CONFERMATA IN CASSAZIONE LA CONDANNA PER IL DIRETTORE ALESSANDRO SALLUSTI.

di Grazia De Marco

Il collegio della Suprema Corte, presieduto da Aldo Grassi, ha condannato in via definitiva a 14 mesi di reclusione senza condizionale il direttore de “il Giornale” Alessandro    Sallusti, respingendo, sia il ricorso presentato dalla difesa, che le attenuanti generiche richieste dal PG          Gioacchino Izzo.

Secondo il Procuratore Generale di Piazza Cavour, infatti, il direttore avrebbe diritto a uno sconto di pena, in mancanza della      valutazione di “intensità del dolo”. L’esecuzione della pena ora spetterà alla Procura della Repubblica che, tuttavia, non può procedere nell’immediata esecutività, visto che non risultano recidive o cumuli di pena a carico dell’imputato.

L’accusa per Sallusti è diffamazione a mezzo stampa (art 13 legge 48) nei confronti del Magistrato Giuseppe Cocilovo, per un articolo apparso il 18 Febbraio del 2007 su “Libero”, quotidiano che, all’epoca,        Sallusti dirigeva.

Nell’articolo incriminato, firmato con lo pseudonimo “Dreyfus” e intitolato “Il giudice ordina l’aborto, la legge più forte della vita”, veniva  commentata la vicenda di una 13enne di Torino sottoposta ad una interruzione di gravidanza.                                                                                                      La ragazza, all’epoca indicata come “Valentina”, era stata adottata all’età di 8 anni, dopo un’infanzia segnata da violenze e  continui spostamenti da un istituto all’altro.

Dopo l’adozione e la successiva separazione dei genitori adottivi, la giovane rimase incinta del suo fidanzato 15enne.  La vicenda non fu mai chiarita a fondo, anche se, probabilmente, “Valentina”, pur volendo tenere il bambino, si convinse a recarsi, accompagnata dalla madre, dal Giudice tutelare, per chiedere il permesso di interrompere la gravidanza.

Il dott. Cocilovo autorizzò, tuttavia, dopo l’intervento, la 13enne subì un fortissimo crollo psicologico che la costrinse ad un ricovero per esaurimento nervoso.                                                                     Il 17 Febbraio tutti i giornali riportarono la notizia, sostenendo che la ragazzina non voleva perdere il bambino, ma fu costretta ad abortire dalla decisione assunta dai genitori, insieme al Giudice.

Il giorno dopo, tutti i quotidiani, escluso “Libero”, fecero chiarezza, specificando che il Giudice tutelare non aveva avuto nessun ruolo decisionale nella vicenda, ma si era semplicemente limitato a prendere atto della decisione di madre e figlia, sostituendo il padre, per quanto concerne l’autorizzazione, come del resto prevede la legge.

Appresa la notizia, Sallusti ha indetto una riunione straordinaria con tutti i capi-redattori, per comunicare le sue dimissioni da direttore de “Il Giornale”, comunque respinte da Paolo Berlusconi. Il direttore ha anche annunciato che non chiederà alcuna misura alternativa, come l’affidamento ai servizi sociali, o la grazia al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.