Operazione INTERFORZE Wanted 3

La Polizia di Stato, in collaborazione con le polizie tedesca e francese, ha rintracciato e tratto in arresto 10 latitanti nigeriani che avevano trovato riparo in quei paesi. In particolare, nell’ambito dell’operazione “Norsemen”, svolta dalla Squadra Mobile di Catania e coordinata da quella Procura Distrettuale Antimafia, la Polizia tedesca ha localizzato e tratto in arresto nella città di Ratisbona i cittadini nigeriani Lucky AIGBOTSUA (cl.1992) chiamato “Ocha” e Alex COLLINS (cl.1994) detto “Papà”, mentre la Polizia francese, con il supporto di personale del Servizio Centrale Operativo, della Squadra Mobile etnea e del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia,ha tratto in arresto nella citta di Parigi Happy UWAYA (cl.1992) “Sisa” e Josephine EWANSIHA (cl.1992), nella città di Nancy Henry SAMSON (cl.1990) e Chioma ONUOHA (cl.1994), poi sottoposta al solo obbligo di firma, nella città di Marsiglia Joj Ayomide OKOH (cl. 1991), Godsent ADAMA (cl.1994) e Michael OKOWA (cl.1991) e nella città di Nizza Courage OMGOBIA (cl.1994). I nigeriani sono tutti destinatari di Mandato di Arresto Europeo in relazione all’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere emessa a loro carico in data 26.1.2019 dal G.I.P. del Tribunale di Catania perché ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di stampo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo. I predetti sono ritenuti membri di un’organizzazione criminale transnazionale nigeriana di matrice cultista denominata “Vikings o “Supreme Vikings Confraternity” (SVC), detta anche “NORSEMEN della Nigeria”, facente parte di un più ampio sodalizio radicato in Nigeria e diffuso in diversi stati europei ed extraeuropei, caratterizzato dalla presenza di una struttura organizzativa di carattere gerarchico, di organi deputati al coordinamento dei vari gruppi diffusi nel territorio dello stato italiano e al controllo del rispetto delle regole interne, nonché dalla presenza di ruoli e cariche aventi specifici poteri all’interno della compagine associativa. Gli indagati appartenevano tutti alla cellula denominata “CATACATA M.P. (ITALY SICILIY) – De Norsemen Kclub International”, operante a Catania e provincia, con base operativa presso il C.A.R.A. di Mineo (CT), guidata da Happy UWAYA, ritenuto il capo ed organizzatore, in qualità di “executioner”, e da Henry SAMSON, ritenuto l’organizzatore della rete associativa finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

Di Umberto Buzzoni
foto polizia di stato

Immigrazione clandestina: 11 arresti a Torino

Facevano entrare clandestinamente stranieri in Italia principalmente in Sicilia e Sardegna, curando il loro spostamento fin verso le mete del nord Europa, garantendo loro anche un alloggio temporaneo e documenti falsi.

Undici persone sono state arrestate questa mattina dai poliziotti della Squadra mobile di Torino, in collaborazione con i colleghi di Firenze e Gorizia durante l’operazione “Mogadiscio”.

I membri dell’organizzazione criminale sono accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, abusiva attività di prestazione di servizi di pagamento, contraffazione di documenti di identità e traffico di sostanze stupefacenti, con l’aggravante dalla transnazionalità.

Gli investigatori hanno accertato che i migranti, arrivati in Italia, venivano sistemati o nascosti presso alloggi messi a disposizione dai componenti dell’organizzazione e in seguito trasferiti in Francia, Austria e Germania utilizzando documenti creati per l’occasione. Ad occuparsi dei trasferimenti erano dei “passeur”che li aiutavano ad oltrepassare le frontiere utilizzando treni, autobus o autovetture.

I documenti, al termine del viaggio, venivano restituiti agli associati per poter esser nuovamente utilizzati; inoltre, i migranti venivano istruiti sul comportamento da tenere in caso di controlli delle Forze dell’ordine e sulle dichiarazioni da rendere in caso di colloqui per la richiesta dello status di rifugiato.

Il gruppo era specializzato anche in prestazioni di servizi di pagamento, tra cui il trasferimento di somme di denaro per conto di terzi, a fronte del pagamento di una percentuale sulla somma trasferita. Le transazioni avvenivano tramite postepay o tramite la “Hawala”, cioè quella procedura in cui il denaro viene trasferito attraverso una rete di mediatori in un altro Paese tramite piattaforme informatiche e senza che ci sia un trasferimento materiale di soldi.

Alcuni degli indagati sono anche accusati di vendita di sostanze stupefacenti, principalmente marijuana e hashish, sul mercato torinese.

Nel corso delle indagini sono stati sequestrati circa 30 documenti falsificati, circa 21 chili di hashish, materiale informatico ed appunti vari.

Le attività investigative sono state svolte con il supporto del Servizio centrale operativo, del Servizio centrale per la cooperazione internazionale di polizia, Europol, la polizia e le autorità giudiziarie francesi e olandesi.

fonte e foto polizia di stato

Matera: violenza e minacce a immigrato, 6 arresti

Veniva “invitato” periodicamente, con violenza e minacce, a consegnare somme di denaro: 6 giovani materani questa mattina sono stati arrestati dalla Squadra mobile di Matera. L’accusa per tutti è di estorsione aggravata dall’uso delle armi, rapina e lesioni nei confronti di un giovane immigrato della Costa d’Avorio, regolare sul territorio nazionale e con un lavoro stabile.

Tre sono finiti in carcere mentre per gli altri 3 sono stati disposti gli arresti domiciliari. Il giovane da mesi veniva ripetutamente minacciato affinché consegnasse i soldi, 30/40 euro provento del suo lavoro di operaio edile, ai suoi aguzzini.

Più di una volta, i sei, con lo stesso sistema, lo invitavano anche a pagare il conto del bar che frequentavano regolarmente. Il giovane, dopo l’ennesimo episodio di violenza per il quale è dovuto ricorrere alle cure mediche e non riuscendo a frenare le pretese della banda, si è rivolto alla Squadra mobile della Questura.

Per due di loro l’accusa è anche di violenza privata in virtù delle minacce commesse successivamente alla denuncia presentata dal giovane immigrato, fatte proprio per indurlo a ritirare la querela.

fonte foto polizia di stato

Cremona: fermata organizzazione che trafficava migranti

Sono stati necessari due anni di indagine alla Squadra mobile di Cremona per bloccare un’organizzazione di trafficanti di esseri umani che operava a livello internazionale.

Gli arresti sono stati 18 e hanno interessato le province di Milano, Imperia, Genova, Reggio Emilia, Torino, Varese, Mantova, Pistoia, Reggio Calabria e Catania e la frontiera di Ventimiglia.

I poliziotti hanno scoperto un’ampia e ramificata associazione criminale che, a fronte di pagamenti, facilitava l’ingresso di cittadini extracomunitari provenienti dalla Siria, dall’Egitto, dall’Eritrea e dal Sudan.

L’organizzazione, che agiva per lo più tra Ventimiglia e Nizza, aveva base a Milano ed era composta da cittadini egiziani e maghrebini, afghani, sudanesi, albanesi, molti dei quali in possesso di un regolare permesso di soggiorno, ed in misura minore da cittadini romeni e italiani.

Al suo interno i ruoli erano ben definiti: al vertice vi erano dei cittadini egiziani che gestivano, sia mediante una fitta rete di contatti diretti con trafficanti che con la complicità di un altro appartenente al gruppo criminale residente a Catania, a sua volta in contatto con scafisti e trafficanti provenienti dal nord Africa, il traffico di clandestini provenienti principalmente dalla Siria e diretti nel nord Europa.

Grazie proprio ai contatti con gli scafisti, infatti, i membri dell’organizzazione riuscivano a sapere degli sbarchi che sarebbero avvenuti sulle coste siciliane o pugliesi, dopodiché indirizzavano i profughi verso la città di Milano; città che i profughi raggiungevano mediante pullman, treni o nell’ambito dei trasporti organizzati per la loro collocazione presso le strutture d’accoglienza. Una volta giunti a Milano gli stranieri venivano agganciati alla stazione Centrale e nelle vicinanze delle strutture d’accoglienza per organizzare i viaggi finalizzati all’attraversamento della frontiera italiana per raggiungere le desiderate mete del nord Europa.

In alcuni casi le persone arrivate in Italia clandestinamente contattavano direttamente i membri dell’organizzazione per ricevere istruzioni su come muoversi e cosa fare. Una volta terminate le trattative, le persone venivano accompagnate verso la frontiera di Ventimiglia dove venivano raggruppate e nascoste in attesa della predisposizione dei mezzi di trasporto necessari all’attraversamento della frontiera. I viaggi avvenivano quasi sempre di notte tramite una vasta rete di “passeur”, con auto, furgoni, camion all’interno dei quali i migranti spesso venivano stipati come “merce” da trasporto, all’interno di casse di legno o di bagagliai di autovetture, o, in quantità impressionanti, anche decine, stipati in piccoli furgoni.

Quasi sempre gli “accompagnatori” utilizzavano percorsi collaudati e ben conosciuti e, nei casi in cui veniva utilizzato il treno per il trasporto, si guardavano bene dal viaggiare con i migranti, ma occupavano carrozze diverse per non essere controllati in loro compagnia.

Nel corso delle indagini sono stati svolti anche servizi di appostamento svolti dalla Squadra mobile di Cremona con la collaborazione della Polizia di frontiera di Ventimiglia, della Squadra mobile di Imperia  e anche, in diverse occasioni, in collaborazione con la Polizia francese. Tali servizi hanno permesso di arrestare passeur, fermati mentre cercavano di far entrare illegalmente in Francia decine di immigrati

fonte e foto polizia di stato

Padova: arrestati sei nigeriani dalla Squadra mobile di Ragusa per tratta di esseri umani

Una storia fatta di violenze e soprusi lungo tutto il percorso che i migranti fanno per raggiungere l’Italia, “scortati” da bande di trafficanti di esseri umani senza scrupoli. È la storia raccontata da una minorenne costretta alla prostituzione che ha permesso alla Polizia di scoprire un’organizzazione criminale che dall’Italia favoriva l’arrivo di migranti ai fini dello sfruttamento.

Questa mattina a Padova sono stati arrestati sei nigeriani per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti di tratta di persone in danno di connazionali, anche di minore età, di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e traffico di stupefacenti.

L’operazione “Broken Chains” è stata portata a termine dai poliziotti del Servizio centrale operativo, della Squadra mobile di Ragusa e di Padova dopo sei mesi di indagini partite dalle rivelazioni di una minorenne nigeriana giunta nel nostro Paese a maggio 2016.

La ragazza aveva affrontato il pericoloso viaggio allettata dalla falsa promessa di un lavoro lecito con i guadagni del quale avrebbe aiutato la famiglia di origine. Invece, appena sbarcata in Sicilia ed essere stata collocata in una struttura protetta, la ragazza veniva rintracciata e portata via dal connazionale che aveva organizzato il viaggio per destinarla alla prostituzione.

Partendo da questo caso gli investigatori hanno scoperto che la sorte toccata alla giovane, non era un caso isolato ma, dietro la vicenda, si muoveva un’organizzazione criminale composta da nigeriani residenti a Padova alcuni nel Paese di origine ed altre persone, di diversa nazionalità, operanti in Libia nel business delle partenze dalle coste.

Le indagini consentivano di comprendere che l’associazione criminale gestiva in forma professionale i viaggi di connazionali. In questo caso specifico erano preferite le donne, una “merce” capace di produrre reddito per tutti gli operatori economici coinvolti nel viaggio:sia i trafficanti operanti in terra libica (alla continua ricerca di somme sempre più alte da pretendere per la liberazione, la partenza od il semplice sostentamento giornaliero dei migranti), sia i trafficanti che dall’Italia organizzavano i trasferimenti in fretta per immettere le donne nel mercato della prostituzione.

Le registrazioni delle conversazioni tra i trafficanti consentivano di comprendere come il territorio di Tripoli e quello circostante sia in questo momento una zona di “stoccaggio” di migranti dove le persone vengono ammassate in attesa che la trattativa sul prezzo si perfezioni.

fonte e foto polizia di stato

Prima che giunga il pagamento richiesto tutti subiscono ogni genere di vessazione, dal mancato sostentamento alle percosse, sino alle violenze sessuali.

ANCONA. IMMIGRAZIONE CLANDESTINA. ARRESTI.

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La Polizia di Stato di Ancona, in collaborazione con la Polizia federale tedesca e con il coordinamento della Procura della Repubblica-Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona e della Procura della Repubblica di Hof-Baviera, ha arrestato 2 persone ritenute responsabili dei reati di favoreggiamento della immigrazione clandestina e sequestro di persona a scopo di estorsione, aggravati dalla c.d. transnazionalità. L’indagine, eseguita dalla Squadra Mobile, a cui ha fornito un contributo anche la Polizia serba, era partita lo scorso mese di aprile quando un cittadino pakistano aveva denunciato di essere stato segregato da alcuni connazionali in un appartamento interrato di Belgrado, e liberato solo dietro pagamento di un riscatto di oltre 6.000 euro da parte del fratello, in aggiunta ai 2.000 euro che aveva già versato all’ organizzazione per raggiungere la Germania. Il pagamento di una tranche del riscatto era avvenuto in un ristorante tedesco ; altre tranches erano confluite su conti correnti bancari di Senigallia (AN) e Macerata ed un conto corrente postale di Ancona. La Squadra Mobile, allertata dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e dall’ Interpol, aveva da subito avviato una complessa attività investigativa anche tecnica, che nel tempo ha consentito di ricostruire i profili della organizzazione criminale transnazionale, individuando il capo, un pakistano di 30 anni residente a Macerata, operaio con impieghi saltuari, un 57enne ed un 42enne residenti a Senigallia. Ulteriori tre componenti sono stati individuati in Germania; dei sei componenti dell’ organizzazione, il capo della “cellula” italiana e quello della “cellula” tedesca sono stati tratti in arresto all’ alba in esecuzione di mandato di arresto europeo; le abitazioni degli altri quattro componenti, due in Italia e due in Germania, sono state perquisite, con il sequestro di materiale probatorio utile per le indagini. L’ organizzazione ha introdotto illegalmente in Germania e in parte in Francia diverse decine di connazionali dietro pagamento di cifre tra i 3.000 e gli 8.500 euro transitando dalla Turchia-Grecia.Macedonia – Serbia-Austria-Ungheria oppure, per giungere in Francia, dall’ Italia; i clandestini giunti a destinazione richiedevano asilo politico. I mezzi di trasporto erano auto e treno; per traversare alcune frontiere i clandestini erano costretti a camminare per chilometri anche a piedi. In diversi casi i passeurs pagavano le guardie di frontiera per assicurarsi l’ impunità. Allo stato le verifiche su possibili arrivi di sospetti terroristi tra i cittadini pakistani che sono ricorsi all’ organizzazione sgominata stamani hanno dato esito negativo.

FONTE FOTO POLIZIA DI STATO

VENTIMIGLIA. ARRESTATO PASSEUR DALLA POLIZIA DI STATO E DALLA POLIZIA DI FRONTIERA FRANCESE. ALL’INTERNO DEL FURGONE CELATI 2 BAMBINI.

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Nell’ambito di servizi di cooperazione italo-francese, finalizzati al contrasto dell’immigrazione clandestina, personale della Polizia di Frontiera di Ventimiglia e della Polizia di frontiera francese hanno arrestato un cittadino nizzardo 37enne, intercettato lungo il confine italo-francese per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Il passeur “traghettatore” è stato oggetto di osservazione da parte dei poliziotti di Ventimiglia che lo hanno seguito e fermato in territorio francese, a Breil sur Roya, in collaborazione con le autorità di frontiera transalpine, poiché aveva fatto salire a bordo del suo furgone Citroen un gruppo di stranieri, tra cui 2 bambini in tenera età.
All’interno del furgone, infatti, coperti da un telo, vi erano 8 eritrei privi di documenti, tra i quali tre donne e due bambini.  Condotto presso gli uffici della PAF di Mentone, il passeur è risultato essere già noto ai poliziotti transalpini per la sua appartenenza a gruppi “no border”, ed è stato tratto in arresto in Francia per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Nello stesso contesto, lo scorso 13 luglio, le Autorità francesi, in collaborazione con gli operatori del Settore di Ventimiglia, hanno tratto in arresto un cittadino tunisino che, verso corrispettivo, aveva trasportato dall’Italia alla Francia, a bordo di un furgone, 28 stranieri irregolari di nazionalità subsahariana.
Le operazioni sono espressione della consolidata cooperazione tra le Autorità di Frontiera dei due Paesi, particolarmente intensificata  dopo le determinazioni del Comitato misto tenutosi ad Imperia lo scorso aprile alla presenza dei Prefetti di Nizza ed Imperia, del Questore di Imperia e del Direttore interregionale della Polizia di Frontiera.

di Renato D’Angelo e Umberto Buzzoni

Fonte Foto Polizia di Stato

MILANO, POLIZIA DI STATO: OPERAZIONE “TRANSITUS” SMANTELLATA UN´ORGANIZZAZIONE CRIMINALE.

Visualizzazione di 1.jpgp1La Polizia di Stato di Milano ha arrestato 10 Stranieri per associazione a delinquere, finalizzata allo sfruttamento dell´immigrazione clandestina.Le Province interessate sono Monza, Milano, Brescia e Venezia. Gli agenti di  polizia hanno dato contestualmente esecuzione anche alla misura cautelare reale del sequestro preventivo di due veicoli che venivano utilizzati per compiere i “viaggi”. p2
L´operazione di Polizia denominata “TRANSITUS”, condotta dagli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Monza, ha permesso di ricostruire l´attività di una organizzazione criminale, verticistica e piramidale, i cui componenti  svolgevano l´attività di veri e propri “scafisti di terra”.
L´indagine, iniziata nel 2014,  ha preso il via dalle dichiarazioni rese ai poliziotti del Commissariato di Monza, da un cittadino egiziano avvicinato dal gruppo criminale, che aveva tentato di arruolarlo come autista per i trasporti all´estero dei clandestini, ma rifiutandosi di collaborare con il gruppo criminale si è rivolto alla Polizia.Il capo dell´organizzazione, un cittadino egiziano che, per il tramite di un complice in Sicilia, era in contatto direttamente con gli scafisti in partenza dalle coste africane, una volta avvisato che i profughi erano in partenza per l´Italia, attivava immediatamente il gruppo. Inviava i p3“procacciatori” alla Stazione Centrale di Milano, dove all´epoca fu allestito un punto di accoglienza per i profughi nei mezzanini della stazione, con il compito di contrattare con loro il “trasporto” verso il nord Europa. I cittadini dell´est Europa svolgevano poi le mansioni di “autisti”. L´attività di indagine della Polizia di Stato ha permesso di raccogliere fonti di prova in ordine a ben 20 viaggi effettuati in un solo mese, per un totale di circa 100 clandestini trasportati in nord Europa e circa 70mila euro di indebito profitto per il sodalizio criminale.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

Fonte Foto Polizia di Stato

Estradato in Italia il Boss della tratta di migranti

Visualizzazione di 3.pngVisualizzazione di 3.png1E´stato estradato in Italia Mered dalla Repubblica del Sudan  Yehdego Medhane, l’eritreo 35enne ritenuto tra i principali boss della tratta di migranti.
L´operazione, frutto di una lunga, proficua e riservata collaborazione tra i servizi di intelligence del Sudan, supportati da elementi della National Crime Agency del Regno Unito, la Procura Distrettuale di Palermo e l´apposito gruppo di lavoro della Polizia di Stato che, da alcuni anni, opera nel contrasto al traffico di migranti nella Sicilia Occidentale. Il MERED è ritenuto uno dei principali trafficanti di migranti operanti sulla rotta libica-subsahariana, destinatario di un provvedimento cautelare emesso, nell´aprile del 2015, dalla competente Autorità giudiziaria palermitana.
Il 10.4.2015, nell´ambito dell´inchiesta denominata “GLAUCO2”, la Procura Distrettuale di Palermo ha emesso 24 provvedimenti di fermo nei confronti di altrettanti cittadini stranieri, tra i quali MERED Medhanie Yehdego, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, nonché di favoreggiamento dell´immigrazione e della permanenza clandestine, aggravati dal carattere transnazionale del sodalizio malavitoso. L´8.5.2015, è stata disposta la custodia cautelare in carcere nei confronti del menzionato MERED, provvedimento esteso a livello internazionale. Tenuto conto del ruolo da lui ricoperto nel network criminale transnazionale dedito al traffico di migranti, nei suoi confronti è proseguita l´attività investigativa ai fini della cattura, anche dopo l´arresto degli altri sodali.
Il MERED ha manifestato più volte l´intenzione di allontanarsi dalla Libia, verosimilmente per recarsi in Svezia, dove vivrebbe sua moglie, soltanto dopo avere ottenuto
documenti validi ed un sicuro “deposito” per le ingenti somme di denaro accumulate.
La complessiva attività svolta ha messo in luce il ruolo di primaria importanza dell´eritreo nel traffico di esseri umani. Sono state ascoltate numerose conversazioni concernenti le proiezioni in Italia del sodalizio criminale capeggiato dal MERED, nonché i viaggi via mare organizzati dal trafficante. In alcuni casi, MERED ha indicato ai sodali italiani la partenza e l´eventuale arrivo; in altre occasioni, i parenti dei migranti hanno contattato MERED per avere contezza dell´esito della traversata intrapresa dai loro congiunti.
Obiettivo del network criminale capeggiato dal MERED è quello di ottenere il massimo guadagno da ciascun migrante, costringendo i loro familiari al pagamento di ingenti3i somme di denaro, suddivise in varie “fasi”. Il compenso viene corrisposto in merito alla prima fase del viaggio in Africa, successivamente per il trasporto via mare, a bordo di imbarcazioni fatiscenti ed, infine, per il raggiungimento dei Paesi del Nord Europa. La partenza verso la destinazione intermedia o finale viene “autorizzata” dall´organizzazione criminale solo dopo aver ricevuto il denaro.
In particolare, la National Crime Agency è riuscita a sviluppare relazioni di tipo sia strategico che operativo con le Autorità sudanesi. Il rintraccio del latitante e la conseguente cattura sono stati resi possibili grazie ad una intensa opera di cooperazione coordinata dalla Procura Distrettuale di Palermo. L´operazione costituisce una svolta fondamentale nel contrasto al traffico di esseri umani.

Fonte: foto Polizia di Stato

Genova: donna con il vizio del gioco gestiva giro di prostituzione

Gestivano un giro di prostituzione nel quartiere Sampierdarena di Genova, i quattro familiari di origine romena che sono stati arrestati questa mattina dalla Squadra mobile della città ligure.

Approfittando dello stato di estrema indigenza di alcune famiglie in Romania, l’organizzazione criminale attirava in Italia ragazze giovanissime convincendole poi a prostituirsi nelle strade del capoluogo ligure.

A capo della Banda di sfruttatori una donna di 61 anni con il vizio del gioco; gli investigatori hanno infatti accertato che il denaro intascato veniva, solo in parte, inviato in Romania mentre somme consistenti venivano sperperate, dalla donna, in sale bingo e alle slot machine.

Oltre al gioco, la donna, investiva i guadagni illeciti anche in gioielli.

fonte Polizia di Stato