SICUREZZA INFORMATICA: A ROMA, IL PRIMATO DEI VIRUS

di Petula Brafa

Il 17° “Internet Security Threat Report”, stilato da Symantec sulla diffusione dei virus informatici nel 2011, rende noto il primato dell’Italia, dopo Taiwan, per numero di computer infetti coordinati dall’esterno (cosiddetti “bot”) per lanciare attacchi su altri apparecchi e per quantità di spam: secondo l’azienda produttrice di antivirus, infatti, il 4% dello spam e del phishing diffuso tra Europa, Medio Oriente ed Africa ha origine dal nostro paese e, – nel computo dei 42 miliardi di spam quotidiano -, una email su 701 è in lingua italiana.

Seguiti da Cina, Regno Unito, Giappone e Russia, detentori del primato degli attacchi informatici lanciati da cybercriminali sono invece gli Stati Uniti, cresciuti – a differenza dello spam, passato dal 86% del 2010 al 75% del 2011 – , fino all’81% ed estesi agli apparecchi di ultima generazione, inclusi tablet, smartphone,  android e social network, dai quali trafugare dati, informazioni e, soprattutto, identità in ambito privato e pubblico.

Curiosamente, l’attenzione dei cybercriminali è attratta dai siti religiosi più che dai siti solo per adulti: a differenza dei primi, vietati ai minori e sottoposti a rigidi controlli, quelli di culto sono più facilmente violabili, prestandosi allo scopo di diffondere i virus proprio tra i loro ignari frequentatori.

Resta il fatto che gli accessi malevoli, a scopo di furto di identità o di violazione del sistema, attengono largamente anche i settori aziendali non dirigenziali, soprattutto gli uffici vendita, le risorse umane, le pubbliche relazioni.

A questo riguardo, il Rapporto della società californiana offre un importante strumento di valutazione anche per le Autorità, sempre più alle prese con la criminalità informatica veicolata anche dalle truffe on line.

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