Disastro ambientale Ilva: 53 indagati, anche Vendola

vendolada AGI.IT

Il ‘terremoto’ giudiziario che a Taranto ci si attendeva e’ alla fine arrivato, e investe trasversalmente le diverse e numerose figure che contavano nell’Ilva dei Riva ed anche il mondo di ieri e di oggi della politica locale e regionale e il mondo della tutela ambientale pugliese. C’e’ infatti anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, tra i 53 destinatari degli avvisi di conclusione delle indagini nell’inchiesta della Procura di Taranto per il disastro ambientale dell’Ilva. E’ stata la Guardia di Finanza a notificarli. Vendola e’ uno degli amministratori pubblici coinvolti nell’indagine, e gli viene mossa l’accusa di concussione per le pressioni che, da governatore, avrebbe fatto sui vertici dell’Arpa Puglia, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, a proposito degli accertamenti sull’inquinamento dello stabilimento siderurgico di Taranto.

Nell’inchiesta e quindi destinatari di avvisi di conclusione delle indagini, ci sono anche Emilio Riva e i figli Nicola e Fabio Riva, della proprieta’ dell’Ilva, i primi due arrestati a luglio scorso e per un anno ai domiciliari, il secondo e’ ancora in Inghilterra e soggetto a procedura di estradizione in Italia perche’ colpito a novembre scorso da ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Ci sono anche tre societa’ come destinatarie della notifica di conclusione delle indagini: l’Ilva, la Riva Fire e la Riva Forni elettrici. E in questo caso la notifica e’ stata fatta rispettamente a Enrico Bondi, in quanto commissario straordinario dell’Ilva (incarico assunto lo scorso giugno), a Angelo Massimo Riva come legale rappresentante della Riva Fire ed a Cesare Federico Riva per la Riva Forni elettrici spa, nella veste di rappresentanti delle tre societa’ chiamate in causa. Tornando invece ai nominativi direttamente investiti dai magistrati tarantini, ci sono anche l’ex presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, e gli ex direttori dello stabilimento dell’Ilva di Taranto, Luigi Capogrosso e Adolfo Buffo. Inoltre, Francesco Perli, legale dell’azienda, e Lanfranco Legnani, Alfredo Ceriani, Giovanni Rebaioli, Agostino Pastorino ed Enrico Bessone, questi ultimi tutti “fiduciari” della famiglia Riva nello stabilimento di Taranto. Per la parte politico-amministrativa, oltre a Vendola, anche l’attuale assessore regionale all’Ambiente, Lorenzo Nicastro, l’ex assessore regionale e attualmente parlamentare di Sel, Nicola Fratoianni, il sindaco di Taranto, Ezio Stefano, l’ex presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido, l’ex assessore all’Ambiente della Provincia di Taranto, il consigliere regionale della Puglia Donato Pentassuglia.
Coinvolti anche il direttore generale e il direttore scientifico dell’Arpa Puglia, Giorgio Assennato e Massimo Blonda. Al presidente della Regione e all’assessore regionale all’Ambiente, e’ stato direttamente il comandante della Guardia di Finanza di Taranto, colonnello Salvatore Paiano, a consegnare gli avvisi. Indagato l’ex consulente della Procura, il docente universitario Lorenzo Liberti, e l’ex consulente dell’Ilva, Girolamo Archina’.

Stessa sorte anche per i dirigenti della Regione Francesco Manna, ex capo di gabinetto di Vendola, Davide Pellegrino, attuale capo di gabinetto del presidente, Antonello Antonicelli, dirigente regionale dell’Ambiente. Indagato pure Dario Ticali, a capo della commissione che nell’agosto 2011 varo’ l’Autorizzazione integrata ambientale all’Ilva, accusato di abuso e rivelazione di segreti d’ufficio in concorso. Ticali risponde di quest’accusa insieme a Fabio Riva, Luigi Capogrosso, Girolamo Archina’ (Ilva), Luigi Pelaggi (ministero Ambiente), Francesco Perli (Ilva), Vittoria Caterina Romeo (Ilva) e Pierfrancesco Palmisano (Regione Puglia). Secondo i pm, Ticali, “tenendo contatti non istituzionali con Ilva spa”, sebbene i commissari della commissione Aia “fossero tenuti ad osservare il segreto d’ufficio sulle attivita’ oggetto dell’incarico”, consegnava a Capogrosso una bozza dell’Aia “per consentire al gruppo Riva di interloquire ed ottenere l’eliminazione di prescrizioni “non gradite”.

“Andro’ il prima possibile a rispondere alle domende del pubblico ministero; ho superato molte prove e, grazie a Dio, sono sempre riuscito a superarle brillantemente”, le parole di Vendola nella conferenza stampa tenuta oggi. Secondo Vendola, “saremmo allo stravolgimento dei principi dello Stato di diritto: penso che sia una fase preliminare e che la verita’ arrivera’ immediatamente”. (AGI) .

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