Potenza, prodotti esplodenti illegali

Nell´ambito dei controlli effettuati per accertare  la presenza di prodotti esplodenti illegali o tenuti senza le prescritte cautele previste dalla legge allo scopo di prevenire l´uso sconsiderato in prossimità delle prossime feste di fine anno,   ha  sequestrato 170 kg di artifici pirotecnici
In  un esercizio commerciale, gestito da cittadini di nazionalità cinese, veniva constatato che, nel magazzino si trovavano depositati, numerosi artifici esplodenti di libera vendita che erano custoditi senza le prescritte cautele previste dalla legge, essendo gli stessi sistemati, pericolosamente, vicino a materiale altamente infiammabile. Gli artifici gli artifici esplodenti, quantificati in circa 70 KG lordi, venivano debitamente sottoposti a sequestro e successivamente, dopo la catalogazione, affidati ad un deposito di materiale esplodente autorizzato, in attesa delle determinazioni dell´ Autorità Giudiziaria. La stessa situazione si verificava, in un altro esercizio commerciale dove veniva constatato che, in un deposito annesso alla zona riservata alla vendita al pubblico, si trovavano accatastati, numerosi artifici esplodenti di libera vendita  che erano tenuti senza le prescritte cautele previste dalla legge. Gli stessi, infatti, erano stati sistemati unitamente a sostanze altamente infiammabili. Alcune confezioni, inoltre, venivano rinvenute dai poliziotti  con le micce pericolosamente in vista. Anche questi ultimi, quantificati in circa 100 Kg di fuochi pirotecnici venivano sottoposti a sequestro.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto polizia di stato

Sequestro di beni emesso dal Tribunale , ai sensi della normativa antimafia.

L’uomo, nel 2017, era stato arrestato nell’ambito dell’operazione “Dark side”, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip presso il Tribunale di Roma, nonché destinatario di un provvedimento di sequestro preventivo, che aveva interessato i suoi beni ed aziende, poiché ritenuto al vertice di un sodalizio criminale dedito all’illecito smaltimento di rifiuti, i quali venivano interrati in una ex cava alle porte di Aprilia (LT), in località Tufetto, senza alcuna autorizzazione al loro trattamento e senza alcun tipo di preventiva “preparazione” del luogo affinché i rifiuti potessero non disperdersi ed entrare in contatto con l’ambiente, arrecando grave danno alla collettività. Le attività investigative avevano consentito di accertare come l’ex imprenditore, avendo la disponibilità di questi terreni, fosse il promotore e gestore di traffici delittuosi, conducendo le attività illecite con il sostegno e la partecipazione dei familiari i quali, oltre ad organizzare l’attività di conferimento abusivo, provvedevano ad incassare i compensi per i vari “scarichi”. Dai servizi di monitoraggio ed osservazione adottati dagli investigatori era emerso che all’interno della cava erano stati realizzati, nell’arco di 5 mesi, circa 200 sversamenti abusivi, inclusi rifiuti di natura tossica, che avevano procurato elevatissimi profitti, poi reimpiegati nel circuito economico legale. Le indagini patrimoniali, svolte dalla Divisione Anticrimine e dal Servizio Centrale Anticrimine, hanno permesso di appurare che il soggetto – gravato, peraltro, da numerosi precedenti penali (violazione di sigilli, abusi edilizi, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, insolvenza fraudolenta, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, occultamento e distruzione di documenti contabili, truffa e bancarotta fraudolenta) e attivo, in passato, anche nel campo edile – nonostante sia stato, sin dal 1996, pressoché sconosciuto al fisco, era in possesso di grandi disponibilità economiche, essendo divenuto  il punto di riferimento di tutte le attività imprenditoriali della sua famiglia e di quelle gestite dai figli del primo matrimonio, sia di quelle riconducibili ai componenti della famiglia attuale.
Il soggetto, pur non rivestendo cariche formali nelle aziende di famiglia, ha esercitato il pieno dominio di tutte le società intestate ai suoi familiari. Queste attività hanno consentito all’uomo e alla moglie di acquisire un’importante disponibilità economica, necessaria al successivo reinvestimento in aziende, beni immobili ed attività commerciali, che in parte, hanno intestato anche a soggetti terzi. Con riferimento agli sversamenti monitorati nel corso dei soli 5 mesi di svolgimento dell’indagine, la remuneratività derivante dalla illecita attività del traffico di rifiuti è stata stimata in circa 180.000 euro; cifre confermate anche dalle risultanze delle attività tecniche, da cui si è evinto che in relazione ai trasporti effettuati per conto di una soltanto delle società conferitrici, gli introiti si sono attestati intorno ai € 330.000 euro all’anno. Il reddito formale del nucleo familiare, nell’arco temporale 1997-2016 è risultato inadeguato anche al semplice soddisfacimento delle primarie esigenze quotidiane, l’uomo è stato ritenuto il possessore di un complesso di beni non proporzionato alla sua capacità economica lecita e, pertanto, il Tribunale – Sez. Misure di Prevenzione di Roma, oltre al sequestro delle compagini societarie intervenuto in sede penale, ha ritenuto sussistenti i presupposti per disporre il sequestro, in vista della confisca, di 7 terreni, 9 fabbricati, nonché numerosi rapporti bancari, per un valore stimato in circa 1,5 milioni di euro.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato

COSENZA: 5 ARRESTI PER VIOLENZA SESSUALE PROTRATTASI PER DIECI ANNI

La Polizia di Stato di Cosenza ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa su richiesta della Procura della Repubblica di Castrovillari, nei confronti di 5 soggetti ritenuti responsabili di violenza sessuale di gruppo ed estorsione. Le indagini, condotte dal Commissariato di Corigliano Rossano, dalla Squadra Mobile di Cosenza e con l’ausilio di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine Calabria Settentrionale di Rende, hanno consentito di fare luce su una vicenda di violenza sessuale e di sevizie, avvenuta a Corigliano Rossano, nei confronti di una donna e protrattasi per ben 10 anni. L’attività investigativa è scaturita dalla denuncia presentata recentemente da una cittadina albanese, la quale narrava con dovizia di particolari di una serie interminabile di violenze sessuali, sevizie e soprusi di ogni genere subiti ad opera degli indagati, nel corso degli ultimi 10 anni, spiegando come, una comune relazione sentimentale extraconiugale con uno degli indagati, si fosse in breve tempo trasformata in un’escalation di brutali violenze fisiche e psicologiche. Gli indagati minacciavano la vittima che avrebbero ucciso il figlio di appena 5 anni ed il proprio compagno, qualora si fosse rifiutata di fornire delle prestazioni sessuali.  La donna veniva pertanto sottoposta ad ogni genere di violenze sessuali nonché a richieste estorsive di denaro, costretta a subire rapporti sessuali anche di gruppo e comunque pratiche sessuali violente consistenti in vere e proprie sevizie, nonché a consegnare agli indagati consistenti somme di denaro sotto la minaccia di divulgare filmati che la ritraevano in atteggiamenti sessuali espliciti. A causa delle violenze subite, che le provocavano ematomi, lividi e segni evidenti sulle braccia e sul corpo, la cittadina albanese si era recata due volte, nel 2017, presso un ospedale di Roma, per giustificare con i familiari, all’oscuro di tutto, una non meglio specificata malattia che gli provocava questi segni evidenti sul corpo. A riscontro di quanto denunciato dalla vittima, i poliziotti hanno effettuato varie perquisizioni domiciliari a carico degli indagati nel corso delle quali sono stati rinvenuti 480 grammi di marijuana, un bilancino di precisione ed una serra per la coltivazione indoor della stessa marijuana, nonché attrezzi utilizzati per effettuare prestazioni sessuali particolari. Sono in corso ulteriori indagini finalizzate all’identificazione di altri soggetti che nel corso di questo lungo lasso di tempo si sono resi corresponsabili di violenze sessuali nei confronti della cittadina albanese.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
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Firenze: giochi on-line adescamento di minori

Nell’ambito delle attività di contrasto alla pedopornografia on-line, il Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Firenze ha registrato un crescente aumento dei reati di adescamento in danno di minori attraverso l’utilizzo di giochi on-line, su piattaforme che ad oggi contano milioni di utilizzatori. E’ stato accertato che le modalità di adescamento avvengono solitamente attraverso le chat dei videogiochi, condotte inizialmente all’interno di gruppi allo scopo di garantirsi la fiducia dei minori partecipanti, per poi spostarsi su altre piattaforme di messaggistica privata connotate da espliciti contenuti sessuali. In sede di indagine è emerso che gli autori delle condotte illecite sopra descritte, allo scopo di ottenere file video e foto di nudo dei loro interlocutori minorenni, abbiano talvolta offerto a quest’ultimi ricariche utili all’acquistare delle ccdd skin – aggiornamenti del gioco che consentono un miglioramento della grafica – audio e di altri servizi che agevolano il giocatore ad avanzare nel gioco.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
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Ndrangheta: Operazione della Polizia di Stato contro le cosche di Siderno.

È in corso dalle prime ore di questa mattina una vasta operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, finalizzata all’esecuzione di 28 ordinanze di custodia cautelare (23 in carcere e 5 agli arresti domiciliari) nei confronti di elementi di vertice, affiliati e prestanomi delle ‘ndrine MUIÀ e FIGLIOMENI e della potente cosca COMMISSO di Siderno (RC), ritenuti responsabili, a vario titolo, dei delitti di associazione mafiosa transnazionale ed armata, porto e detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, esercizio abusivo del credito, usura e favoreggiamento personale, commessi con l’aggravante del ricorso al metodo mafioso, ovvero al fine di agevolare la ‘ndrangheta.L’operazione è la prosecuzione dell’inchiesta Canadian Ndrangheta Connection nell’ambito della quale, il 18 luglio scorso, il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e la Squadra Mobile di Reggio Calabria hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto 12 soggetti affiliati alla ‘ndrina MUIA’. Gli investigatori stanno eseguendo anche perquisizioni in Calabria e Liguria. Impiegati 150 uomini e donne della Polizia di Stato.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
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Operazione della Polizia Postale di Catania

La Polizia di Stato di Catania ha denunciato in stato di libertà alla Procura Distrettuale due persone, di 31 e 50 anni, ritenute responsabili di interruzione di pubblico servizio.
La Polizia Postale aveva ricevuto una segnalazione in merito all’esistenza sul social Facebook del gruppo denominato “Posti di blocco Catania”, con circa 40.000 iscritti, ed avente come finalità quella di segnalare preventivamente agli utenti eventuali posti di blocco e di controllo delle forze dell’ordine nella provincia etnea.
Le indagini della Polizia hanno consentito di identificare due soggetti, gli odierni indagati, quali amministratori del gruppo e, pertanto, come coloro che avevano la piena responsabilità della creazione e delle informazioni veicolate al suo interno. Ad ogni buon fine sono in corso accertamenti anche sugli utenti e sulle attività da essi compiute. Si rammenta che segnalare preventivamente posti di blocco e controlli della Polizia costituisce un reato poiché cagiona o, in ogni caso, turba la regolarità del servizio di pubblica sicurezza.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
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Cochabamba (Bolivia). Arresto.

Investigatori del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, poliziotti della  Squadra Mobile di Trapani e della D.C.S.A., gruppi speciali della polizia boliviana hanno catturato in località Cochabamba (Bolivia) il latitante mazarese Paolo LUMIA di 51 anni, destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa il 18.04.2019 dalla Corte di Appello di Palermo, a seguito della condanna in secondo grado alla pena di 16 anni di reclusione per associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. LUMIA è ritenuto essere un “broker” specializzato nei canali dell’illecita importazione di sostanza stupefacente ,del tipo cocaina e hashish, grazie ai contatti diretti con narcos colombiani e boliviani ed ai legami con esponenti della criminalità organizzata siciliana. Il latitante è stato individuato grazie ad autonome attività d’indagine del Servizio Centrale Operativo e della Squadra mobile trapanese che hanno consentito una sua localizzazione in territorio boliviano.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo 
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Catania. “Operazione Tana della Luna”

La Polizia Postale e delle Comunicazioni di Catania, coordinata dalla Procura Distrettuale e la Procura per i Minorenni di Catania ha eseguito una vasta operazione contro la pedopornografia on-line e conclusasi al momento con 51 indagati per detenzione e divulgazione di pornografia minorile, di cui 30 minori.  L’attività investigativa è stata svolta dalla Polizia Postale di Catania sotto la direzione del Centro Nazionale Contrasto Pedo Pornografia on-line (CNCPO) del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni. Le indagini hanno preso avvio dopo la denuncia di una donna, madre di un adolescente, che si era accorta della presenza, sullo smartphone del figlio, di immagini erotiche di minori pubblicate su due gruppi Whatsapp, gruppi ai quali il figlio era iscritto, denominati “Tana della Luna” e “scoobyDank”.  Gruppi che inizialmente condividevano immagini e video del genere “gore” ovvero di torture, suicidi e simili. La donna ha consegnato spontaneamente il dispositivo mobile al personale della Polizia Postale che ha acquisito con sofisticate strumentazioni forensi il contenuto del telefono e, in particolare, dei gruppi Whatsapp.
I poliziotti hanno avviato un meticoloso lavoro investigativo finalizzato a ricostruire le dinamiche e le eventuali condotte penalmente rilevanti poste in essere dai singoli aderenti, circa 300, riuscendo ad identificare coloro che avevano divulgato o richiesto video e immagini di pornografia minorile, con vittime anche in età infantile.
L’odierna operazione ha messo in luce la gravità di un fenomeno delittuoso, quello della diffusione di materiale pedopornografico da parte di soggetti adolescenti che cercano e si scambiano tra loro pornografia anche infantile. Numeroso il materiale informatico sequestrato che sarà sottoposto ad approfondite analisi informatiche.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

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CATANIA: OPERAZIONE “HOSTAGE”

La Polizia di Stato di Catania, su delega della locale Procura Distrettuale della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia – ha dato esecuzione ad ordinanza di custodia cautelare nei confronti di dodici persone ritenute responsabili dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso (clan Mazzei), associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di marijuana e cocaina ed estorsione aggravata, per avere commesso il fatto sia con il metodo mafioso che al fine di favorire l’associazione medesima. L´attività investigativa, svoltasi tra settembre 2016 – marzo 2018, di tipo tecnico e tradizionale è stata condotta nei confronti di esponenti dell’organizzazione mafiosa Mazzei – “Carcagnusi” in particolare esponenti della squadra di “Lineri”, frazione di Misterbianco (CT) nonché di esponenti dell´organizzazione mafiosa Santapaola-Ercolano operativi sul medesimo territorio.  La squadra di “Lineri” riusciva a controllare la vasta porzione di territorio in cui operava attraverso l´imposizione del “pizzo” ad attività commerciali ed imprenditoriali della zona. Sei sono gli episodi estorsivi accertati nel corso delle indagini e rispetto ai quali il Gip ha riconosciuto la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza. In alcuni casi è emerso che il clan non si limitava a pretendere la dazione di somme di denaro, specie in occasioni delle festività pasquali e natalizie ma, come accertato in un episodio, pretendeva la fornitura di arredi per un valore di euro 20.000. Nel corso delle indagini sono stati, altresì, raccolti elementi di prova in ordine all´esistenza di un´associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti provenienti dall´Albania.In tale contesto, dai servizi tecnici è emerso che i trafficanti albanesi, allo stato non identificati, hanno di fatto sequestrato per qualche mese due persone, anch´esse indagate, che erano state inviate, dall’organizzazione criminale nel paese balcanico a garanzia dell´estinzione di un debito relativo ad una fornitura di sostanze stupefacenti.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
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Foggia, antimafia

OPERAZIONE ANTIMAFIA DELLA POLIZIA DI STATO E DELLA D.D.A. DI BARI. LA POLIZIA DI STATO ARRESTA OTTO PERSONE CONTIGUE ALL’ASSOCIAZIONE MAFIOSA DENOMINATA “SOCIETÀ FOGGIANA”.La Polizia di Stato di Foggia sta eseguendo un’ ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP presso il Tribunale di Bari nei confronti di 8 persone, contigue alla batteria mafiosa dei “SINESI-FRANCAVILLA”. Le indagini dei poliziotti della squadra mobile hanno accertato che gli stessi sono gravemente indiziati dei reati di estorsione e detenzione di materiale esplodente aggravati dal metodo mafioso.

Di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
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