DOPO IL SISMA, LA FESTA DELLA REPUBBLICA: SOLIDARIETA’ E POLEMICHE

di Petula Brafa

Con la tradizionale parata ai Fori Imperiali, alla presenza del Presidente Giorgio Napolitano e delle autorità intervenute, è stata celebrata oggi la 66a Festa della Repubblica, anticipata dal rovente clima polemico dei giorni scorsi.

Infatti, nell’immediatezza della recente tragedia emiliana, da più parti del mondo politico era stato lanciato l’invito a rinunciare ai festeggiamenti ed a stornarne i finanziamenti preventivati in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici dello scorso maggio.

Diverso il parere del Capo dello Stato, che ha voluto spegnere ogni contrasto, non solo per la tardività di un intervento di richiamo dei fondi già investiti nelle celebrazioni, ma anche per il dovuto riconoscimento alle forze armate per la sicurezza e per l’unità del Paese.

“Unità e solidarietà”, – ha dichiarato il Presidente – “questo ci occorre per superare tutte le emergenze e le prove, come ci dicono i nostri 150 anni di storia”. E, replicando duramente alle invettive di Di Pietro e Maroni contro lo spreco di denaro pubblico, ha aggiunto che “Ci sono vecchie posizioni negatrici del ruolo delle forze armate e delle parate militari, che hanno usato strumentalmente il terremoto”.

Dopo la deposizione della corona d’alloro all’Altare della Patria ed il silenzioso tributo alle vittime del sisma, hanno sfilato i gonfaloni delle regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna e delle province di Bologna, Ferrara, Mantova, Modena, Reggio Emilia e Rovigo, posizionati in tribuna d’onore e chiamati ad aprire e chiudere la parata, alla presenza del Capo dello Stato, dei Presidenti del Consiglio Mario Monti, di Camera e Senato Gianfranco Fini e Renato Schifani, della Corte Costituzionale Alfonso Quaranta, della Regione Lazio Renata Polverini, della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, nonché del Ministro della Difesa Giampaolo Di Paola e del Capo di Stato Maggiore della Difesa Biagio Abrate.

In un’edizione rigorosa e sobria, – annullata la tradizionale esibizione delle frecce tricolori -, il pubblico ha accolto con calore il Presidente Napolitano, mostrando di condividerne i valori di solidarietà nazionale, tanto più sollecitati dalla catastrofe emiliana. A riguardo, il Presidente della Regione Emilia Romagna Errani ne ha difeso le posizioni, ribadendo che “Il fatto che il Capo dello Stato abbia scelto di dedicare la parata alle vittime e alle popolazioni terremotate è un segno importante di solidarietà e unità della Repubblica”.

La contestata assenza dei segretari PD Bersani e PDL Alfano, del Sindaco di Roma Alemanno nonché la defezione annunciata dell’Italia dei Valori e della Lega  sono state compensate, di contro, dalle adesioni dei partiti centristi di Casini, Rutelli e Cesa, ma soprattutto dalle presenze istituzionali dei Ministri dell’Interno Cancellieri, della Giustizia Severino, degli Esteri Terzi, dell’Istruzione Profumo, dei sottosegretari Catricalà e Peluffo, del procuratore antimafia Grasso e del Capo della Polizia Manganelli.

Al ricordo dei terremotati emiliani si sono uniti anche i parenti dei marò trattenuti dalle autorità indiane, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. “Siamo qui per Massimiliano e Salvatore,” – hanno dichiarato la sorella ed il nipote di Latorre –  “per ricordare, insieme al dramma dei terremotati dell’Emilia, anche il loro. Che non sono liberi di tornare in patria”.

Il Capo dello Stato ha infine voluto encomiare l’operato dei soccorritori nel sostegno offerto alle popolazioni colpite dal sisma. “Un riconoscimento particolarmente sentito va ai reparti intervenuti con la Protezione civile in soccorso dei cittadini emiliani che un disastroso terremoto ha, in questi giorni, così duramente e dolorosamente colpito.” – ha detto il Presidente. – “Con il loro impegno essi testimoniano ancora una volta la totale dedizione delle Forze Armate alla nostra Italia e alla sua gente di cui sono nobile espressione. Quei reparti saranno oggi virtualmente al fianco delle unità che sfilano Roma”.

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