Delitto di Perugia, svolta nell’inchiesta: arrestati l’ex fidanzato di Julia e suo padre

alessndroda ilmessaggero.it

Parola chiave: svolta. Da dizionario: «cambiamento di direzione». Applicata al giallo di via Ettore Ricci, all’omicidio di Alessandro Polizzi stroncato nel letto della fidanzata Julia Tosti quindici giorni fa dal colpo di pistola di un misterioso killer, il concetto assume anche quello per certi versi complementare di «accelerata verso la soluzione». Un vortice di elementi, tessere del puzzle che finalmente sembrano in grado di incastrarsi. Tanto sul fronte degli accertamenti tecnici che su quello delle indagini. Del movente che possa aver portato qualcuno ad ammazzare un ragazzo di ventiquattro anni, in quella che dagli investigatori fin dalle prime ore è stata definita una vera e propria esecuzione.

Andiamo con ordine. Nuovi accertamenti tecnici non ripetibili in materia di balistica e biologia sono stati disposti dalla procura sulle auto di Valerio e Riccardo Menenti, e al casolare di Todi. I due indagati per omicidio e tentato omicidio, l’ex fidanzato di Julia e il papà, che hanno sempre respinto ogni addebito professandosi completamente estranei alla faccenda e innocenti. Gli accertamenti in questione probabilmente sono stati ordinati dalla questura dopo l’arrivo da Roma dei risultati della polizia scientifica sulle impronte digitali isolate e analizzate. Secondo quanto si apprende, sarebbero in programma per venerdì.

In particolare i nuovi accertamenti sono finalizzati alla ricerca di tracce biologiche attraverso il Luminol e di residui di sparo. Saranno dunque svolti dalla polizia scientifica venerdì in questura su alcune auto di proprietà o in uso a Valerio Menenti e altre del padre Riccardo. Gli investigatori si sposteranno quindi a Todi, in località Frontignano, presso un casale della famiglia.
«Aspettiamo tranquilli che gli inquirenti completino il loro lavoro» ha detto l’avvocato Luca Patalini che difende i due indagati. I due hanno sempre negato qualsiasi coinvolgimento nella vicenda. Nessun commento dai legali delle altre parti interessate all’indagine come persone offese dal reato, i congiunti di Polizzi e la Tosti, rappresentati dagli avvocati Giovanni Rondini, Nadia Trappolini e Luca Maori. Tutti potranno nominare loro consulenti per seguire lo svolgimento degli accertamenti tecnici.

Movente alternativo. Ma potrebbe esserci di più. Potrebbe esserci contemporaneamente l’emergere di un altro filone di indagine, probabilmente collegato al primo. In altre parole, se l’inserire nel registro degli indagati i due Menenti e gli ulteriori accertamenti richiesti per venerdì sembrano aver indirizzato fin da subito le indagini (in mano alla squadra mobile diretta da Marco Chiacchiera e coordinate dal pm Antonella Duchini) lungo la strada del delitto passionale, potrebbe prendere corpo un’altra via per spiegare l’omicidio. Specie se da quegli accertamenti non emergessero elementi a supporto della prima ipotesi investigativa, oppure ne emergessero alcuni in grado di far svoltare decisamente le indagini verso un movente alternativo.
In altre parole, potrebbe configurarsi uno scenario diverso e rimasto fino a questo momento sullo sfondo. Quello cioè legato al «mondo della notte», fatto di soldi che girano alla velocità delle hit musicali mixate in discoteca. Un mondo di emozioni forti, e situazioni che qualche volta possono essere anche al limite. Un mondo in cui la vittima, la giovanissima Julia e Valerio il tatuatore entrano ed escono seguendo il ritmo dei fine settimana, delle serate in giro per locali e di quelle alle sagre. Realtà del tutto lecite e consentite, che riguardano migliaia di giovani e meno giovani. Ma che in alcuni casi, specie per quanto riguarda il mondo della notte legato ai locali notturni, può rappresentare l’approdo inconsapevole verso situazioni in cui è facile entrare e difficilissimo tirarsi fuori.

In mezzo a questo turbine, c’è una ragazza ancora neanche ventenne che ha visto il proprio fidanzato morire ammazzato da un colpo di pistola, rischiato a sua volta di morire, e che ancora (allo stesso modo della sua famiglia) non si sente del tutto sicura. E c’è una famiglia, quella di Alessandro Polizzi, cui qualcuno ha strappato un figlio ancora senza un motivo ben preciso. Una famiglia che si domanda come sia possibile arrivare ad ammazzare un ragazzo per questioni personali, oppure per altre che al momento sembrano ancora più incomprensibili. Perché Alessandro lavorava nell’azienda di famiglia, mangiava a casa quasi ogni giorno, viveva con i genitori. E una possibile, qualsiasi, altra faccia della medaglia è loro pensiero impossibile.

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