La Squadra mobile chiude l'”Officina del crimine” di Caserta

da Polizia di Stato

L’operazione anticamorra “Officina del crimine” conclusa questa mattina a Caserta dalla Squadra mobile ha portato in  carcere 19 affiliati ed esponenti di spicco del clan Belforte, detti “i Mazzacane”, attivo nella zona di Marcianise e del casertano. Altre 15  persone erano già state arrestate nel corso delle indagini perché sorprese in flagranza di reato, mentre 43 sono indagate in stato di  libertà.

Sequestrate 4 case, terreni, 110 conti correnti bancari, alcune ditte individuali e quote di una società edile, per un valore complessivo di  oltre 1 milione di euro.

Diversi sono i reati contestati: associazione a delinquere finalizzata al traffico, detenzione e cessione continuata di stupefacenti, estorsione  continuata e aggravata, detenzione e porto illegale di armi da sparo, comuni e da guerra, tutti aggravati dal metodo mafioso e dal fine di  agevolare l’organizzazione camorristica dei Belforte.

L’indagine, che ha preso spunto dalla denuncia relativa ad una tentata estorsione nei confronti di un imprenditore edile, ha permesso di  individuare un’officina (da cui il nome dell’operazione) di San Nicola la Strada (Caserta) che era diventata il quartier generale  dell’organizzazione.

Microfoni e telecamere nascoste nell’edificio hanno fatto conoscere agli investigatori i contenuti dei summit camorristici che si tenevano al suo  interno, permettendo loro di fare piena luce sulle attività illecite portate a termine dagli uomini del clan nel periodo compreso tra il  2007 e il 2008.

A tirare le fila del gruppo c’era il boss detto “Capitone”, che impartiva i suoi ordini dagli arresti domiciliari. Una parte degli uomini si  dedicava alle estorsioni, perpetrate nei confronti di un meticoloso elenco di imprenditori, ritrovato all’interno dell’officina.

Decine gli episodi estorsivi documentati dagli investigatori a Caserta, San Nicola la Strada, San Marco Evangelista, Marcianise. Vittime non solo i  cantieri edili, ma anche aziende di noleggio video giochi, ambulanti, ditte d’installazione di luminarie, gommisti, rivendita di caravan e articoli  da campeggio.

Il resto dell’organizzazione si occupava del traffico e spaccio di droga, in particolare cocaina, ma anche crack e hashish; gestiva una capillare  rete di spacciatori capace di alimentare diverse piazze attraverso uno dei propri referenti.

Proprio dopo l’arresto dell’uomo, avvenuto nel 2007, la gestione del business è stata affidata ad un altro gruppo che per questo pagava una “royalty” di 50mila euro al mese. Grazie a numerosi galoppini che provvedevano a confezionare e vendere la droga, l’organizzazione riusciva a coprire numerose zone: Caserta, San Nicola la Strada, Marcianise, Maddaloni, Santa Maria a Vico, Casapulla, San Prisco.

I camorristi avevano a disposizione anche molte armi da sparo, compresi alcuni mitra kalashnikov.

Antimafia, più forza al protocollo di salvaguardia ambientale per Caserta

 da Ministero dell’Interno

Il ministro Cancellieri nella città campana per presiedere una riunione tecnica interforze e per la firma del documento che integra l’accordo del 2011 contro le ecomafie: «Il lavoro è intensissimo, il modello Caserta molto efficace». Attenzione alta contro il rischio inquinamento voto per le amministrative

Nuovi soggetti hanno aderito al protocollo organizzativo di salvaguardia ambientale della provincia di Caserta contro le ecomafie del 2011, e le istituzioni hanno rinnovato il loro impegno nel perseguimento dei suoi scopi con la firma, questa mattina, nella prefettura della città campana, dell’addendum al protocollo. A presenziare alla firma, il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri insieme al procuratore di Santa Maria Capua Vetere Corrado Lembo e al prefetto Carmela Pagano.
Il documento di adesione al protocollo promosso nel 2011 dalla prefettura di Caserta e dalla procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere è stato siglato oggi dall’Università degli studi di Napoli Parthenope, dall’amministrazione provinciale di Caserta, dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa Campania) e dal Centro italiano ricerche aerospaziali. L’obiettivo dell’addendum al protocollo è dare un affondo alla lotta contro le urgenze ambientali del casertano: discariche abusive, scarichi nelle acque reflue non autorizzati, sversamento illecito dei residui della produzione caseraria, solo per fare qualche esempio. La strada è unire forze e risorse per dare il massimo supporto all’attività investigativa.
Cancellieri, prima della firma, ha presieduto in prefettura una riunione tecnica di coordinamento delle Forze di polizia delle province di Napoli e Caserta, proprio mentre Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza eseguivano 44 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di presunti appartenenti al clan camorrista Belforte di Marcianise (Ce), accompagnate da sequestri di beni per un valore di 10 milioni. Sul fronte antimafia «il lavoro è intensissimo», ha dichiarato il ministro in conferenza stampa, «il modello Caserta ha dato ottimi risultati e continua ad essere molto operativo e molto efficace. C’è la volontà di andare avanti e aggiungere ancora ulteriori successi». Cancellieri ha anche assicurato l’attenzione delle Forze dell’ordine sul pericolo di inquinamento del voto per le elezioni amministrative del 6 e 7 maggio. La questione, ha concluso sul punto, «viene affrontata costantemente dalle prefetture».

La titolare del Viminale, che ha aperto la sua giornata nel casertano portando dei fiori sulla tomba di don Giuseppe Diana, ucciso nel 1994 in un agguato camorrista a Casal di Principe, ha inoltre escluso legami tra camorra, clan dei Casalesi e il terrorismo di Al Quaeda.

Nuovi sportelli antiracket a Caltanissetta e Caserta

da Ministero Interno

Il progetto di Confindustria e Commissario antiracket, finanziato dal Pon sicurezza, è stato presentato nella prefettura della provincia siciliana in presenza del ministro dell’Interno e del presidente di Confindustria. Cancellieri: al lavoro per il rating antimafia alle imprese

Nascerà a Caltanissetta e a Caserta una rete di sportelli antiracket a sostegno delle imprese che denunciano. È il contenuto del progetto ‘Caltanissetta e Caserta, città sicure e moderne’ presentato questa mattina nella prefettura del capoluogo nisseno dal presidente di Confindustria Caltanissetta Antonello Montante, che ha firmato la relativa convenzione in presenza del ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, del presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, del commissario straordinario antiracket Giancarlo Trevisone e del vice capo della Polizia Nicola Izzo.

Si tratta di un progetto pilota sul quale si è cominciato a lavorare 10 anni fa, quando Confindustria Sicilia adottò il codice etico che impegna gli imprenditori aderenti a denunciare il ‘pizzo’. È finanziato con fondi del Pon sicurezza 2007-2013 e realizzato da Confindustria con il supporto del Commissario antiracket e antiusura, soggetto beneficiario dei fondi. L’iniziativa punta non solo a sostenere le aziende che decidono di sganciarsi dal condizionamento della criminalità ma anche a fare cultura d’impresa e di legalità, facendo conoscere tutti gli strumenti esistenti per opporsi al racket senza dover soccombere.

Il messaggio da parte delle istituzioni è che «Lo Stato c’è e ce la metterà tutta, chi vuole denunciare troverà sempre una porta aperta». Così il ministro Cancellieri ha commentato il progetto, aggiungendo, senza dimenticare il ruolo della società civile, che «se la gente non decide di aiutarci non si arriverà a nessun risultato». Concetti ribaditi dal commissario antiracket Trevisone, per il quale «la lotta alla criminalità organizzata non deve essere compito esclusivo di magistrati e forze dell’ordine, ma è necessario che tutti si espongano e prendano posizione, dalla società civile alle associazioni di categoria».

L’impegno nella lotta contro il racket è forte anche da parte di Confindustria, che attuerà materialmente il progetto. Lo ha sottolineato la presidente Marcegaglia ricordando che si tratta di una delle mission dell’associazione, che ha aderito a livello nazionale al modello lanciato in Sicilia operando una «scelta complessa perché significava espellere le imprese che non pagano il pizzo».

Il ministro Cancellieri, che ha ribadito il suo favore per l’assegnazione di un ‘rating‘ antimafia alle imprese, annunciando che «il progetto è già in stato avanzato», dopo la firma della convenzione si è recato con Marcegaglia nella sede dell’Area di sviluppo industriale della provincia di Caltanissetta (Asi), dove ha incontrato gli industriali del territorio.