Strage di Capaci: 8 nuovi arresti per la morte di Falcone. C’è anche il boss Madonia

corriere della sera 1992da Corriere.it

La Direzione investigativa antimafia (Dia) ha eseguito otto provvedimenti di custodia cautelare, emessi dal gip di Caltanissetta su richiesta della Direzione distrettuale antimafia (Dda) diretta dal procuratore Sergio Lari, nell’ambito delle indagini sulla strage di Capaci. Effettuate anche numerose perquisizioni.

BOSS – Tra gli 8 arrestati c’è il capomafia Salvo Madonia, già detenuto al carcere duro, così come in carcere si trovano le altre 7 persone cui è stato notificato il provvedimento. Tra loro Cosimo D’Amato, un pescatore di Santa Flavia (Palermo), finito in manette nel novembre scorso su ordine dei pm di Firenze che indagano sulle stragi mafiose del ’93. Secondo gli inquirenti, avrebbe fornito l’esplosivo utilizzato per gli attentati di Roma, Firenze e Milano. I pm nisseni gli contestano di avere procurato alle cosche anche il tritolo usato per l’eccidio di Capaci. D’Amato avrebbe recuperato l’esplosivo da residuati bellici che erano in mare. Gli altri arrestati sono Giuseppe Barranca, Cristofaro Cannella, Cosimo Lo Nigro, Giorgio Pizzo, Vittorio Tutino e Lorenzo Tinnirello, tutti in carcere già da tempo, con condanne pesanti per reati di mafia ed omicidio. La nuova inchiesta, che si è basata soprattutto sulle dichiarazioni dei pentiti Gaspare Spatuzza e Fabio Tranchina, ha consentito di fare emergere il ruolo della famiglia mafiosa di Brancaccio nella preparazione e nell’esecuzione dell’attentato.

VELO – Nell’attentato del 23 maggio 1992 furono uccisi il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta. L’inchiesta della Dda, che si è basata anche sulle dichiarazioni dei pentiti Gaspare Spatuzza e Fabio Tranchina, ricostruisce i tasselli mancanti relativi alle fasi deliberativa, preparatoria ed esecutiva della strage di Capaci. In particolare gli inquirenti affermano di avere «squarciato il velo d’ombra nel quale erano rimasti alcuni personaggi, mai prima d’ora sfiorati dalle inchieste sull’eccidio di Capaci». (Fonte: Ansa)

Anniversario Capaci, Monti: “Cercare la verità”

da  TG COM

“Non bisogna mai stancarsi di cercare la verità sulle morti di Falcone e Borsellino. Non esistono ragioni di Stato che possano giustificare ritardi nella ricerca della verità”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Monti, a Palermo con il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, per inaugurare un monumento ai caduti nella lotta contro la mafia, nel ventennale delle stragi di Capaci e via D’Amelio.

Monti ha aggiunto che “non bisogna mai stancarsi di trovare la verità”. E bisogna farlo “per le vittime della mafia, per i familiari, per gli onesti, per i cittadini e per dare la speranza ai nostri figli”. “Sulle stragi di Falcone e Borsellino in questi anni sono emersi particolari che hanno fatto rivedere sentenze e pezzi mancanti che devono essere cercati fino in fondo”.

“Oggi dobbiamo dire con forza che non bisogna illudersi – ha affermato Monti – Cosa nostra non si sconfigge solo a Palermo, la ‘ndrangheta solo a Reggio Calabria e la camorra solo a Napoli. Tutto il nostro Paese deve impegnarsi nella lotta alle mafie, senza illudersi di esserne immuni”.

Il ricordo di Francesca Morvillo e degli uomini di scorta
“Francesca Morvillo – ha detto ancora Monti – scelse consapevolmente di spendere la propria vita a fianco di un uomo in costante pericolo di vita. Nessuno può sapere o immaginare come siano stati complessi quegli anni per lei, che aveva il difficile compito di sostenerlo nei momenti più duri, di condividerne i pensieri più intimi, di ricavare ogni tanto un momento di serenità insieme, di non farlo mai sentire solo”.

“Lo stesso vale per i tre uomini della scorta -Vito Schifani, Rocco Di Cillo e Antonio Montinaro- sapevano perfettamente di rischiare ogni giorno la vita scortando uomini e donne dello Stato che a Palermo lavoravano contro un nemico brutale e spietato, malgrado questo scelsero di mettere le loro capacità professionali, le loro competenze, le loro vite a servizio della lotta alla mafia”.

Elogio ai giovani
“Sto vedendo la manifestazione più bella, più forte e più viva contro la mafia, che è quella di questi giovani che sono qui. Questa è veramente la voglia di combattere la mafia. Magnifico!”, ha commentato il premier.

Brindisi, “Terrore non ci spaventerà”
A prescindere dal movente “di questo gesto atroce”, “tanti cittadini hanno voluto dimostrare che non si faranno spaventare dal terrore”. Lo ha detto Mario Monti durante il suo discorso al giardino della memoria dedicato alle vittime della mafia, a proposito di quella che ha definito “la strage di Brindisi”.

Napolitano: “Mafia resta problema per la democrazia. Ma non ci faremo intimidire”
“La mafia e le altre espressioni della criminalità organizzata restano un problema grave per la democrazia da perseguire con la più grande determinazione e tenacia” sulla strada dell’esempio di Falcone e Borsellino. Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano prendendo parte alla commemorazione della strage di Capaci.

“Non ci facemmo intimidire, non lasciammo seminare paura e terrore né nel ’92 né in altre dure stagioni sconvolgenti; tantomeno cederemo ora” ha aggiunto Napolitano riferendosi ai recenti attacchi terroristici e ai rigurgiti mafiosi.

Napolitano:”Gli assassini di Melissa la pagheranno”
Dall’Aula Bunker dell’Ucciardone, il capo dello Stato ha poi voluto ricordare anche Melissa, la 16enne morta nell’attentato di Brindisi di sabato. “Questi nemici del consorzio civile e di ogni regola di semplice umanità avranno la risposta che si meritano – ha detto Napolitano-. Se hanno osato stroncare la vita di Melissa e minacciare quella di altri sedicenni aperti alla speranza e al futuro, e se lo hanno fatto a Brindisi in quella scuola per offendere la memoria di una donna coraggiosa, di una martire come Francesca Morvillo Falcone, la pagheranno, saranno assicurati alla giustizia”.