Sesso nei bagni con ragazzini rom: otto arresti. Dai 10 ai 50 euro per un rapporto sessuale

Un giro di prostituzione che coinvolgeva ragazzini e ragazzine rom è stato scoperto dalla polizia.

I rapporti sessuali venivano consumati in strutture ricettive vicine, nelle abitazioni degli indagati, in parchi cittadini, bagni pubblici o a bordo di alcuni treni in sosta lunga. I compensi variavano dai 10 ai 50 euro a prestazione.

La polizia ha eseguito a Roma, Rieti, Viterbo e Napoli alcuni arresti nei confronti di soggetti ritenuti responsabili del reato di prostituzione minorile. Le indagini, iniziate da circa un anno dal Compartimento polizia ferroviaria per il Lazio anche con attività di intercettazione, osservazione e di videoriprese nonché di numerose audizioni protette, hanno permesso di accertare che la stazione Termini costituiva abituale punto d’incontro ed adescamento dei minori dediti alla prostituzione. Tra loro anche un parroco di 68 anni nel viterbese, trovato in possesso di un grosso quantitativo di materiale pedopornografico nel computer della sua abitazione nella Capitale. Il materiale è stato trovato durante una perquisizione e chi indaga sospetta sia un cliente dei nomadi minorenni costretti appunto a prostituirsi alla stazione Termini.

Nel corso dell’attività, nei mesi scorsi, sono stati già arrestati in flagranza un 59enne e un 79enne, colti mentre consumavano rapporti sessuali con i minori. La stazione Termini era utilizzata come punto strategico da parte di uomini di 35-40 anni, ma ci sono anche ultrasettantenni e un ottantenne, per adescare e consumare rapporti sessuali con ragazzini, maschi e femmine dai 13 ai 17 anni, per la maggior parte di etnia rom. “Non a caso abbiamo chiamato l’operazione Meeting Point. Gli incontri – racconta Emanuele Fattori, dirigente del settore operativo della polizia ferroviaria di Roma Termini – avvenivano sul lato destro della stazione, nei pressi di via Giolitti mentre i rapporti sessuali si consumavano a bordo di treni in lunga sosta, nei bagni pubblici della stazione o di esercizi commerciali ma anche in abitazioni private”.

fonte Il Giornale

163° Anniversario della Polizia: le celebrazioni ufficiali

In questi giorni si celebra il 163° Anniversario della fondazione della Polizia. Come ogni anno nella capitale ci saranno diverse occasioni importanti nelle quali l’Istituzione si incontrerà con cittadini e autorità.

Ieri mattina vi è stato un primo momento particolarmente toccante con l’udienza in Vaticano del Santo Padre che ha ricevuto la visita del capo della Polizia Alessandro Pansa, accompagnato da una rappresentanza di 230 poliziotti, tutti familiari di vittime del dovere, ed una rappresentanza dei parenti delle vittime.

Oggi nel pomeriggio il prefetto Pansa incontrerà, nella cappella del Sacrario della Scuola superiore di polizia, i poliziotti che saranno premiati nella cerimonia ufficiale e i familiari dei caduti, insigniti delle onorificenze.

La giornata di oggi è dedicata alle cerimonie ufficiali con la deposizione di una corona al Sacrario da parte del ministro dell’Interno Angelino Alfano e l’incontro al Quirinale con il capo della Stato Sergio Mattarella di una delegazione di allievi poliziotti, accompagnati dal capo della Polizia Pansa.

A mezzogiorno le autorità civili e militari si riuniranno nella caserma “Ferdinando di Savoia” per un momento solenne di incontro con i reparti schierati. Dopo i discorsi del ministro dell’Interno, in rappresentanza del governo e del capo della Polizia, avverrà la consegna delle onorificenze.

La giornata si concluderà con un altro evento solenne: il cambio della guardia alle 16 al palazzo del Quirinale da parte di un reparto schierato in uniforme storica. Ad accompagnare il reparto la Banda musicale della Polizia di Stato, che al termine del passaggio delle consegne eseguirà un breve concerto per i cittadini presenti.

Il Papa nell’incontro si rivolge ai Poliziotti: “la collettività vi è debitrice”

Questa mattina il capo della Polizia, Alessandro Pansa, unitamente ad una rappresentanza di parenti di vittime del dovere della Polizia e 230 poliziotti parenti di operatori deceduti in servizio, sono stati ricevuti in udienza dal Santo Padre nella Sala Nervi in Vaticano.

Dopo l’intervento del prefetto Pansa, il Pontefice rivolgendo un saluto ai poliziotti e ai loro familiari ha ricordato come “La collettività vi è debitrice della possibilità di condurre una vita ordinata e libera dalle prepotenze dei violenti e dei corrotti” ed ha poi aggiunto, in merito all’opera di accoglienza dei migranti, “Vi distinguete per spirito di servizio ed umanità, sentendovi spinti, prima ancora che dai regolamenti e dalle disposizioni delle legge, dall’imperativo morale di fare il bene, di salvare quante più persone sia possibile e di non risparmiarvi nel donare energie e tempo per un tale impegno“.

Nella conclusione dell’intervento Papa Francesco ha esortato i poliziotti a continuare a servire lo Stato perché “Nel difendere i deboli e la legalità troverete il senso più vero del vostro servizio e sarete di esempio al Paese, che ha bisogno di persone che lo servano con disinteresse, generosità e continuità“.

Roma: prostituzione minorile alla stazione Termini, sei arresti

Sei arresti con l’operazioneTermini Meeting Point” che ha messo fine ad un giro di prostituzione minorile. Le indagini, iniziate circa un anno fa dalla polizia ferroviaria, hanno permesso di indagare complessivamente 17 persone nelle città di Roma, Rieti, Viterbo e Napoli.

Gli agenti attraverso intercettazioni, appostamenti, videoriprese e numerose audizioni protette delle vittime, sono riusciti a scoprire che l’ingresso laterale della stazione Termini su via Giolitti a Roma, costituiva l’abituale punto d’incontro ed adescamento dei minori che si prostituivano.

Gli indagati si facevano trovare vicini all’area delle scale mobili dove attendevano l’arrivo dei minori di origine rom, sia di sesso maschile che femminile, oppure li contattavano telefonicamente.

Diversi i luoghi dove venivano consumati i rapporti sessuali: in strutture ricettive vicine, nelle abitazioni degli indagati, in parchi cittadini, nei bagni pubblici o a bordo di alcuni treni in sosta lunga. I compensi variavano dai 10 ai 50 euro a prestazione.

Inoltre, già nei mesi scorsi, erano stati arrestati un cinquantanovenne ed un settantanovenne, sorpresi mentre consumavano rapporti sessuali con i minori.

fonte Polizia di Stato

Postale: bloccata cellula hacker

Il loro ultimo bersaglio è stato il sistema informatico di Expo 2015 fiancheggiando “virtualmente” i violenti degli scontri dello scorso 1° maggio a Milano. Un altro obiettivo è stato quello del ministero della Difesa. Si tratta di una cellula di criminali informatici, considerata al vertice dell’attuale panorama hacktivista italiano, fermata dai poliziotti della Polizia postale del Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche (Cnaipic), durante l’operazione “Unmask”.

Due persone sono state poste agli arresti domiciliari, un’altra denunciata per associazione a delinquere finalizzata al danneggiamento di sistemi informatici, all’interruzione illecita di comunicazioni informatiche e telematiche, all’accesso abusivo a sistemi informatici, nonché alla detenzione e diffusione di codici di accesso a sistemi informatici.

Altre due persone sono state denunciate per favoreggiamento personale.

Nel corso delle perquisizioni, che hanno interessato Torino, Sondrio, Livorno e Pisa, sono stati sequestrati personal computer e altri dispositivi utilizzati per compiere gli attacchi informatici.

Le due persone arrestate sono note, anche al di fuori del circolo degli hacktivisti, con i nicknames “Otherwise” e “Aken“. Sono i due attivisti informatici responsabili dell’oscuramento di diversi portali web istituzionali, tra cui alcuni ministeri, e della divulgazione di dati sensibili.

Attraverso particolari servizi tecnici i poliziotti hanno potuto rilevare l’estrema accortezza dei due capi della cellula criminale nell’utilizzo delle utenze, nella navigazione in Rete, grazie all’uso di sofisticate tecniche di anonimizzazione (vpn e reti tor) e addirittura di antenne direzionali in grado di sfruttare connessioni Wifi altrui, fino quasi a arrivare ad usare dialetti diversi per non fornire il minimo particolare della propria vita reale.

fonte Polizia di Stato

Firenze: insospettabile pensionata spacciava droga

Una pensionata di 65 anni incensurata, a Firenze, aveva pensato di arrotondare la sua pensione spacciando eroina ma i suoi movimenti sospetti non sono passati inosservati. E così è stata arrestata ieri dagli agenti della Squadra mobile di Firenze per detenzione ai fini di spaccio di eroina. Insieme a lei tre uomini di 34, 43 e 48 anni.

Il gruppetto è stato bloccato a bordo di due auto al casello autostradale di Firenze Nord. Nelle auto la Polizia ha sequestrato 18 panetti di eroina. Il valore dei 9 chili di droga sul mercato è di oltre un milione di euro.

fonte Polizia di Stato

Traffico di migranti: ecco come sono organizzati gli scafisti

Sono cinque gli ultimi arrestati per il “traffico” di migranti provenienti dalla Libia.

Uno di loro si è pentito e ha confessato, accusando tutti gli altri: “Noi del Senegal sappiamo condurre i gommoni, i gambiani si occupano della bussola e del satellitare“.

Dopo qualche ora hanno confessato anche gli altri e hanno descritto ogni particolare sull’organizzazione del “traffico” di esseri umani.

L’individuazione dei gommoni con i migranti è avvenuta venerdì ad opera di una nave tedesca e sabato di una nave militare italiana che hanno salvato complessivamente 398 persone e fermato cinque scafisti.

Gli scafisti pentiti hanno riferito agli uomini della Squadra mobile che i libici, organizzatori dei traffici, si avvalgono dei senegalesi perché essendo pescatori sanno navigare ma, non avendo idea di come si usa la bussola o il telefono satellitare, assoldano anche gli uomini del Gambia e loro in questa maniera non rischiano nulla.

Anche in questa circostanza gli investigatori hanno appurato che il traffico di migranti, permette agli organizzatori libici l’incasso di migliaia di dollari per ogni gommone che sommati per tutti quelli soccorsi hanno fruttato centinaia di migliaia di dollari ai criminali.

In questi primi mesi del 2015 i poliziotti della questura di Ragusa hanno già fermato 32 scafisti mentre lo scorso anno ne sono stati arrestati circa 200.

fonte Polizia di Stato

Falso naufragio per coprire lo scafista svelato dalla polizia: tre arresti

Una storia inventata e imposta ai 294 migranti arrivati ieri a Pozzallo. I testimoni si sono scusati con gli investigatori e hanno raccontato la verità. Individuati per la prima volta anche due vigilanti-picchiatori che erano partiti dalla Libia con i disperati

Raccontare che avevano fatto naufragio e che l’equipaggio era morto annegato: era la storia, falsa, che l’organizzazione di trafficanti di esseri umani che opera in Libia aveva imposto di raccontare in Italia ai 294 migranti che sono stati poi soccorsi dal pattugliatore della Marina Militare tedesca ‘Hessen’ e sbarcati ieri a Pozzallo. Un escamotage per evitare l’arresto ma che, alla fine, è stato svelato dagli uomini della squadra mobile di Ragusa. Troppe dimenticanze, troppe incongruenze. I poliziotti hanno alzato il velo sulle bugie somministrate ad arte ai migranti. Uno scafista eritreo è così finito in manette, altri due sono stati arrestati. Si tratta di un minorenne e di un maggiorenne, anche loro eritrei, che avrebbero ricoperto il ruolo di vigilantes dei disperati in attesa di partire. Una vigilanza armata e violenta. I due sono stati indicati dai testimoni come picchiatori. “Ci minacciavano con bastoni e pistole, ci picchiavano anche solo se chiedevamo di poter fare pipì”, hanno raccontato i migranti agli investigatori. Si tratta della prima volta che vengono arrestati in Italia vigilanti-picchiatori che hanno operato prevalentemente in Libia, più volte descritti dai migranti ma che di solito non si imbarcano sui barconi della speranza. Stavolta, invece, è andata diversamente.

La ricostruzione fornita dai testimoni alla polizia di Stato su quel naufragio in cui erano morte 50 persone è risultato poco credibile sin dall’inizio, e dopo un paio di ore è venuta fuori la verità. Il presunto scafista, un eritreo, è stato così individuato e fermato su disposizione della procura di Ragusa. La squadra mobile della questura, coordinata da Nino Ciavola, ha anche individuato, grazie alle testimonianze dei migranti che hanno poi ceduto alla evidenza dei fatti, gli altri due eritrei accusati di essere tra gli uomini armati che si occupavano della vigilanza sui ‘partenti’ in Libia.

Subito dopo il recupero degli extracomunitari nel Canale di Sicilia era stato lanciato l’allarme di un naufragio con 50 morti. Agli investigatori i migranti salvati dalla nave militare tedesca hanno però poi ammesso di aver mentito. “Abbiamo inventato tutto. C’era stato detto – hanno affermato – di dire così perché non avreste arrestato gli scafisti. Nessuno di noi è caduto in acqua, siamo tutti sani e salvi grazie al vostro aiuto. Scusateci”. Ed hanno collaborato portando all’individuazione dei tre eritrei. I fermati, con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sono Tedros Nugusa, di 32 anni, e Moussa Ahmed, di 25, entrambi eritrei. Il denunciato, per lo stesso reato, è un 17enne, anch’egli eritreo, E.G.. Gli investigatori hanno accertato la presenza di una organizzazione mista, fatta di libici ed eritrei. “Questi due – hanno riferito i testimoni – erano quelli che appena ci alzavamo all’interno del capannone, anche solo per andare in bagno, ci picchiavano con dei grossi bastoni ed erano armati di pistole, dovevano vigilare affinché nessuno si allontanasse attirando controlli sul capannone”. Il presunto scafista è stato trovato in possesso di 1.700 dollari, ma non è stata sequestrata alcuna arma. Le indagini sono state eseguite da polizia di Stato, squadra mobile, guardia di finanza e carabinieri e coordinate dalla procura di Ragusa.

foonte La Repubblica

‘Ndrangheta: 36 arresti in tutta Italia

Nella mattinata di ieri grazie ad una operazione della polizia sono stati eseguiti 36 arresti in tutta Italia. Le ordinanze sono state eseguite all’interno dell’operazione “Andromeda” partita dalla squadra mobile di Catanzaro.

Tra gli arrestati compaiono anche alcuni i presunti responsabili di due omicidi e un tentato omicidio commessi nella guerra di mafia che ha insanguinato Lamezia Terme negli ultimi anni.

L’attività investigativa della squadra mobile di Catanzaro ha permesso di fare chiarezza sugli omicidi di Vincenzo Torcasio e di Antonio Torcasio, ucciso nel 2003 quando era considerato il reggente della cosca Torcasio-Cerra-Gualtieri. L’omicidio di Antonio Torcasio ai tempi suscitò clamore dato venne ucciso nelle vicinanze del Commissariato di Polizia di Lamezia dove la vittima si stava recando.

Le indagini, effettuate sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, hanno permesso di accertare la responsabilità degli indagati su diversi episodi estorsivi a carico di imprenditori.

L’operazione ha riguardato diverse regioni d’Italia e oltre ai Reparti prevenzione crimine della Calabria e della Basilicata sono state coinvolte numerose unità delle squadre mobili di Alessandria, Cosenza, Crotone, Messina, Perugia, Potenza, Reggio Calabria, Salerno, Siracusa e Vibo Valentia.

Lecce: arrestati sei giovani per furti e rapine

fonte Polizia di Stato

Avevano messo a segno diversi furti e rapine e per questa ragione sono finiti in manette. Questa mattina gli agenti della Squadra mobile di Lecce hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di sei giovani responsabili di sanguinose rapine.

L’indagine prende spunto dalla denuncia di un ragazzo che lo scorso aprile aveva subito un violento pestaggio da parte di un gruppo di giovani, che infine gli aveva sottratto l’auto sulla quale viaggiava insieme ad un amico.

La vittima aveva denunciato immediatamente l’aggressione, fornendo agli investigatori dettagli fondamentali per le indagini.

Con l’aiuto, anche, delle riprese delle telecamere di sorveglianza, gli agenti sono risaliti alla banda di balordi, arrestandoli.