Dubai, la polizia «cattura» i criminali con uno sguardo (e i Google Glass)

cosa-sono-google-glassdi Corriere della Sera

Un po’ Robocop un po’ Minority Report: dal prossimo anno gli agenti potranno contare, non solo sulle auto superveloci già in dotazione, ma anche sugli occhiali «intelligenti»

Non solo superveloci (grazie alle supercar da oltre 6 milioni di dollari che hanno in dotazione), ma anche «smart». Merito dei Google Glass che, a partire dall’inizio dell’anno prossimo, permetteranno ai poliziotti di Dubai di riconoscere un delinquente al primo sguardo. In realtà, quattro di questi dispositivi sono attualmente già a disposizione degli agenti ed usati per le infrazioni stradali e l’identificazione delle auto ricercate, ma le nuove dotazioni verranno implementate con la tecnologia per il riconoscimento facciale che, collegandosi al database della Polizia, permetterà all’agente di beccare all’istante il possibile sospetto mediante controllo fotografico.

Questioni di privacy

Iniziativa più che lodevole nell’ambito della lotta alla criminalità, se non fosse che – almeno in teoria – chiunque nelle vicinanze di un poliziotto potrebbe dunque essere soggetto ad un controllo e non avere idea che gli è stata scattata una foto o che la sua faccia venga in quel momento controllata in un elenco criminale. Ovvero, tutto quello che l’anno scorso la casa madre di Mountain View aveva assicurato non avrebbe mai permesso accadesse coi Google Glass per motivi di privacy. Peccato però che la stessa dichiarazione d’intenti non precluda agli sviluppatori di creare un’applicazione per conto proprio e caricarla poi sul dispositivo. Che è esattamente quello che la polizia di Dubai ha fatto, come ha precisato al giornale locale «7 Days» il Colonnello Khalid Nasser Al Razooqi, direttore generale dello «Smart Service Department», la divisione nata con l’intento di trasformare gli agenti dell’Emirato in veri e propri «smart officers» a metà strada fra Robocop e Minority Report entro il 2018. «Il software di riconoscimento facciale è stato sviluppato internamente – si legge infatti nell’articolo – e consentirà ai Google Glass di collegarsi al database delle persone ricercate e di riconoscere l’eventuale sospetto tramite foto, allertando così immediatamente l’agente che indossa il dispositivo». Ma in rete già ci s’interroga sulle inevitabili ripercussioni che tale progetto avrà sulla privacy, sottolineando al contempo quanto sia facile andar contro le direttive di Google: un precedente pericoloso, con non può non far riflettere.

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