Andria, Gdf scopre maxi truffa olio d’oliva: 16 arresti

olioda TGCOM24

Blitz della Gdf di Andria, in Puglia: tre associazioni per delinquere che gestivano un giro d’affari illecito stimato in 30 milioni di euro sono state smantellate dai militari: 16 arresti in tutto. L’indagine è a carico di imprenditori pugliesi accusati, con la complicità di indagati calabresi: si trasformava olio di oliva comunitario in olio 100% italiano biologico.

L’inchiesta ha accertato che le tre presunte organizzazioni criminali pugliesi – due delle quali facevano capo ad uno stesso imprenditore andriese – si sono avvalse della complicità di imprese che commercializzano olio di oliva in Puglia e in diverse città della Calabria.

A queste imprese era affidato il compito – secondo il procuratore di Trani, Carlo Maria Capristo, e il pm inquirente Antonio Savasta – di fornire false fatture attestanti fittizi approvvigionamenti di olio extravergine di oliva prodotto in Italia necessari ‘cartolarmente’ a legittimare ingenti acquisti di olio proveniente, in realtà, dalla Spagna. In sostanza, l’olio d’oliva comunitario, con la complicita’ di altri indagati (confezionatori e commercianti all’ingrosso) veniva messo sul mercato come olio biologico 100% italiano, sfruttando il valore aggiunto delle menzioni riservate ai prodotti ‘Made in Italy’ e biologico.

Tonnellate di tonno all’olio contaminato – L’indagine ha permesso anche di apporre i sigilli a circa 400 tonnellate di olio dalle qualità organolettiche scadenti e/o contaminate. L’olio sequestrato – secondo le indagini della Guardia di Finanza – era miscelato con grassi di diversa natura contenenti fondami ed impurezze imputabili al circuito della raccolta degli oli esausti della ristorazione, nonché di provenienza furtiva, oppure, scortati da documenti di accompagnamento indicanti natura e qualità diversi da quelli reali.

Allarme spamming

dal Sito Ufficiale della Guardia di Finanza

Una nuova frode telematica si sta diffondendo sfruttando il logo istituzionale della Guardia di Finanza.

Decine di utenti hanno visto apparire, sullo schermo del computer,  un avviso web firmato Guardia di Finanza con il quale si comunica che il computer è stato bloccato e si invita l’utente a versare la somma di € 100,00 per ripristinarne la funzionalità.

Altri utenti hanno ricevuto al proprio indirizzo di posta elettronica, una e-mail nella quale venivano richieste informazioni personali.

Invitiamo chiunque ricevesse un avviso del genere, di non pagare.

Coloro che sono caduti “nella trappola”, pagando la somma, sono pregati di segnalare quanto accaduto al più vicino Reparto della Guardia di Finanza.

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