Latitante da dieci anni, preso a Capo Verde spacciatore genovese

di Repubblica

Stefano Marchi “tradito” dai soldi che gli inviava la madre.  Deve scontare vent’anni di carcere

La Polizia ha arrestato nella Repubblica di Capo Verde il latitante Stefano Marchi, genovese, inserito nell’elenco dei cento ricercati più pericolosi, ritenuto elemento di spicco di un’organizzazione criminale composta da italiani e sudamericani dedita all’importazione e allo spaccio di ingenti quantitativi di cocaina.

A tradire Stefano Marchi, il superlatitante genovese arrestato ieri sull’isola di Majo a Capo Verde dalla polizia, sono stati i soldi che i suoi familiari gli inviavano dall’Italia per le spese di ordinaria amministrazione. Erano la mamma e il fratello che con cadenza quasi mensile mandavano piccole somme di denaro. Non solo. Nel 2011 gli agenti di polizia lo avevano localizzato una prima volta, sempre nell’arcipelago di Capo Verde, grazie a una intercettazione dove spiegava alla madre di avere fatto spostare alcune piante di aloe perchè le radici stavano rompendo il muretto di cinta  della villa dove si era rifugiato. “Le ha fatte mettere dal lato mare e dal lato polizia”, facendo così intuire il luogo dove si trovava. Ma subito dopo aveva cambiato residenza, facendo perdere di nuovo le tracce.

Marchi, che deve scontare una pena definitiva a 19 anni e 11 mesi, secondo l’accusa farebbe parte di una associazione criminale, composta da italiani e sudamericani, che importava cocaina dalla Colombia facendola arrivare prima in Europa e poi a Genova e nel Tigullio.

Ad eseguire l’ordine di cattura gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Genova, coordinati dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia.

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