Siracusa, operazione “Demetra”

Nel pomeriggio del 2 settembre 2020, su delega di questa Procura Distrettuale della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri di Siracusa hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Catania nei confronti di ventisette persone facenti parte di due sodalizi criminali operanti a Siracusa, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Ad alcune di loro è stato contestato anche il delitto di estorsione aggravata dall’utilizzo del metodo mafioso. Per venticinque dei predetti indagati è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per altri due è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari.
L’operazione odierna, convenzionalmente denominata “Operazione Demetra”, costituisce l’esito dell’attività d’indagine coordinata da questa Direzione Distrettuale Antimafia, sviluppata dalla Squadra Mobile di Siracusa e dalla Compagnia Carabinieri di Siracusa in un arco temporale che va dal 2016 al 2019.
Le attività investigative svolte dalle due forze di polizia in momenti temporali differenti hanno acclarato la perdurante operatività del sodalizio criminale dedito al traffico di sostanze stupefacenti denominato gruppo della “Via Italia”, che ha la sua base logistica e operativa nella città di Siracusa, in via Italia 103, interessando nel tempo anche la vicina piazza San Metodio. L’esistenza e la pervicacia criminale del predetto sodalizio erano già state accertate nell’ambito dell’operazione “Itaca” del 2012. Le indagini hanno documentato come l’attività criminosa dell’organizzazione si concretizzasse prevalentemente nel traffico di sostanze stupefacenti, mediante la gestione di una redditizia piazza di spaccio, ubicata nella citata piazza San Metodio, dove i pusher del gruppo ruotavano in turni prefissati per garantire agli assuntori la possibilità di acquistare la droga in qualunque momento della giornata. Il gruppo presentava una precisa organizzazione gerarchica all’interno della quale ciascun affiliato svolgeva compiti ben precisi in cambio dello “stipendio” settimanale.
Le attività investigative si sono sviluppate attraverso l’utilizzo di metodi tradizionali oltre che di intercettazioni telefoniche ed ambientali accompagnate dall’uso di sistemi di videoripresa. Importante anche l’apporto fornito da diversi collaboratori di giustizia che ha consentito di integrare ulteriormente il quadro probatorio a carico degli indagati.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo 

foto Polizia di Stato

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