Verbania: arrestati gli albanesi con la “brutta abitudine”

da Polizia di Stato

“Vese te keqija”, in albanese “vizio – brutta abitudine”, è il nome dell’operazione conclusa questa mattina dalla  Squadra mobile del Verbano Cusio Ossola nei confronti di un’organizzazione criminale specializzata nello spaccio di droga. L’indagine è  stata così chiamata perché la banda è composta prevalentemente da albanesi appartenenti allo stesso gruppo coinvolto  nell’operazione “Alba nuova” del 2009, e quindi considerati recidivi.

Gli specialisti dell’antidroga hanno arrestato 11 appartenenti all’organizzazione, sette albanesi, un marocchino e tre italiani, con l’accusa di  detenzione ai fini di spaccio e spaccio di sostanze stupefacenti; otto sono finiti in carcere e tre ai domiciliari, mentre uno è ancora  ricercato. Altre 29 persone sono indagate in stato di libertà e nei loro confronti sono state eseguite decine di perquisizioni.

Il gruppo agiva da intermediario tra i grandi trafficanti di droga e i piccoli spacciatori, che riforniva regolarmente di cocaina, ecstasy e  marijuana; dopo un anno e mezzo di indagini però l’attività della banda è stata interrotta.

L’indagine ha preso il via nel gennaio 2011 da alcune cessioni di droga documentate dagli agenti della mobile, tutte nei confronti di piccoli  spacciatori che acquistavano le sostanze proibite per poi rivenderle al dettaglio.

In particolare gli investigatori hanno messo sotto stretto controllo un albanese che smerciava la droga e che alla fine si è rivelato il  capo dell’organizzazione. Grazie ai continui servizi di pedinamento e osservazione, all’utilizzo di localizzatori gps, intercettazioni telefoniche  e ambientali, gli uomini della mobile hanno individuato tutti i membri del gruppo, delineandone anche la struttura organizzativa.

Cocaina e ecstasy venivano acquistate da connazionali operanti nelle province di Milano, Novara e nel Verbano Cusio Ossola, mentre la marijuana  arrivava direttamente dall’Albania.

L’organizzazione aveva il monopolio dello spaccio nella provincia e riusciva a smerciare rilevanti quantità di droga, prevalentemente  cocaina (circa 2 chili al mese) e marijuana (oltre 10 chili al mese).

Il leader del gruppo era supportato dal fratello, suo inseparabile braccio destro, e da alcuni familiari come mogli, fidanzate e cognati, che  facevano da intermediari con i clienti.

Mafia: colpito il clan Cursoti e il suo boss

da Polizia di Stato

Venti persone, compreso lo storico boss del clan dei Cursoti, Giuseppe  Garozzo, 63 anni, noto come “Pippu u maritatu” (Pippo lo sposato), sono state arrestate stamattina dalla Squadra mobile della questura di Catania.

Tutti sono accusati di associazione mafiosa, estorsione, traffico di stupefacenti, e detenzione di armi da guerra.

Il boss Garozzo, scarcerato alla fine del 2010 dopo quasi 18 anni di reclusione, stava tentando di riorganizzare la cosca dei Cursoti che era stata  decimata durante il periodo della sua detenzione.

Il ritorno del vecchio capomafia non è stato gradito dagli esponenti dei clan rivali che nel giugno del 2011 hanno tentato di ucciderlo,  ferendo lui e un’altra persona, in un agguato.

Giuseppe Garozzo è considerato dai poliziotti capo indiscusso di una delle più sanguinose frange del clan dei Cursoti, quella di  Catania. È stato uno dei promotori della faida mafiosa iniziata nel 1991 che causò in tre anni circa 300 morti ammazzati nella  contrapposizione tra clan per il dominio nella gestione degli affari criminali a Catania.

Un fermo è stato eseguito anche in Piemonte dove la cosca aveva una base logistica.

Cancellieri: «Alle intimidazioni bisogna rispondere con serenità e fermezza»

da Ministero dell’Interno

Il ministro dell’Interno ha riunito nella prefettura di Reggio Calabria i cinque prefetti della regione. A Locri, nel pomeriggio, ha incontrato i sindaci assicurando loro «il massimo impegno». Firmata dal PON Sicurezza la Convenzione per la Stazione Unica Appaltante

Il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri ha incontrato questa mattina nella prefettura di Reggio Calabria i cinque prefetti della regione per fare il punto della situazione calabrese: «Ci siamo detti cosa fare per lavorare meglio – ha detto il ministro – ed è venuto da parte dei prefetti un forte impegno a lavorare».
Al termine della riunione il ministro Cancellieri si è spostato al teatro Cilea per partecipare ad una manifestazione promossa dal coordinamento nazionale antimafia ‘Riferimenti’, alla quale ha preso parte anche il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, in occasione del trentennale dell’omicidio dell’imprenditore Gennaro Musella, e che ha aperto le iniziative della tradizionale ‘Gerbera Gialla’.
Il ministro ha consegnato una targa del Capo dello Stato alla figlia dell’imprenditore, Adriana Musella, presidente di ‘Riferimenti’: «Musella è un eroe dei nostri tempi ha detto – è morto perchè voleva essere uomo, uno che esigeva i suoi diritti. Non è morto invano. Il suo esempio è un messaggio di speranza. In questi tempi è difficile essere giovani e per voi lo è ancora di più. Ma se non consentirete a nessuno di farvi rubare la vita, la morte di Gennaro Musella sarà un esempio fulgido».
Nel primo pomeriggio il ministro ha incontrato a Locri Maria Carmela Lanzetta, sindaco di Monasterace che aveva ricevuto intimidazioni, e poi i 42 sindaci che nelle scorse settimane avevano minacciato le dimissioni.
«Alle intimidazioni bisogna rispondere con serenità e fermezza, come abbiamo visto fare da qualche sindaco coraggioso» ha dichiarato il ministro, che ha proposto l’apertura immediata di un tavolo di concertazione tra Stato, Regione ed Enti locali. «Il tavolo di concertazione lo apriamo subito. Sono tematiche complesse che avranno bisogno dei loro tempi. L’unica cosa che mi sento di promettere e di cui sono certa è il massimo impegno non solo mio ma anche da parte degli altri componenti del Governo».
Per quanto riguarda il tema dei beni confiscati, il ministro ha detto che sull’argomento «si sta lavorando perchè il loro utilizzo sia fatto al meglio». Cancellieri ha ribadito anche che l’esecutivo intende porre un freno al problema dell’isolamento del comprensorio nel settore trasporti, del completamento in tempi rapidi della nuova statale 106, e lo sblocco delle risorse paralizzate dal patto di stabilità.
Alla presenza del ministro è stata poi firmata la Convenzione sulla Stazione Unica Appaltante tra l’Autorità di Gestione del PON Sicurezza, prefetto Nicola Izzo, il prefetto di Reggio Calabria Vittorio Piscitelli, il vice provveditore Interregionale per le Opere Pubbliche Sicilia e Calabria Livio Persano e i sindaci della Locride.

Irruzione di rom, ucciso ultra’ Pescara

L’omicida farebbe parte di una nota famiglia di nomadi

02 maggio, 10:50

(ANSA) – PESCARA, 2 MAG – Un 24/enne, Domenico Rigante, ultra’ biancazzurro di Pescara e’ stato ucciso,con un colpo di pistola, nella tarda serata di ieri a seguito di un’irruzione in casa da parte di alcuni rom. Sono intervenuti gli agenti della Squadra mobile della Questura di Pescara che hanno avviato le indagini e stretto d’assedio il quartiere Portanuova alla ricerca dell’omicida che farebbe parte di una nota famiglia di nomadi residente in città.

Antimafia, più forza al protocollo di salvaguardia ambientale per Caserta

 da Ministero dell’Interno

Il ministro Cancellieri nella città campana per presiedere una riunione tecnica interforze e per la firma del documento che integra l’accordo del 2011 contro le ecomafie: «Il lavoro è intensissimo, il modello Caserta molto efficace». Attenzione alta contro il rischio inquinamento voto per le amministrative

Nuovi soggetti hanno aderito al protocollo organizzativo di salvaguardia ambientale della provincia di Caserta contro le ecomafie del 2011, e le istituzioni hanno rinnovato il loro impegno nel perseguimento dei suoi scopi con la firma, questa mattina, nella prefettura della città campana, dell’addendum al protocollo. A presenziare alla firma, il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri insieme al procuratore di Santa Maria Capua Vetere Corrado Lembo e al prefetto Carmela Pagano.
Il documento di adesione al protocollo promosso nel 2011 dalla prefettura di Caserta e dalla procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere è stato siglato oggi dall’Università degli studi di Napoli Parthenope, dall’amministrazione provinciale di Caserta, dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa Campania) e dal Centro italiano ricerche aerospaziali. L’obiettivo dell’addendum al protocollo è dare un affondo alla lotta contro le urgenze ambientali del casertano: discariche abusive, scarichi nelle acque reflue non autorizzati, sversamento illecito dei residui della produzione caseraria, solo per fare qualche esempio. La strada è unire forze e risorse per dare il massimo supporto all’attività investigativa.
Cancellieri, prima della firma, ha presieduto in prefettura una riunione tecnica di coordinamento delle Forze di polizia delle province di Napoli e Caserta, proprio mentre Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza eseguivano 44 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di presunti appartenenti al clan camorrista Belforte di Marcianise (Ce), accompagnate da sequestri di beni per un valore di 10 milioni. Sul fronte antimafia «il lavoro è intensissimo», ha dichiarato il ministro in conferenza stampa, «il modello Caserta ha dato ottimi risultati e continua ad essere molto operativo e molto efficace. C’è la volontà di andare avanti e aggiungere ancora ulteriori successi». Cancellieri ha anche assicurato l’attenzione delle Forze dell’ordine sul pericolo di inquinamento del voto per le elezioni amministrative del 6 e 7 maggio. La questione, ha concluso sul punto, «viene affrontata costantemente dalle prefetture».

La titolare del Viminale, che ha aperto la sua giornata nel casertano portando dei fiori sulla tomba di don Giuseppe Diana, ucciso nel 1994 in un agguato camorrista a Casal di Principe, ha inoltre escluso legami tra camorra, clan dei Casalesi e il terrorismo di Al Quaeda.

Sul gasolio l’ombra della criminalità: 5 arresti a Cuneo

da Polizia di Stato

Prezzi record per il  carburante ma anche record di furti del prezioso combustibile che è diventato appetibile anche per le organizzazioni criminali.

L’ultimo caso risale a due giorni fa quando una banda di pugliesi in trasferta nella provincia di Cuneo, approfittando del buio della notte, ha  tentato di rubare un grosso quantitativo di gasolio a un grossista che rifornisce i distributori della provincia.

Cinque persone sono state arrestate dalla Squadra mobile di Cuneo mentre facevano uscire dalla ditta distributrice un camion con 45mila litri di  gasolio nascosto su un camion coperto da un telone appositamente modificato per contenere una cisterna per il greggio.

Due sono stati bloccati dagli agenti immediatamente, mentre 3 complici sono riusciti a scappare nella boscaglia e, saliti, su un’auto sono riusciti  a dileguarsi.

Dopo una giornata di ricerche gli agenti sono riusciti a rintracciare i fuggitivi e ad arrestarli.

Cosenza: arrestato il boss Franco Presta

 

Un altro duro colpo assestato alla criminalità organizzata. Franco Presta, uno dei killer più spietati della ‘Ndrangheta, è stato arrestato dagli agenti della Squadra Mobile di Cosenza, ai quali vanno le più sincere congratulazioni della nostra redazione.

E’ con queste operazioni che si ridà fiducia ai cittadini italiani ed in particolare a coloro che abitano e sono più direttamente a contatto con la criminalità organizzata.

Lo Stato dimostra ancora una volta di esserci. Complimenti!

Franco Presta, 52 anni, era ricercato da cinque per una condanna per usura e per tre delitti compiuti nel corso della guerra di mafia nel  cosentino tra il 1998 e il 2001.

Franco Presta, oltre che un killer, è anche il boss di una cosca che opera nell’alto Ionio cosentino, legata a quella dei Lanzino-Cicero di  Cosenza.

Era inserito nell’elenco dei 100 ricercati più pericolosi del ministero dell’Interno.

È stato arrestato in un appartamento a Rende,  in provincia di Cosenza.

Tra i più efferati delitti di Presta quello di Chiarello ha avuto risvolti particolarmente cruenti perché la vittima fu attirata in una trappola da alcuni conoscenti che lo  portarono in una stalla dove fu ucciso con numerosi colpi di una mitraglietta Skorpion. Il corpo fu poi fatto a pezzi e sciolto nell’acido.

Presta è inoltre sospettato anche di essere responsabile della strage di una famiglia, all’origine della quale ci sarebbe l’uccisione di suo figlio,  Domenico, 22 anni. Il ragazzo è stato ucciso il 17 gennaio 2011 al termine di una lite per un parcheggio.

 

Cancellieri: «Fate sentire la vostra voce con forza, lo Stato non vi abbandonerà mai»

da Ministero dell’Interno

Il ministro dell’Interno, in visita al comune di Racalmuto, in provincia di Agrigento, commissariato per infiltrazioni della criminalità organizzata, ha deposto una corona di fiori alla tomba dello scrittore Leonardo Sciascia. Al ministro un messaggio dello scrittore Andrea Camilleri

Il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri ha visitato oggi il comune di Racalmuto, in provincia di Agrigento, la cui amministrazione è stata sciolta per infiltrazioni mafiose. Il ministro è stato accolto in municipio dai tre commissari straordinari, nominati lo scorso 23 marzo, dal procuratore capo di Palermo Francesco Messineo, dal prefetto di Agrigento Francesca Ferrandino e dall’arcivescovo della Diocesi Francesco Montenegro.
«Bisogna ridare legalità a un paese così nobile come Racalmuto – ha detto il ministro, impegnato in una serie di visite e incontri – Quando mi hanno portato il provvedimento per sciogliere Racalmuto mi sono chiesta ‘ma come si fa a toccare il paese di Sciascia?’. Poi ho letto la relazione e ho visto che non si poteva fare a meno. So che Sciascia avrebbe capito. Privare un paese della possibilità di eleggere i propri rappresentanti è una forzatura da cui potrà nascere qualcosa. Fate una consulta cittadina per far sì che la voce del popolo giunga alla commissione. Fate sentire la vostra voce con forza, lo Stato non vi abbandonerà mai».
Il ministro ha anche letto, nei locali della fondazione Sciascia, un breve passaggio di un’intervista rilasciata dallo scrittore nel 1987. «Un’intervista – ha detto – che deve essere una sorta di guida per tutti noi. La lotta più efficace alla mafia è quella compiuta nel nome del diritto, senza strade d’assedio, ma dando al cittadino la sua sicurezza. La democrazia non è impotente a combattere la mafia».
Annamaria Cancellieri ha chiuso la visita nel paese di Sciascia chiedendo ai cittadini di fare «quadrato attorno alla commissione prefettizia in modo che tutto quello che si potrà fare per Racalmuto lo si farà».
«Le sono infinitamente e sicilianamente grato». Così lo scrittore Andrea Camilleri si è rivolto al ministro, ringraziandola. «L’invito da Lei raccolto – ha scritto Camilleri – rappresenta un atto di sostegno per quanti lottano affinchè sia estirpata la malapianta della criminalità».

Il governo presenta a Napoli il Progetto Pompei: protocollo prefettura-soprintendenza anti infiltrazioni mafiose

da Ministero dell’Interno

Finanziato dall’Unione europea il piano prevede interventi per la manutenzione e il restauro del sito archeologico. Cancellieri: «Una sfida per la quale l’Europa ci guarda con attenzione». Annunciata una sezione specializzata dei Vvf per i beni culturali

Parte, con la pubblicazione dei primi 5 bandi di gara, il Grande Progetto Pompei presentato questa mattina a Napoli, in prefettura, dal Presidente del Consiglio dei ministri Mario Monti, dai ministri dell’Interno Annamaria Cancellieri, per i Beni e le Attività culturali Lorenzo Ornaghi, per la Coesione territoriale Fabrizio Barca, e dal ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Francesco Profumo.
Si tratta del piano studiato dal Governo italiano e dalla Commissione europea per la conservazione, la manutenzione e il restauro del sito archeologico di Pompei, patrimonio Unesco, uno dei più estesi al mondo e secondo in Italia, dopo il complesso Colosseo-Palatino, per numero annuo di visitatori.
La Commissione Ue ha approvato, al termine di un percorso avviato dal Governo nel 2010 dopo i crolli del mese di novembre, il piano per i lavori da effettuare. In tutto, ci sono in ballo 105 milioni a carico del Fondo europeo di sviluppo regionale. Gli obiettivi del progetto, ha spiegato il Presidente del Consiglio Monti, «sono quelli di mettere in sicurezza tutte le insulae a rischio di uno dei più straordinari patrimoni archeologici dell’umanità e assicurare che ciò avvenga attraverso il lavoro delle imprese e dei lavoratori capaci ed onesti tenendo lontano dal progetto la criminalità organizzata».
Proprio per questo in occasione della presentazione, alla quale erano presenti anche il sindaco di Napoli Luigi de Magistris e il presidente della Campania Stefano Caldoro, la prefettura di Napoli e la Soprintendenza – che è Stazione appaltante per lavori, servizi e forniture relativi al progetto – hanno siglato un protocollo di legalità per ‘blindare’ i contratti di tutta la filiera rispetto ai tentativi di infiltrazioni mafiose. Il protocollo è una risposta alla «forte attenzione ai temi della sicurezza» sottolineata dal ministro Cancellieri e il suo scopo, ha dichiarato il prefetto Andrea De Martino, è quello di «fare in modo che nemmeno un euro finisca nelle mani della camorra».

Il Progetto Pompei, del resto, è «una sfida per la quale l’Europa ci guarda con attenzione», come lo ha definito il ministro assicurando la «massima attività del ministero per supportare la prefettura di Napoli capofila del progetto». Cancellieri ha anche annunciato la firma nella giornata di oggi, tra ministero dell’Interno e ministero per i Beni e le Attività culturali, di un accordo per la creazione di una ‘sezione specializzata’ dei Vigili del fuoco (Nucleo per la sicurezza dei beni artistici e storico culturali). Dopo l’esperienza dell’Aquila, ha detto il ministro, «più che mai adesso li specializzeremo. Saranno presenti a Pompei come in tutte le regioni d’Italia».

Le misure anti infiltrazioni del Protocollo

«Pompei è un bene dell’umanità». Così ha definito oggi il sito il ministro per i Beni culturali Ornaghi. Anche per questo, vigilanza totale sulla legalità degli appalti del Grande Progetto, attraverso le misure previste dal protocollo prefettura-soprintendenza, così sintetizzate dal ministro Cancellieri: «Saranno controllati anche gli appalti sotto soglia, ogni ditta sarà verificata e si faranno accessi ai cantieri per monitorarli minuto per minuto. C’è’ una struttura ad hoc». In particolare, saranno chieste le informazioni antimafia per qualsiasi tipo di contratto sopra i 3.000 euro, un gruppo di lavoro interforze presso la prefettura, coordinato dal prefetto Fernando Guida, coadiuverà la Soprintendenza nella stesura dei contratti e nel monitoraggio di tutte le fasi. Saranno disposti accessi settimanali nei cantieri, tracciati i flussi di manodopera e i pagamenti, con la costituzione di un’Anagrafe degli esecutori. I contratti del progetto, inoltre, saranno sottoposti alle procedure di sperimentazione del monitoraggio finanziario del progetto ‘C.A.P.A.C.I.’ (‘Creating Automated Procedures Against Criminal Infiltration in Public Contracts’).

Giornate tematiche in materia di antimafia e anticorruzione

Primo forum il 19 e il 20 marzo alla Scuola Superiore dell’Amministrazione dell’Interno

Si tengono a Roma, presso la Scuola Superiore dell’Amministrazione dell’Interno, le Giornate tematiche in materia di antimafia e anticorruzione, primo forum di formazione e aggiornamento su temi di così particolare rilevanza e delicatezza.
L’iniziativa era stata anticipata dal ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri già il 28 febbraio scorso, nel corso dell’audizione davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere: «E’ mia intenzione dare impulso ad una serie di iniziative di formazione ed aggiornamento che consentano la piena circolarità, all’interno della rete delle prefetture, del patrimonio costituito dalle best-practices già sperimentate nei contesti più sensibili al rischio mafioso, favorendone la diffusione e la conoscenza più ampia anche nei territori del centro-nord».

Alle Giornate, i cui lavori saranno conclusi dal ministro Cancellieri martedì 20 alle 17,15, interverranno anche il ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione Filippo Patroni Griffi, il Procuratore Nazionale antimafia Pietro Grasso, il Consigliere del Ministro per la programmazione strategica prefetto Bruno Ferrante, il Procuratore distrettuale antimafia di Bologna Roberto Alfonso, il prefetto Bruno Frattasi, coordinatore del Comitato per l’Alta Sorveglianza delle Grandi Opere, il Capo Gabinetto del ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione consigliere Roberto Garofoli, il Consigliere Piero Calandra, il Consigliere per la formazione e la promozione della cultura istituzionale prefetto Carlo Mosca, il prefetto di Napoli Andrea De Martino, il Consigliere del ministro per gli affari interni avvocato Maurizio Borgo, il prefetto di Torino Alberto Di Pace, il Commissario straordinario del comune di Palermo prefetto Luisa Latella, il prefetto di Genova Francesco Musolino, il prefetto di Messina Francesco Alecci, il prefetto di Reggio Emilia Antonella De Miro.