece, avrebbero già lasciato il territorio nazionale.

La Polizia di Stato di Macerata ha arrestato nel pomeriggio il decimo componente dell’organizzazione terroristica islamista: l’uomo, un 46enne pakistano, è stato fermato all’interno di uno stabile di Porto Recanati, dove da tempo vivono numerose persone di diversa etnia. Si tratta del terzo arresto di un pachistano eseguito oggi nelle Marche nell’ambito dell’inchiesta sarda.

Dalle conversazioni intercettate tra i componenti della cellula di Al Qaida che ha operato in Sardegna è emersa la presenza in Italia di un kamikaze e l’ipotesi che si progettasse un attentato in Vaticano. Secondo quanto reso noto dal procuratore Mauro Mura, l’ipotesi di progetto di attentato in Vaticano risalirebbe al marzo del 2010, durante la permanenza in Italia del kamikaze pakistano.

«Da quel poco che si dice sembra una ipotesi del 2010 senza seguito. Quindi la cosa non è oggi rilevante e non è motivo di particolari preoccupazioni». È quanto dice il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, sulle ipotesi di progetto di attentato in Vaticano (che quest’anno celebrerà il giubileo) riferite dalla procura di Cagliari, minimizzando le dichiarazioni della procura. Una dichiarazione a cui si è aggiunta quella del segretario di Stato vaticano, Parolin: «Siamo tutti esposti e abbiamo tutti paura ma il Papa è molto tranquillo in questo, basta vedere come incontra le persone con grande lucidità e serenità». «Il timore più grande – ha aggiunto Parolin – è quello che possano essere coinvolte persone innocenti in attentati. Non mi sembra però di percepire in Vaticano una preoccupazione esagerata, certo bisogna stare attenti».

La base operativa del network terroristico si trovava in Sardegna. L’indagine, diretta dalla Procura Distrettuale di Cagliari e coordinata dal Servizio Centrale Antiterrorismo (S.C.A.) della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, sta coinvolgendo le Digos di sette province italiane. Dall’indagine della Digos di Sassari, che ha permesso di sgominare il network fondamentalista, sono emerse intercettazioni dalle quali risulta che due membri dell’organizzazione hanno fatto parte della rete di fiancheggiatori che in Pakistan proteggevano lo sceicco Osama Bin Laden.

In particolare, la polizia sta eseguendo 18 ordinanze di custodia cautelare nei confronti appunto di appartenenti ad un’organizzazione dedita ad attività criminali transazionali, che si ispirava ad Al Qaeda e alle altre formazioni di matrice radicale sposando la lotta armata contro l’Occidente e il progetto di insurrezione contro l’attuale governo in Pakistan.

La strategia degli atti terroristici compiuti era quella di intimidire la popolazione locale e di costringere il governo pakistano a rinunciare al contrasto alle milizie talebane e al sostegno delle forze militari americane in Afghanistan. Gli investigatori hanno riscontrato che alcuni degli indagati sono responsabili di numerosi e sanguinari atti di terrorismo e sabotaggio in Pakistan compresa la strage nel mercato cittadino Meena Bazar in Peshawar il 28/10/2009, dove un’esplosione uccise più di cento persone.

L’attività investigativa della Polizia di Stato ha permesso di riscontrare come l’organizzazione provvedeva ad alimentare la rete criminale destinando una parte del proprio impegno al fenomeno dell’introduzione illegale sul territorio nazionale di cittadini pakistani o afghani che in taluni casi venivano anche destinati verso alcuni paesi del nord Europa.

Per eludere la normativa che disciplina l’ingresso o la permanenza sul territorio nazionale di cittadini extracomunitari, gli indagati utilizzavano sistemi semplici e collaudati. In alcuni casi facevano ricorso a contratti di lavoro con imprenditori compiacenti in modo da poter ottenere i visti di ingresso. In altri casi percorrevano la via dell’asilo politico facendo passare gli interessati, attraverso documenti falsi e attestazioni fraudolente, per vittime di persecuzioni etniche o religiose.

L’organizzazione forniva supporto logistico e finanziario ai clandestini, assicurando loro: patrocinio verso i competenti uffici immigrazione, istruzioni sulle dichiarazioni da rendere per ottenere l’asilo politico, apparecchi telefonici e sim, contatti personali. L’attività investigativa della Polizia di Stato ha permesso di riscontrare che l’organizzazione criminale aveva a disposizione armi in abbondanza e numerosi fedeli che erano disposti a compiere atti di terrorismo in Pakistan ed Afghanistan, per poi rientrare in Italia.

fonte Il Messaggero

Criminalità: catturati in Spagna due pericolosi latitanti

fonte Polizia di Stato

A conclusione di due indagini distinte gli investigatori del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (SCIP) della Direzione centrale della polizia criminale hanno riportato in Italia dalla Spagna, i due latitanti: Lucio Morrone e Carlo Leone.

Entrambi erano fuggiti in Spagna, colpiti da mandato di arresto europeo per il reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. I due sono stati individuati e arrestati in collaborazione con i Carabinieri di Napoli, l’uno nella località di Benalmadena, l’altro a San Pedro de Alcantara in Costa del Sol – Andalusia.

Il Morrone, capo del gruppo criminale “teste matte”, operante dai quartieri spagnoli di Napoli era stato già inserito dal 2013 nell’elenco dei latitanti pericolosi.

Il Leone, vicino al clan camorristico degli “Elia”, riforniva il mercato della droga campana e calabrese con merce proveniente dalla penisola iberica.

Torino: in manette la banda dello pneumatico

fonte Polizia di Stato

Derubavano borse e valigie ai passeggeri nelle stazioni ferroviarie e aeroportuali e in più avevano escogitato la tecnica “della foratura dello pneumatico”: 13 persone sono state arrestate nei giorni scorsi, per furto e rapina, dagli uomini del commissariato “Dora Vanchiglia” e “Borgo Po” della questura di Torino.

Il metodo consiste nel bucare lo pneumatico dell’auto su cui viaggia la vittima, prevalentemente di nazionalità estera, che una volta impegnata nella sostituzione della gomma, viene distratta da altri complici che la derubano della borsa appoggiata, generalmente, sul sedile anteriore dell’auto.

Altre dieci persone risultano indagate in stato di libertà.

L’attività d’indagine ha tratto spunto da una serie di denunce false, da parte di un cittadino italiano, che aveva dichiarato in più circostanze il furto di auto a lui intestate ma che in realtà affidava a pregiudicati che le usavano per commettere i reati.

Infatti, l’italiano era complice dell’organizzazione di ladri che in alcune occasioni si sono resi responsabili anche di rapina.

Le video-riprese hanno permesso di arrestare in flagranza otto persone e poi di accertare la partecipazione a vario titolo degli altri destinatari della misura cautelare.

Gli investigatori, oltre ad aver individuato il “piazzista”, hanno scoperto anche un vero e proprio magazzino dove era ammassata la merce rubata.

L’operazione ha portato al sequestro di una somma di denaro di circa 10mila euro, macchine fotografiche, telecamere professionali, telefoni cellulari, navigatori satellitari, occhiali da sole, portafogli, borse, stereo per auto, pc, tablet, scarpe, indumenti, orologi, strumenti musicali, per un valore complessivo di circa 25mila euro.

La merce era stata allestita dal ricettatore come un vero e proprio emporio: la roba veniva poi venduta in stock anche all’estero (Francia e paesi nordafricani).

Presi i rapinatori di Massa Carrara

fonte Ministero dell’Interno

Soddisfazione del prefetto al questore per la brillante azione investigativa

Sono stati arrestati ieri dagli agenti del commissariato di Massa Carrara i tre rapinatori che nel mese di marzo erano riusciti a derubare diversi istituti di credito.

L’aumento delle rapine che si era registrato ha fatto scattare controlli incrociati, anche con sistemi di videosorveglianza della città, che hanno coadiuvato l’azione investigativa condotta dagli agenti della Polizia di Stato.

Vivo l’apprezzamento del prefetto di Massa Carrara Giovanna Meneghini al questore per l’importante risultato di contrasto al fenomeno delle rapine, che contribuisce ad accrescere la percezione di sicurezza da parte della cittadinanza.

Sicurezza stradale: più di 10 mila controlli con “Vacanze sicure” sullo stato dei pneumatici

fonte Polizia di Stato

Presentata oggi a Roma, dal direttore del Servizio polizia stradale Giuseppe Bisogno e dal direttore di Assogomma Fabio Bertolotti, “Vacanze sicure“, l’iniziativa della Polizia stradale in collaborazione con le Associazioni dei Produttori e dei Rivenditori di pneumatici per sensibilizzare tutti gli automobilisti sull’importanza del controllo dei pneumatici.

Si tratta della dodicesima edizione della campagna di sicurezza stradale che mette in primo piano il pneumatico, essendo l’unico punto di contatto tra un veicolo e il suolo.

Le regioni coinvolte dai controlli specifici in questa edizione sono: Friuli Venezia Giulia, Marche, Lazio, Campania, Basilicata e Liguria.

Da nord a sud, passando per le grandi direttrici del traffico nazionale, adriatico e tirreno, la campagna 2015 prevede circa 10 mila controlli sulle vetture che circolano o transitano in queste regioni.

Dal 15 maggio al 15 giugno verranno verificati principalmente lo stato di usura dei pneumatici, la rispondenza alle caratteristiche riportate sulla carta di circolazione del veicolo e l’omologazione delle gomme.

“L’obiettivo – sostiene Giuseppe Bisogno direttore del Servizio polizia stradale – è quello di accrescere la consapevolezza degli utenti della strada relativamente al corretto uso e manutenzione degli pneumatici per prevenire gravi rischi per la sicurezza: trascurare o non controllare lo stato di efficienza degli pneumatici costituisce un gesto di irresponsabilità che si ripercuote negativamente su tutto il sistema della circolazione, di cui ogni conducente deve sentirsi parte integrante”.

Il direttore di Assogomma, Fabio Bertolotti ha inoltre rammentato che a partire dal 15 aprile è bene provvedere, per chi non le avesse montate, al ripristino dell’equipaggiamento estivo.

“Il consiglio è sempre quello di equipaggiare il proprio veicolo con pneumatici di serie idonei al periodo stagionale – ha affermato Bertolotti”.