I GIOCHI OLIMPICI DI RIO DE JANEIRO MINACCIATI DA TERRORISMO JIDAISTA

islam-654380L’incubo del terrorismo jidaista piomba sulle olimpiadi di Rio de Janeiro, che inizieranno il prossimo 5 agosto.

Il ministro della giustizia del Brasile, Alexandre de Moraes, infatti, ha confermato il fermo di una presunta cellula terroristica composta da 10 persone di nazionalità brasiliana, fra cui un 17 enne, reclutate tramite web dall’ISIS, che avevano iniziato “un addestramento alle arti marziali ed all’uso delle armi da fuoco”. L’arresto è stato eseguito dalla Polizia Federale del Paese verdeoro, a seguito di un’operazione condotta in collaborazione con l’ABIN (agenzia nazionale brasiliana di intelligence), la Polizia del Paranà (il leader del gruppo è di Curitiba, capitale del Paranà) e servizi di intelligence internazionali. Le persone coinvolte comunicavano servendosi di internet e whatsapp e, pare, sia stata proprio l’intercettazione di alcuni messaggi, da parte dei servizi di intelligence, a dare un accelerata alle indagini, facendo scattare le manette ai polsi dei presunti terroristi: dalle comunicazioni, infatti, era emerso espressamente il “battesimo” della cellula con lo Stato Islamico. Inoltre, uno dei componenti del gruppo si stava preparando per andare all’estero per poter avere un contatto personale ed effettivo con lo Stato Islamico. E se fino a qualche tempo fa, nonostante qualche velata minaccia da parte del Califfo anche nei confronti del Brasile, la cellula aveva scartato l’ipotesi di colpire il Paese sudamericano (considerata la sua neutralità nelle operazioni militari condotte contro l’ISIS), ultimamente era emersa inequivocabilmente l’intenzione di colpire le delegazioni straniere presenti alle olimpiadi. Sono due le persone ancora ricercate. Gli arresti sono stati eseguiti in virtù di una legge antiterrorismo entrata in vigore lo scorso marzo ed emanata proprio per scongiurare al massimo il rischio di attentati in occasione dei Giochi di Rio 2016. La minaccia del terrorismo jidaista va a complicare ulteriormente la questione sicurezza brasiliana ed in particolare di Rio de Janeiro, città sede dei giochi olimpici, in cui gli episodi di criminalità continuano ad aumentare in maniera esponenziale. Nelle favelas, i cinque cerchi dei Giochi sono diventati un simbolo: un marchio di garanzia per la droga. Sulle buste di marijuana, pronte per essere spacciate, la Polizia ha trovato stampata l’icona olimpica: quasi un affronto, come a voler ricordare “chi comanda” da quelle parti. Dall’inizio dell’anno, furti, rapine ed omicidi sono aumentati del 15%. In particolare, nello Stato di Rio de Janeiro, nell’anno in corso si stanno registrando 428 omicidi al mese (14 al giorno!). Nei primi cinque mesi, il numero dei furti e delle rapine nelle strade della capitale carioca ha raggiunto quota 48.429, con una media di 13 rapine (asaltos, come le chiamano da quelle parti) ogni ora: tra le vittime anche le veliste della squadra olimpica spagnola ed i membri della squadra paraolimpica australiana. Peraltro, le autorità brasiliane continuano a rassicurare, affermando che sarà profuso il massimo sforzo per garantire la sicurezza dei Giochi e dei tanti turisti che si recheranno nella “cidade maravilhosa”. In particolare, è previsto l’impiego di 5mila uomini della Forza Nazionale di Sicurezza Pubblica, 22mila militari (di cui 14.800 dell’esercito, 5.900 della marina e 1.300 dell’aeronautica), oltre al contingente fisso di Polizia Civile e Polizia Militare di Rio de Janeiro. Tra il 5 agosto ed il 18 settembre (data di chiusura delle paraolimpiadi), in totale saranno impiegati 85 mila uomini. A disposizione, vi saranno anche 12 navi, 70 veicoli blindati, 28 elicotteri, 48 imbarcazioni di diverso tipo, 1.169 auto e 174 moto. Inoltre, come sottolineato dal ministro della Difesa, i caccia sono autorizzati ad abbattere qualsiasi velivolo non autorizzato che sorvoli la zona dei Giochi, ed è proibita la navigazione entro le cinque miglia dalla zona delle gare. L’impegno di spesa per la sicurezza è notevole: circa un miliardo e mezzo di reais, equivalenti a circa 410 milioni di euro.

Umberto Buzzoni

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