La Geografia del Narcotraffico

di De Marco Grazia

Nel corso della presentazione del World Drug Report 2012, lo scorso 26 Giugno, il russo Yuri Fedotov , Direttore esecutivo della UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime), l’agenzia anticrimine delle Nazioni Unite , fondata nel 1997,  ha affermato che “L’eroina, la cocaina e le altre droghe mandano in frantumi non solo molte persone, ma anche le loro famiglie trascinandole nella miseria e nell’insicurezza……”.

Negli ultimi due anni, le droghe più diffuse, a livello mondiale, sono state la cannabis, la cocaina e l’eroina, che hanno fatto registrare percentuali elevatissime di consumatori: tra 119 e 224 milioni, mentre 27 milioni di persone risultano tossicodipendenti da eroina e cocaina, nonostante i sequestri di stupefacenti, negli ultimi anni, risultino in aumento, soprattutto per quanto riguarda cocaina, hashish e marijuana.

Secondo i dati forniti dalla DCSA (Direzione Centrale dei Servizi Antidroga), infatti, i sequestri di cocaina sarebbero aumentati del 65,12%, quelli di hashish dello 0,22% e quelli della marijuana del 98,15%, mentre si è registrato un decremento nei sequestri di eroina -14,09%, anfetaminici -77,43% e LSD -82,89%.

L’UNODC, ha come obiettivo quello di combattere il crimine organizzato e le droghe, lavorando soprattutto sul campo dell’informazione sui danni derivanti dall’uso della droga e nel coordinamento delle Polizie nel mondo. Ttra gli argomenti più interessanti trattati nel corso della presentazione del World Drug Report 2012, vi è quello riguardante le “rotte delle droghe”.

Queste ultime, infatti, rappresentano la scelta strategica primaria dei narcotrafficanti, i quali sono disposti ad andare anche contro i normali criteri di economicità, per la necessità di far arrivare a destinazione il maggior quantitativo di sostanza possibile, ricercando vie di flusso sempre nuove e meno controllate.

La rilevazione delle direttrici di flusso delle sostanze stupefacenti verso i mercati di destinazione viene effettuata in prima istanza analizzando i contributi di intelligence provenienti da organismi internazionali di settore, quali: UNDCP, OIPIC-INTERPOL ed EUROPOL, oltre che dalle Agenzie Straniere Antidroga dei vari Paesi corrispondenti con DCSA.

L’Italia non è area di produzione, ma rimane comunque rilevante la sua importanza come terra di transito verso altri Paesi e come punto di destinazione per le esigenze di consumo del mercato interno.

Il nostro Paese, oltre che per la sua compattezza di territorio, è famoso nel mondo per essere caratterizzato dalla presenza di organizzazioni criminali che contribuiscono alla gestione del traffico illecito a connotazione, sia nazionale che internazionale. A livello nostrano, la ‘ndrangheta sembra l’organizzazione criminale maggiormente coinvolta nei traffici di cocaina, mentre per l’eroina e i derivati della cannabis quelle più attive sembrano la camorra, la criminalità siciliana, pugliese  e quella laziale. Ovviamente, come per l’Italia anche per il resto dei Paesi la maggior parte dei traffici di stupefacenti viene gestita dalle grandi organizzazioni criminali locali, tra le più famose: i cartelli colombiani, le triadi cinesi (impiantate nel triangolo d’oro (foto) compreso tra la Birmania, il Laos, la Thailandia ed il Vietnam) e la yakuza giapponese, famosa per i traffici di metanfetamine ed eroina.

Le grandi organizzazioni italiane, ovviamente, fanno riferimento, a loro volta, ad organizzazioni straniere a base etnica, come quelle albanesi, interessate a controllare la “Rotta Balcanica” (foto) grazie a stabili alleanze con organizzazioni turche specializzate nella grande distribuzione di eroina, cocaina e marijuana. Poi vi sono le organizzazioni Marocchine, sempre più dedite al traffico della cocaina ed  infine quelle Tunisine e Nigeriane, coinvolte nel traffico a minuto dell’eroina e concentrate soprattutto a Caserta, Napoli, Padova e Torino.

 

In termini generali le rotte della droga verso l’Italia vengono distinte per macrodirettrici: da ovest la cocaina del Sud-America, da Est l’eroina Afghana e la marijana albanese e da sud hashish marocchino.

In realtà, però, non è tutto così prestabilito, poiché i narcotrafficanti tengono in considerazioni molteplici aspetti, che poi determinano la scelta di una rotta come: la permeabilità dei sistemi di controllo, la connivenza delle autorità locali, la facilità di approdo ed, infine, la disponibilità di vettori.

Oppio ed eroina si muovono dall’Afghanistan attraverso tre direttrici: quella del nord attraverso le Repubbliche Centro-Asiatiche, quella del Sud attraverso il Pakistan  ed, infine, quella più massiccia attraverso l’Iran. Queste ultime due, poi, si ricongiungono ad un macroflusso che, tramite la “Rotta Balcanica”, giunge ai mercati Europei. Questi flussi passano, sia attraverso rotte marittime (porto di Karachi in Pakistan), sia attraverso rotte aeree (Karachi, Lahore, Peshawar).

Per quanto riguarda la cocaina, invece, le principali linee di transito sono quelle: latino-americane (dai Paesi produttori verso Argentina, Uruguay, Stati-Uniti, Canada ed Europa) e quella Atlantica (dal Venezuela, Colombia, Brasile e Argentina, verso l’Europa) (foto). In tale contesto, i porti più utilizzati appaiono quelli  Europei di Lisbona, Malaga, Marsiglia e quelli del Tirreno e della Sicilia, mentre gli scali aeroportuali più sfruttati sono quelli di Madrid, Parigi, Londra, Francoforte, Milano e Roma.

La “Rotta Mediterranea” (foto) per quanto riguarda l’haschish si snoda secondo tre direttrici: quella dal Libano verso  Cipro, Grecia, Italia, Francia e Spagna; quella della Penisola Iberica, via Atlantico, fino al nord Europa ed in ultimo quella che dal Marocco va fino in Nord America.

 

Un consolidato canale di flusso di cannabis e derivati è invece quello attivo tra Albania e Italia, attraverso la rotta che interessa i porti di Durazzo e Valona per la parte albanese e quelli di Bari, Brindisi e Otranto per il versante italiano.

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