Pene più dure per i reati contro la pubblica amministrazione

Pubblicata in Gazzetta ufficiale la legge n.69/2015 che reintroduce la reclusione per il falso in bilancio e introduce la ‘riparazione pecuniaria’

Entrerà in vigore il 14 giugno prossimo la legge 27 maggio 2015, n.69, contenente ‘Disposizioni in materia di delitti contro la pubblica amministrazione, di associazioni di tipo mafioso e di falso in bilancio’ pubblicata sulla Gazzetta, Serie generale n.124, del 30 maggio 2015.

La nuova legge, spiega la scheda di approfondimento sul sito del governo, aumenta le pene previste per i reati di corruzione, peculato, induzione indebita a dare o ricevere utilità. Aumentano le pene anche per le associazioni di tipo mafioso, anche straniere, mentre sono previsti sconti di pena per chi collabora con la giustizia contribuendo a consentire la prova di reati, l’individuazione di altri responsabili o il sequestro delle somme oggetto del reato.

Sotto quest’ultimo aspetto, la normativa in vigore da metà giugno punta al loro recupero introducendo nel codice penale una norma sulla riparazione pecuniaria, che prevede a carico dei condannati per peculato, concussione e corruzione anche la condanna al pagamento di una somma “pari a quanto indebitamente il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio abbiano ricevuto”. Altra ipotesi di recupero è l’ammissione al rito del patteggiamento subordinata al “versamento anticipato e integrale del prezzo o del profitto del reato”.

Altra novità della legge – che apporta anche modifiche alla n.190/2012 (Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione) – è la reintroduzione della pena della reclusione per il reato di falso in bilancio, per il quale si procede sempre d’ufficio tranne che nel caso di piccole società non soggette a disciplina fallimentare, per le quali si procede con querela.

fonte Ministero dell’Interno

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