Falsi corsi per falsi poliziotti, scoperta truffa in Sicilia

da Polizia di Stato

Bastava pagare da 500 a 700 euro e si  riceveva il kit del perfetto “agente” di polizia stradale. Questa è la truffa messa in piedi da 5 siciliani a Caltanissetta.

Con sei ore di corso ed un esame teorico-pratico gli aspiranti “agenti” della polizia stradale acquisivano il diritto di indossare una pettorina,  avere in dotazione paletta e lampeggiante blu e mettersi in tasca un tesserino di riconoscimento. In almeno un caso è stato addirittura  simulato un posto di blocco per il superamento dell’esame.

Non paghi i truffatori attribuivano ai corsisti anche i gradi: si andava dal grado di “agente” a quello di “commissario capo” di questa  specialità.

Tutto falso ovviamente e tutto documentato dagli agenti, quelli veri, della Digos di Caltanissetta che in occasione di una visita di  un’autorità in provincia avevano notato questi strani “colleghi” che si davano un gran da fare in mezzo alla strada con paletta e pettorina.

La polizia ha sequestrato complessivamente 37 tessere plastificate con la scritta “Servizio di polizia stradale” , 9 pettorine, 8 palette in  dotazione alla polizia, 4 lampeggianti, 3 pass di autorizzazione al parcheggio, 18 autorizzazioni a detenere palette, casacche e lampeggianti e 16  attestati di partecipazione ai corsi di “polizia stradale”.

Nuovi sportelli antiracket a Caltanissetta e Caserta

da Ministero Interno

Il progetto di Confindustria e Commissario antiracket, finanziato dal Pon sicurezza, è stato presentato nella prefettura della provincia siciliana in presenza del ministro dell’Interno e del presidente di Confindustria. Cancellieri: al lavoro per il rating antimafia alle imprese

Nascerà a Caltanissetta e a Caserta una rete di sportelli antiracket a sostegno delle imprese che denunciano. È il contenuto del progetto ‘Caltanissetta e Caserta, città sicure e moderne’ presentato questa mattina nella prefettura del capoluogo nisseno dal presidente di Confindustria Caltanissetta Antonello Montante, che ha firmato la relativa convenzione in presenza del ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, del presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, del commissario straordinario antiracket Giancarlo Trevisone e del vice capo della Polizia Nicola Izzo.

Si tratta di un progetto pilota sul quale si è cominciato a lavorare 10 anni fa, quando Confindustria Sicilia adottò il codice etico che impegna gli imprenditori aderenti a denunciare il ‘pizzo’. È finanziato con fondi del Pon sicurezza 2007-2013 e realizzato da Confindustria con il supporto del Commissario antiracket e antiusura, soggetto beneficiario dei fondi. L’iniziativa punta non solo a sostenere le aziende che decidono di sganciarsi dal condizionamento della criminalità ma anche a fare cultura d’impresa e di legalità, facendo conoscere tutti gli strumenti esistenti per opporsi al racket senza dover soccombere.

Il messaggio da parte delle istituzioni è che «Lo Stato c’è e ce la metterà tutta, chi vuole denunciare troverà sempre una porta aperta». Così il ministro Cancellieri ha commentato il progetto, aggiungendo, senza dimenticare il ruolo della società civile, che «se la gente non decide di aiutarci non si arriverà a nessun risultato». Concetti ribaditi dal commissario antiracket Trevisone, per il quale «la lotta alla criminalità organizzata non deve essere compito esclusivo di magistrati e forze dell’ordine, ma è necessario che tutti si espongano e prendano posizione, dalla società civile alle associazioni di categoria».

L’impegno nella lotta contro il racket è forte anche da parte di Confindustria, che attuerà materialmente il progetto. Lo ha sottolineato la presidente Marcegaglia ricordando che si tratta di una delle mission dell’associazione, che ha aderito a livello nazionale al modello lanciato in Sicilia operando una «scelta complessa perché significava espellere le imprese che non pagano il pizzo».

Il ministro Cancellieri, che ha ribadito il suo favore per l’assegnazione di un ‘rating‘ antimafia alle imprese, annunciando che «il progetto è già in stato avanzato», dopo la firma della convenzione si è recato con Marcegaglia nella sede dell’Area di sviluppo industriale della provincia di Caltanissetta (Asi), dove ha incontrato gli industriali del territorio.