La terra continua a tremare in provincia di Campobasso

fonte-ansaSono le 19.55 di sabato 16 gennaio, a Campobasso e nelle immediate vicinanze la maggior parte della popolazione è rintanata in casa: è appena cominciata la tempesta di neve da tempo preannunciata dai vari servizi meteorologici. Ci si appresta a consumare la cena e a trascorrere il resto della serata al calduccio del focolare domestico: nulla di più illusorio! Prima un forte boato, poi le case che tremano, danno l’immediata consapevolezza che quello sciame sismico che da alcuni giorni stava tenendo in ansia i molisani, questa volta ha raggiunto un’intensità notevole, tanto da indurre la maggior parte della popolazione a riversarsi in strada, sfidando il freddo pungente. Terremoto e neve, un binomio da incubo!

La scossa, di magnitudo 4.3 della scala Richter, con epicentro individuato tra Busso, Baranello e Vinchiaturo (piccoli centri confinanti con il capoluogo molisano), a 9.7 km di profondità, è stata distintamente avvertita anche nelle regioni limitrofe. Tante le scosse che si sono susseguite nella notte, tra cui molte di intensità superiore alla magnitudo 2 (la più forte, registrata all’1.28, di magnitudo 3.2). Per fortuna, non risultano segnalati danni a persone o cose. Resta solamente il grosso spavento che ha costretto la popolazione a trascorrere una notte all’addiaccio, in quelle condizioni climatiche proibitive.

E non è finita. La terra ha continuato a tremare per tutta la giornata di domenica, finchè alle 19.53 (esattamente 24 ore dopo la scossa più forte registrata il giorno precedente), ed alle 23.09, altre due scosse intense, rispettivamente di magnitudo 3.2 e 3.6, con epicentro nella stessa zona, hanno di nuovo gettato nel panico migliaia di cittadini, costringendoli a trascorrere un’altra notte nelle auto, con la bufera di neve che continuava ad impazzare senza sosta!

Ma cosa sta succedendo in Molise, dove la terra continua a tremare da diversi giorni ed in cui è ancora vivido il ricordo degli “Angeli” di San Giuliano, i 27 bimbi morti insieme alla loro maestra in occasione del sisma del 31 ottobre 2002. Secondo gli esperti, le cause del prolungato sciame sismico vanno ricercate nel cosiddetto “stiracchiamento” del massiccio del Matese. Infatti, è in atto un movimento di estensione dell’Appennino che progressivamente si allarga tra il mar Tirreno e l’Adriatico, che, ovviamente, coinvolge anche la catena del Matese, la cui faglia (il grande mostro storicamente capace di rilasciare energia per magnitudo anche superiore a 7) rappresenta uno dei livelli di pericolosità sismica più elevati dell’Italia. Intanto un’altra notte è passata, un’altra notte di paura ed angoscia per i cittadini del circondario di Campobasso, di quelle che nessuno si augurerebbe mai di vivere.

Ed immancabilmente, come sempre succede in situazioni del genere, tutti si chiedono: fino a quando ci toccherà vivere nel terrore, è possibile prevedere l’evoluzione dello sciame sismico? Purtroppo, come spiega il sismologo Antonio Piersanti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanogia (Ingv), non è possibile prevederla, anche se, in generale, in più del 99% dei casi, le sequenze sismiche non hanno un terremoto distruttivo che segue. Inoltre, le sequenze possono durare giorni, mesi ed anche anni, per cui l’unica difesa efficace è la prevenzione, costruendo bene case ed edifici pubblici. Le Autorità competenti, che stanno seguendo con estrema attenzione il fenomeno, per lunedì e martedì hanno disposto la chiusura delle scuole del circondario, sia per la copiosa nevicata che non accenna a smettere, sia per una verifica più approfondita di eventuali danni causati dallo sciame sismico.

di Umberto Buzzoni

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