DAL SOGNO OLIMPICO ALL’ACCUSA DI OMICIDIO, FAVOLA PISTORIUS DIVENTA INCUBO

da Agenzia di Stampa – Italpress

La scorsa estate, a Londra, la sua storia sembrava la classica favola a lieto fine. Di chi, nonostante una grave menomazione, era riuscito a vincere la sua battaglia. Sei mesi dopo, invece, quella favola si trasforma nel peggiore degli incubi. Quel cappuccio che ne copre il volto mentre esce in manette dalla stazione di polizia riporta alla mente altri casi di sportivi passati dalla stelle alla polvere, su tutti OJ Simpson, che non si è mai liberato dei sospetti sull’omicidio dell’ex moglie Nicole. Oscar Pistorius, il “Blade Runner” dell’atletica, rischia ora di fare la stessa fine. La notizia del suo arresto a Pretoria stamane è un fulmine a ciel sereno. Le prime indiscrezioni sono frammentarie, le circostanze non chiare, si sa soltanto che ha assassinato la fidanzata, la 30enne ex modella Reeva Steenkamp, che dallo scorso novembre frequentava l’atleta sudafricano. Originaria di Port Elizabeth, laureata in legge, appena domenica scorsa aveva rilasciato un’intervista in cui descriveva il fidanzato come “un uomo impeccabile che ha sempre a cuore i miei interessi” e ieri, sul suo account Twitter, scriveva: “Che asso avete nella manica per sorprendere il vostro amore domani a San Valentino?”. Già, il giorno di San Valentino. Dietro la sua morte una sorpresa finita male, almeno questo quello che avrebbe raccontato Pistorius agli inquirenti. Mentre Oscar dormiva nella sua casa di Pretoria, Reeva sarebbe entrata di soppiatto e il 26enne atleta paralimpico, pensando si trattasse di un ladro, avrebbe afferrato la sua pistola, una calibro 9, sparando. Quattro colpi hanno raggiunto la ragazza, alla testa, al petto e al braccio. I paramedici vengono chiamati tra le 4 e le 5 del mattino, poco dopo l’arrivo della polizia. Le prime ricostruzioni, lo scambio di persona, tutti a immaginare un Pistorius quasi vittima di se stesso.
“Penso che questo metta in evidenza il livello di paura che la gente sudafricana ha – il racconto a Sky News della giornalista locale Kalay Maistry – Pistorius e’ un uomo che va a letto, la fidanzata vuole fargli una sorpresa ma in quel momento pensa che qualcuno voglia entrare in casa e afferra la pistola”. Il riferimento e’ al fatto che il Sudafrica sia tra i Paesi con il piu’ alto tasso di criminalita’ al mondo e non e’ insolito che la gente tenga in casa delle armi per proteggersi contro eventuali intrusi. Ma qualcosa alla polizia non torna. Le forze dell’ordine hanno ricevuto la telefonata non dall’atleta ma da un’altra persona. E che le cose forse non siano andate come è stato raccontato all’inizio lo si evince dalle prime dichiarazioni ufficiali della polizia, che si dice “sorpresa” dalle ricostruzioni, visto che la zona dove abitava l’atleta era tra le più sicure di Pretoria, e soprattutto perchè le prime testimonianze dipingono un quadro diverso. “Stiamo parlando con i vicini e altre persone che hanno sentito delle urla gia’ la sera prima e quando c’e’ stata la sparatoria”, rivela il brigadiere Denise Beukes, precisando che gia’ in precedenza c’erano stati incidenti “di natura domestica”. E poichè Pistorius e la fidanzata erano le uniche persone presenti nell’abitazione al momento dell’accaduto, per l’atleta, unico sospettato, cambia l’accusa: non omicidio colposo ma volontario. Il 26enne atleta sudafricano viene portato anche in ospedale per essere sottoposto ad accertamenti medici, compresi gli esami del sangue, mentre l’udienza preliminare davanti ai magistrati di Pretoria, inizialmente fissata per il pomeriggio, viene fatta slittare a domani mattina, con l’atleta che passerà la notte in carcere anche perchè la polizia ha già fatto sapere di volersi opporre a un possibile rilascio su cauzione.
In attesa di conoscere la verità, è un sipario pesante quello che cala sul 26enne di Sandton, che ad appena 11 mesi perde entrambe le gambe per una grave malformazione salvo ‘ribellarsi’ e diventare un protagonista dell’atletica leggera. Il grande exploit è alla Paralimpiade di Atene 2004, dove vince l’oro nei 200 e il bronzo nei 100, ma presto si fa strada in lui un’idea folle: correre con i normodotati e farlo in un’Olimpiade. La sua battaglia comincia otto anni fa, quando esprime per la prima volta il desiderio di varcare il muro della disabilita’ e gareggiare a Pechino. Tanti gli ostacoli, anche qualche successo, come quando, nel luglio 2007, si cimenta nei 400 al Golden Gala di Roma. Ma le sue protesi in carbonio lo rendono troppo diverso dagli altri secondo la Iaaf. Per la Federazione internazionale dell’atletica, Pistorius ha paradossalmente un vantaggio e gli nega il via libera. Ma il giovane sudafricano non si arrende, lotta come in pista e nel giugno 2008 il Tas gli da’ ragione, anche se poi fallisce il minimo olimpico e resta spettatore in quel di Pechino, sebbene alle Paralimpiadi cinesi faccia incetta di medaglie (oro su 100, 200 e 400). I successivi quattro anni sono invece quelli della rincorsa a Londra, con Pistorius che gareggia ai Mondiali di Daegu raggiungendo la semifinale dei 400 e poi la finale della staffetta 4X400 dove pero’ il Sudafrica vince l’argento senza di lui. Il minimo olimpico resta ancora una volta tabu’ ma la scelta della sua Federazione di selezionarlo per la staffetta gli spalanca le porte della gara individuale e a Londra diventa, la scorsa estate, il primo biamputato a gareggiare in un’Olimpiade. Centra la semifinale dei 400 e disputa la finale della staffetta 4X400 mentre nelle successive Paralimpiadi aggiunge altri due ori e un argento alla sua collezione. Una favola, appunto. Almeno fino ad oggi.
(ITALPRESS).

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