Perquisizioni per la “truffa dello spoofing” nelle province di Caserta, Napoli, Salerno e Livorno.

Dopo 365 giorni, le indagini della polizia del Centro operativo per la sicurezza cibernetica Lombardia hanno portato alla perquisizione e sequestro di materiali informatici nelle province di Caserta, Napoli, Salerno e Livorno. L’indagine è iniziata dopo che un 80enne milanese ha denunciato di essere stato truffato di 241mila euro tramite sms e chiamate phishing.

In particolare la vittima avrebbe ricevuto un SMS dal servizio clienti della sua banca che lo avvisava di un attacco informatico in corso sul suo cellulare e sugli account utente ad esso collegati e gli chiedeva di cliccare su un link per avviare un blocco di sicurezza. Le istruzioni contenute nel messaggio hanno fatto si che l’uomo ricevesse  una chiamata dal cosiddetto dipartimento di prevenzione delle frodi della banca. L’operatore , dopo aver constatato che il suo conto corrente era sotto attacco, gli ha fatto “mettere al sicuro” tutti i suoi risparmi per impedire prelievi non autorizzati attraverso dei bonifici. Tali bonifici sono stati effettuati dalla vittima sui numeri IBAN di conti correnti ubicati in Italia. Chiaramente il denaro è stato sottratto al malcapitato.

Questa frode prevede uno dei trucchi più importanti utilizzati dai truffatori: la vittima viene ingannata da un numero di telefono cosiddetto “parlante”, dal quale riceve un SMS seguito da una telefonata. Questa tecnologia permette infatti di inviare SMS ed effettuare chiamate VoIP attraverso computer e altri dispositivi informatici, permettendo di comporre un numero di telefono che appare sullo schermo dello smartphone del destinatario.
Grazie alle indagini gli investigatori sono riusciti a rintracciare 18 persone, di cui 11 con precedenti penali particolari.

Le perquisizioni informatiche coordinate dalla Polizia Postale hanno rinvenuto dispositivi informatici che hanno già fornito agli investigatori importanti indicazioni sulla portata delle attività illecite dei truffatori e spunti per proseguire e ampliare le indagini. È stata segnalata anche una variante di “spoofing” secondo cui le chiamate vengono effettuate da persone che si spacciano per la polizia postale.

Direttore Umberto Buzzoni
foto Polizia di Stato

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

I commenti sono chiusi