Firenze: insospettabile pensionata spacciava droga

Una pensionata di 65 anni incensurata, a Firenze, aveva pensato di arrotondare la sua pensione spacciando eroina ma i suoi movimenti sospetti non sono passati inosservati. E così è stata arrestata ieri dagli agenti della Squadra mobile di Firenze per detenzione ai fini di spaccio di eroina. Insieme a lei tre uomini di 34, 43 e 48 anni.

Il gruppetto è stato bloccato a bordo di due auto al casello autostradale di Firenze Nord. Nelle auto la Polizia ha sequestrato 18 panetti di eroina. Il valore dei 9 chili di droga sul mercato è di oltre un milione di euro.

fonte Polizia di Stato

Traffico di migranti: ecco come sono organizzati gli scafisti

Sono cinque gli ultimi arrestati per il “traffico” di migranti provenienti dalla Libia.

Uno di loro si è pentito e ha confessato, accusando tutti gli altri: “Noi del Senegal sappiamo condurre i gommoni, i gambiani si occupano della bussola e del satellitare“.

Dopo qualche ora hanno confessato anche gli altri e hanno descritto ogni particolare sull’organizzazione del “traffico” di esseri umani.

L’individuazione dei gommoni con i migranti è avvenuta venerdì ad opera di una nave tedesca e sabato di una nave militare italiana che hanno salvato complessivamente 398 persone e fermato cinque scafisti.

Gli scafisti pentiti hanno riferito agli uomini della Squadra mobile che i libici, organizzatori dei traffici, si avvalgono dei senegalesi perché essendo pescatori sanno navigare ma, non avendo idea di come si usa la bussola o il telefono satellitare, assoldano anche gli uomini del Gambia e loro in questa maniera non rischiano nulla.

Anche in questa circostanza gli investigatori hanno appurato che il traffico di migranti, permette agli organizzatori libici l’incasso di migliaia di dollari per ogni gommone che sommati per tutti quelli soccorsi hanno fruttato centinaia di migliaia di dollari ai criminali.

In questi primi mesi del 2015 i poliziotti della questura di Ragusa hanno già fermato 32 scafisti mentre lo scorso anno ne sono stati arrestati circa 200.

fonte Polizia di Stato

Napoli. Eroina e banconote false nascoste sotto il sedile dell’auto: due arresti

Arrestati due albanesi di 44 e 41 anni per detenzione di sostanza stupefacente e di banconote contraffatte. Li hanno bloccati i poliziotti di Scampia, nei pressi dell’asse mediano.

A bordo di una Fiat Punto gli agenti hanno rinvenuto e sequestrato sotto il sedile, lato passeggero, 3 panetti di eroina per un peso di 1400 grammi e 30 banconote contraffatte, da 20 euro per una somma complessiva di 600 euro.

fonte Il Quotidiano

Falso naufragio per coprire lo scafista svelato dalla polizia: tre arresti

Una storia inventata e imposta ai 294 migranti arrivati ieri a Pozzallo. I testimoni si sono scusati con gli investigatori e hanno raccontato la verità. Individuati per la prima volta anche due vigilanti-picchiatori che erano partiti dalla Libia con i disperati

Raccontare che avevano fatto naufragio e che l’equipaggio era morto annegato: era la storia, falsa, che l’organizzazione di trafficanti di esseri umani che opera in Libia aveva imposto di raccontare in Italia ai 294 migranti che sono stati poi soccorsi dal pattugliatore della Marina Militare tedesca ‘Hessen’ e sbarcati ieri a Pozzallo. Un escamotage per evitare l’arresto ma che, alla fine, è stato svelato dagli uomini della squadra mobile di Ragusa. Troppe dimenticanze, troppe incongruenze. I poliziotti hanno alzato il velo sulle bugie somministrate ad arte ai migranti. Uno scafista eritreo è così finito in manette, altri due sono stati arrestati. Si tratta di un minorenne e di un maggiorenne, anche loro eritrei, che avrebbero ricoperto il ruolo di vigilantes dei disperati in attesa di partire. Una vigilanza armata e violenta. I due sono stati indicati dai testimoni come picchiatori. “Ci minacciavano con bastoni e pistole, ci picchiavano anche solo se chiedevamo di poter fare pipì”, hanno raccontato i migranti agli investigatori. Si tratta della prima volta che vengono arrestati in Italia vigilanti-picchiatori che hanno operato prevalentemente in Libia, più volte descritti dai migranti ma che di solito non si imbarcano sui barconi della speranza. Stavolta, invece, è andata diversamente.

La ricostruzione fornita dai testimoni alla polizia di Stato su quel naufragio in cui erano morte 50 persone è risultato poco credibile sin dall’inizio, e dopo un paio di ore è venuta fuori la verità. Il presunto scafista, un eritreo, è stato così individuato e fermato su disposizione della procura di Ragusa. La squadra mobile della questura, coordinata da Nino Ciavola, ha anche individuato, grazie alle testimonianze dei migranti che hanno poi ceduto alla evidenza dei fatti, gli altri due eritrei accusati di essere tra gli uomini armati che si occupavano della vigilanza sui ‘partenti’ in Libia.

Subito dopo il recupero degli extracomunitari nel Canale di Sicilia era stato lanciato l’allarme di un naufragio con 50 morti. Agli investigatori i migranti salvati dalla nave militare tedesca hanno però poi ammesso di aver mentito. “Abbiamo inventato tutto. C’era stato detto – hanno affermato – di dire così perché non avreste arrestato gli scafisti. Nessuno di noi è caduto in acqua, siamo tutti sani e salvi grazie al vostro aiuto. Scusateci”. Ed hanno collaborato portando all’individuazione dei tre eritrei. I fermati, con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sono Tedros Nugusa, di 32 anni, e Moussa Ahmed, di 25, entrambi eritrei. Il denunciato, per lo stesso reato, è un 17enne, anch’egli eritreo, E.G.. Gli investigatori hanno accertato la presenza di una organizzazione mista, fatta di libici ed eritrei. “Questi due – hanno riferito i testimoni – erano quelli che appena ci alzavamo all’interno del capannone, anche solo per andare in bagno, ci picchiavano con dei grossi bastoni ed erano armati di pistole, dovevano vigilare affinché nessuno si allontanasse attirando controlli sul capannone”. Il presunto scafista è stato trovato in possesso di 1.700 dollari, ma non è stata sequestrata alcuna arma. Le indagini sono state eseguite da polizia di Stato, squadra mobile, guardia di finanza e carabinieri e coordinate dalla procura di Ragusa.

foonte La Repubblica

‘Ndrangheta: 36 arresti in tutta Italia

Nella mattinata di ieri grazie ad una operazione della polizia sono stati eseguiti 36 arresti in tutta Italia. Le ordinanze sono state eseguite all’interno dell’operazione “Andromeda” partita dalla squadra mobile di Catanzaro.

Tra gli arrestati compaiono anche alcuni i presunti responsabili di due omicidi e un tentato omicidio commessi nella guerra di mafia che ha insanguinato Lamezia Terme negli ultimi anni.

L’attività investigativa della squadra mobile di Catanzaro ha permesso di fare chiarezza sugli omicidi di Vincenzo Torcasio e di Antonio Torcasio, ucciso nel 2003 quando era considerato il reggente della cosca Torcasio-Cerra-Gualtieri. L’omicidio di Antonio Torcasio ai tempi suscitò clamore dato venne ucciso nelle vicinanze del Commissariato di Polizia di Lamezia dove la vittima si stava recando.

Le indagini, effettuate sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, hanno permesso di accertare la responsabilità degli indagati su diversi episodi estorsivi a carico di imprenditori.

L’operazione ha riguardato diverse regioni d’Italia e oltre ai Reparti prevenzione crimine della Calabria e della Basilicata sono state coinvolte numerose unità delle squadre mobili di Alessandria, Cosenza, Crotone, Messina, Perugia, Potenza, Reggio Calabria, Salerno, Siracusa e Vibo Valentia.

Lecce: arrestati sei giovani per furti e rapine

fonte Polizia di Stato

Avevano messo a segno diversi furti e rapine e per questa ragione sono finiti in manette. Questa mattina gli agenti della Squadra mobile di Lecce hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di sei giovani responsabili di sanguinose rapine.

L’indagine prende spunto dalla denuncia di un ragazzo che lo scorso aprile aveva subito un violento pestaggio da parte di un gruppo di giovani, che infine gli aveva sottratto l’auto sulla quale viaggiava insieme ad un amico.

La vittima aveva denunciato immediatamente l’aggressione, fornendo agli investigatori dettagli fondamentali per le indagini.

Con l’aiuto, anche, delle riprese delle telecamere di sorveglianza, gli agenti sono risaliti alla banda di balordi, arrestandoli.

Operazione “Andromeda”: 45 ordinanze contro le cosche calabresi

fonte Polizia di Stato

Sono 45 le persone destinatarie delle ordinanze di custodia cautelare emesse dal Giudice per le indagini preliminari di Catanzaro nell’ambito dell’operazione “Andromeda” portata a termine contro le contrapposte cosche di ‘Ndrangheta Iannazzo-Cannizzaro-Da Ponte e Cerra-Torcasio-Gualtieri.

La Squadra mobile di Catanzaro ha eseguite 36 provvedimenti, 27 dei quali in carcere e due ai domiciliari, mentre sette sono stati notificati a persone già detenute.

L’esecuzione delle restanti ordinanze è stata delegata al personale della locale sezione della Direzione investigativa antimafia (otto) e del Gico della Guardia di finanza.

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidio, estorsione, danneggiamento e detenzione illegale di armi ed esplosivo.

L’indagine è iniziata nel 2013 e costituisce il naturale seguito delle precedenti operazioniMedusa” e “Perseo“.

In particolare le accuse di omicidio si riferiscono all’uccisione di Antonio Torcasio, avvenuta nel maggio 2003, e di Vincenzo Torcasio, avvenuta nel luglio dello stesso anno; nello stesso episodio ci fu anche il tentato omicidio di Vincenzo Curcio. Tutti e tre erano esponenti della cosca antagonista Cerra-Torcasio-Gualtieri.

Lo scopo comune delle cosche Iannazzo e Cannizzaro-Daponte era quello di eliminare fisicamente gli esponenti principali degli avversari, anch’essi attivi nel campo delle estorsioni.

L’attività investigativa ha permesso di accertare numerosi episodi di estorsione realizzati dagli indagati nei confronti di commercianti e imprenditori della zona di Lamezia Terme.

Proprio nel settore delle estorsioni gli investigatori hanno fatto emergere un accordo tra i vertici delle cosche Giampà e Iannazzo, formalizzato da veri e propri “summit mafiosi” per la gestione delle estorsioni e la spartizione dei relativi proventi.

Napoli: pestaggio a un uomo senza fissa dimora, presi i responsabili

fonte Polizia di Stato

Presi gli aggressori che la notte del 18 marzo scorso, a Nola (Napoli), avevano ridotto in fin di vita un uomo senza fissa dimora.

Oggi i poliziotti, al termine delle indagini, hanno dato esecuzione ai provvedimenti emessi dai giudici nei confronti di tre minorenni finiti in comunità per tentato omicidio e per due maggiorenni, accusati di lesioni aggravate, l’obbligo della presentazione alla polizia giudiziaria e l’obbligo di dimora.

Le indagini degli investigatori, grazie anche alle dichiarazioni rilasciate dalla vittima in ospedale, permettevano di individuare il gruppo che, nella stazione nolana, si era accanito senza motivo sul malcapitato, colpendolo ripetutamente con dei bastoni. Per l’uomo sarebbe finita peggio se il branco non fosse stato disturbato da una persona che si è affacciata dal balcone richiamata dalle urla strazianti.

Il testimone, un agente della Polizia municipale del Comune di Nola, soccorreva il malmenato, e noncurante delle minacce ricevute, faceva intervenire l’ambulanza del servizio 118. La tempestività del soccorso permetteva alla vittima di salvarsi dalle le emorragie causate dalle ferite.

Alla persona aggredita venivano diagnosticate lesioni gravi: frattura di braccia e gambe, diverse lesioni al capo ed al corpo.

Violenza sessuale: chiusa una casa famiglia a Roma

fonte Polizia di Stato

È stata chiusa e posta sotto sequestro dalla Squadra mobile di Roma la casa famiglia “Il Monello mare” di Santa Marinella, comune del litorale nord di Roma.

Il responsabile della struttura e le 4 collaboratrici sono stati raggiunti, questa mattina, da un’ordinanza eseguita dalla Squadra mobile di Roma per i reati di maltrattamento, lesioni e violenza sessuale.

Il direttore della struttura si trova attualmente agli arresti domiciliari mentre per le 4 collaboratrici sono è scattato il divieto di dimora.

La segnalazione che ha dato inizio alle indagini era partita, qualche mese fa, da un’assistente sociale e da una tutrice minorile che avevano raccolto le confidenze di una giovane ospite della casa famiglia.

La giovane aveva raccontato ciò che avveniva all’interno della struttura: violenze verbali, ingiurie, aggressioni fisiche, percosse, somministrazione di psicofarmaci senza una prescrizione medica e infine la violenza sessuale.

Il Centro di Santa Marinella era una Onlus specializzata nell’accoglienza di minori provenienti da situazioni personali o familiari particolarmente difficili o disagiate.

Rafforzate a Benevento le ricerche di una persona scomparsa

fonte Ministero dell’Interno

L’uomo si è allontanato dalla sua abitazione l’8 maggio scorso

Riunito ieri pomeriggio in prefettura a Benevento il tavolo tecnico di lavoro per fare il punto in merito alle operazioni di ricerca del signor Antonio Zullo, la cui scomparsa è stata denunciata l’8 maggio scorso dalla moglie.

Le attività di ricerca continueranno nell’area individuata, affiancando ulteriori unità dell’Arma dei carabinieri, Corpo forestale dello Stato e associazioni di volontariato della protezione civile mobilitate dalla regione Campania.

Alle delicate attività di ricerca del piano provinciale per le persone scomparse, attivato dalla prefettura hanno partecipato fin’ora rappresentanti delle forze dell’ordine del Corpo forestale dello Stato, dei Vigili del fuoco e la sala operativa della regione Campania.