Tentato omicidio a Monza. Arrestati tre ragazzi.

Operazione “White Flag”da parte della Polizia. Tre ventenni sono stati arrestati nella mattinata del  23 luglio dalla Squadra mobile della questura di Monza e della Brianza per aver accoltellato un coetaneo poco più di un mese fa nei giardini pubblici del Nei a Monza. Due di loro sono stati sottoposti a custodia cautelare in carcere. Arresti domiciliari invece per un altro ragazzo che aveva svolto il ruolo di palo (sentinella). Secondo le indagini condotte dalla Squadra mobile, i tre ragazzi nel loro operato avevano come unico obiettivo quello di uccidere.  Dopo un primo litigio con la vittima, l’aggressore principale dato la prima pugnalata, trafiggendolo allo stomaco, dicendo: “Ho degli ordini, devi morire”. La vittima è caduta a terra. Successivamente il malcapitato ha ricevuto una bottigliata in testa e ha perso i sensi. I tre aggressori sono stati identificati dalla ricostruzione della polizia come membri della banda del “re latino” di Cologno Monzese. L’operazione, che ha avuto luogo in mattinata , ha permesso di sequestrare alcuni degli indumenti che i responsabili avevano indossato il giorno del tentato omicidio . I poliziotti infatti sono entrati all’interno delle loro abitazioni.

Direttore Umberto Buzzoni
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Operazione antimafia a Catania. 25 persone sono state sottoposte a misure cautelari.

I poliziotti della Squadra mobile, con l’assistenza del Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato, hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare verso 25 persone a Catania per i reati di associazione mafiosa, estorsione, usura, possesso e uso di armi e lesioni personali aggravate. I criminali avevano come scopo creare vantaggio per l’associazione mafiosa di appartenenza. Intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche sono state utilizzate per condurre indagini che hanno dimostrato che gli affiliati della frangia Ercolano, divisi in due sottogruppi, erano guidati da un ergastolano che, nonostante la sue presenza in carcere, era in grado di prendere decisioni ed impartire precise indicazioni ai gruppi criminali. 

Invece, il capo della frangia Santapaola era un uomo che preferiva lavorare nell’ombra seguendo un modus operandi rigoroso che gli consentiva di rimanere riservato e lontano dalle posizioni più strettamente operative dove di solito si accendono i riflettori delle forze dell’ordine. Aveva designato un affiliato come “referente operativo” per coordinare le attività dei vari gruppi. 25 persone sono state sottoposte a misure cautelari, 18 sono finiti in carcere. Ai domiciliari sono finite 5 persone mentre per 2 persone è stato disposto l’obbligo di dimora. Nel corso dell’operazione sono state confiscate diverse armi (5 pistole, 2 fucili di cui uno a pompa e uno a canne mozze.

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Scoperta truffa del falso incidente nel milanese. La polizia restituisce restituiti 16mila euro alle vittime.

Era stato utilizzato il metodo del falso incidente per truffarli. Come più volte abbiamo raccontato una persona chiama e dice di essere l’avvocato che difende un figlio o nipote che è stato coinvolto in un grave incidente e richiede soldi per il proprio onorario o per pagare una cauzione o per pagare dei danni . Due signore di 77 e 79 anni sono state le vittime della truffa e hanno finito per consegnare al finto avvocato alcuni oggetti d’oro e più di 16mila euro in contanti. Tuttavia, il truffatore è stato scoperto e il bottino è stato restituito. L’indagine è partita il 20 giugno 2024 quando una pattuglia della Polmetro ha eseguito un controllo nella metropolitana milanese e ha sequestrato 16mila euro e alcune collanine. Chi le aveva con se non ha saputo spiegarne l’origine e da qui sono partiti tutti gli accertamenti del caso.

Con l’analisi del suo telefono cellulare, gli investigatori della Mobile hanno ricostruito i movimenti  e il tracciamento dell’apparecchio  ha evidenziato la sua presenza proprio nel luogo dove è stata messa in atto la truffa ai danni delle due anziane signore. Il giorno e l’orario combaciavano perfettamente. I poliziotti hanno determinato con precisione la responsabilità dell’uomo arrestato e la proprietà del bottino sequestrato al truffatore utilizzando i riconoscimenti fotografici e le immagini delle telecamere di sicurezza. Di conseguenza, la Procura di Milano ha deciso di restituire il bottino ai suoi proprietari. La polizia italiana ricorda sempre, soprattutto alle persone anziane di prestare la massima attenzione possibile e di chiamare il numero unico di emergenza 1 1 2 o il numero di soccorso della Polizia di Stato 113 se hanno qualche dubbio o sospetto di denunciare immediatamente le truffe  alle forze dell’ordine in modo che le indagini possano iniziare rapidamente.

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Manifestazione violenta alla RAI di Napoli. 4 indagati.

Quattro persone sono state indagate per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e hanno ricevuto l’obbligo (da parte del gip del tribunale di Napoli) di presentarsi alla Polizia giudiziaria. I soggetti in questione sono accusati di aver agito in maniera violenta nei confronti delle forze dell’ordine durante una manifestazione  all’ingresso della RAI di Napoli il 13 febbraio 2024. Secondo le ricostruzioni, la manifestazione violenta è stata ben organizzata e pianificata su internet attraverso social e altri mezzi di comunicazione. In realtà l’evento è iniziato in maniera pacifica e vi avevano preso parte circa 250 persone. Poi però la situazione è degenerata e una cinquantina di persone  ha cercato di entrare nella sede RAI con la forza. La polizia ha cercato di tenere lontano i facinorosi ma ad un certo punto i poliziotti del Reparto mobile e della Digos di Napoli sono stati spinti verso  l’ingresso, comprimendoli con forza contro il cancello spintonati con forza dal gruppo di persone nello stesso momento . Successivamente, i manifestanti hanno iniziato la loro vera resistenza aggredendo gli agenti. Il risultato è stato diverse  lesioni agli agenti ed a un fotoreporter. Gli  scudi e le divise, sono stati danneggiati durante gli scontri. Numerose sono state le contusioni. Le fotografie della Polizia Scientifica hanno permesso di identificare gli indagati.

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Arrestate sette persone a Verona per atti di violenza e minacce.

Sette individui appartenenti all’estrema destra sono stati accusati di diversi episodi di violenza e sono stati arrestati la mattina del 12 luglio dai poliziotti della Digos di Verona. Le accuse vanno dalle lesioni alla detenzione di oggetti atti ad offendere, minacce e danneggiamento. Sono state alla fine 29 le persone coinvolte nelle  indagini coordinate dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione. La polizia è riuscita a far emergere diversi particolari che hanno evidenziato diversi episodi di violenza avvenuti negli ultimi mesi.  Tra questi vi è l’agguato messo in atto nel corso della “Festa in Rosso” di Rifondazione comunista a Quinzano, nel luglio 2023 dove fu fatto esplodere una bomba rudimentale e furono operate violenze nei confronti delle persone presenti anche con l’uso di bastoni e bottiglie di vetro. Un altro episodio ha  riguardato gli atti di vandalismo del 6/12/2022  nei confronti delle auto che partecipavano al  carosello per la vittoria del Marocco sulla Spagna. Alcuni soggetti a volto coperto avevano utilizzato bastoni, manganelli e catene. È stato riconosciuto che alcuni di questi atti violenti erano nati dall’odio e la discriminazione razziale. Numerosi giovani sono stati coinvolti in quella situazione, dove sono stati feriti uomini e danneggiati i propri mezzi di trasporto. Due degli arrestati avevano partecipato agli scontri contro tifosi albanesi a  Dortmund a giugno di quest’anno, prima della partita Italia-Albania.

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Arresti e divieto di dimora a Latina per estorsione.

A Latina, una denuncia di tentata estorsione da parte di un cittadino ha sollevato le indagini della Squadra mobile, che hanno portato alla condanna di cinque persone. La vittima ha riferito agli agenti di essere stato indotto a  vendere un appartamento comprato all’asta ad un ex inquilino dello stesso appartamento molto vicino ad alcuni clan camorristici napoletani. Alla vittima è stato “consigliato” di vendere l’immobile ai vecchi inquilini ad un prezzo inferiore a quello di mercato in diversi incontri con la persona che stava “mediando” la transazione. La mancata collaborazione avrebbe portato a ritorsioni sicure. Poi le cose sono cambiate. L’interesse degli acquirenti è venuto meno ma hanno preteso 12mila euro come compenso per ritenere la situazione chiusa. Quattro persone sono state condotte in carcere (provenienti dai territori di Latina, Roma e Napoli) per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, e una  quinta ha ricevuto il divieto di dimora. Ricordiamo in questa sede come Il divieto di dimora consiste nella “proibizione di dimorare in una determinata località e nella prescrizione di non accedervi, senza preventiva autorizzazione del giudice (art. 283, comma 1, c.p.p.). ”

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Sfruttamento della prostituzione. Maxi operazione in numerose provincie itaiane.

Oltre 400 poliziotti delle Squadre mobili di 27 province sono stati impegnati giovedì scorso, in un’operazione per combattere lo sfruttamento della prostituzione, coordinati dal Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato. In tutte le province sono state effettuate ispezioni e perquisizioni in abitazioni e luoghi pubblici dove vengono offerti servizi sessuali a pagamento sotto la maschera di professioni inesistenti, come i saloni di bellezza. Queste pratiche venivano promosse e pubblicizzate anche online attraverso siti web e piattaforme di messaggistica dedicate.  Sette persone sono state arrestate per reati come l’ immigrazione, lo sfruttamento della prostituzione, traffico di stupefacenti e violenze e minacce nei confronti di povere vittime. Altre 71 persone sono state denunciate per gli stessi reati. Un soggetto in particolare è stato accusato di vendita illegale di Viagra. Nel corso delle perquisizioni sono state rinvenute numerose dosi di hashish, cocaina ed eroina, nonché un fucile custodito in maniera illegale. Il fucile veniva utilizzato nell’ambito delle attività malavitose svolte dai soggetti incriminati. E ‘stata rinvenuta anche una somma di denaro ( circa diecimila euro in contanti). 82 sanzioni amministrative sono state emesse per attività commerciali abusive, violazioni delle leggi sull’immigrazione e gli stupefacenti, assunzioni irregolari di lavoratori. Gravi irregolarità sono state riscontrate nell’ambito della sicurezza sui luoghi di lavoro e  dell’ igiene e conservazione degli alimenti. 60 equipaggi dei locali Reparti prevenzione crimine e numerose Unità cinofile hanno collaborato e supportato gli investigatori.

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26 arresti per furti, ricettazioni e riciclaggio di automobili in Puglia.

Rubavano una macchina in un minuto utilizzando tecnologie sofisticate per evitare le forze dell’ordine. La questura di Barletta-Andria-Trani ha emesso 26 ordinanze di custodia cautelare contro i membri di un gruppo criminale dedito ai furti, ricettazioni e riciclaggio di automobili. La procura di Trani ha coordinato l’indagine, che è stata condotta dalla Sezione reati contro il patrimonio della Squadra mobile di Barletta-Andria-Trani e dal Servizio centrale operativo della Direzione centrale Anticrimine della Polizia di Stato. L’organizzazione criminale operava in modo estremamente efficiente e preciso. A notte, le varie squadre organizzate per i diversi furti erano in grado di rubare fino a quattro auto. Successivamente, i mezzi di trasporto venivano condotti in autodemolitori che erano complici, ll tutto accadeva prevalentemente nelle vicinanze di Cerignola, dove venivano smontati per poi essere rivenduti. Durante le intercettazioni, gli investigatori hanno rivelato dettagli sul modo in cui funzionava l’associazione a delinquere. Ad esempio, il tipo di faro di un’auto da rubare è stato discusso in una conversazione. In altri casi, il termine “pizze” veniva utilizzato per stabilire il numero di automobili da rubare. Gli investigatori hanno scoperto che la banda utilizzava disturbatori di frequenze (jammer). Hanno eseguito quarantacinque furti tra dicembre 2023 e maggio 2024 per un valore complessivo di circa un milione e 500 mila euro. I poliziotti stanno ora verificando le attività di  diversi autodemolitori per assicurarsi che il loro lavoro di smontaggio e rivendita di parti di auto usate sia regolare.

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Operazione della Polizia contro immigrazione clandestina a Trieste.

La Polizia di frontiera di Trieste ha arrestato i membri di un gruppo criminale cinese che facilitava l’immigrazione clandestina in Italia e in altri paesi europei attraverso la rotta balcanica. Le denunce sono state presentate a 27 persone e 9 sono state arrestate, di cui otto sono state arrestate mentre tentavano di fare trasferimenti illegali dal confine italo-sloveno. Uno è stato identificato come il leader dell’organizzazione. Nel corso delle indagini sono stati identificati 77 stranieri irregolari, molti dei quali donne e alcuni minori di età compresa tra i 15 e i 18 anni. Inoltre, durante l’operazione nota come “Chinese Shuttles”, sono stati confiscati 18 veicoli e una somma di denaro di circa 10mila euro. Secondo le indagini, l’organizzazione trasportava i migranti in macchina dalla Serbia, Bosnia Erzegovina, Croazia e Slovenia fino al confine italiano.

Una volta arrivati in Italia, gli stranieri venivano presi in carico dai loro connazionali e portati a Cazzago di Pianiga (Venezia), in un appartamento, dove rimanevano per uno o due giorni prima di essere trasferiti nei loro luoghi di destinazione finali in Italia, Francia o Spagna. I documenti dei clandestini venivano “sequestrati” durante il loro soggiorno , rendendo gli immigrati dei fantasmi e costringendoli ad una sorta di schiavitù. Una volta giunti a destinazione, lavoravano al limite della schiavitù per pagare il debito per il viaggio che avevano contratto. La polizia ha effettuato una perquisizione che ha permesso di individuare tre stranieri cinesi non registrati all’interno dell’appartamento utilizzato come rifugio. Gli individui in questione sono stati accompagnati alla questura di Venezia e successivamente espulsi dall’Italia.

Direttore Umberto Buzzoni
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Grazie a Youpol due denuncie a Padova per spaccio di droga.

I poliziotti della Squadra mobile di Padova hanno denunciato due giovani per detenzione e spaccio di hashish grazie alla segnalazione fornita da alcuni cittadini utilizzando l’app YouPol. Per diverse sere, alcuni cittadini di Ponte di Brenta (Padova) hanno osservato un giovane minorenne uscire di casa e incontrarsi in strada con alcuni compagni di classe, offrendo loro degli involucri in cambio di banconote. Dopo aver ricevuto la segnalazione, i poliziotti si sono posizionati vicino all’appartamento del ragazzo e hanno notato immediatamente un giovane uscire rapidamente e con un atteggiamento circospetto. Lo hanno fermato e hanno scoperto che aveva alcuni grammi di hashish nascosti negli slip. Si sono poi posizionati davanti al pianerottolo e davanti a loro si è palesato l’altro giovane segnalato dai cittadini. Gli investigatori sono stati ulteriormente insospettiti dall’atteggiamento nervoso del minore a quel punto e hanno avvisato i suoi genitori, che non erano presenti. Una volta che il padre è arrivato, hanno perquisito l’ appartamento e in una cassettiera di metallo sono stati trovati un panetto di hashish e materiale per la confezione della droga. A quel punto, i poliziotti hanno deciso di controllare anche la casa del giovane che era stato fermato precedentemente. Alla presenza della madre, hanno trovato un panetto di hashish e circa 800 euro in contanti. I genitori hanno accompagnato i due minori alla Questura dove sono stati sottoposti alle procedure standard. Grande shock da parte dei familiari dei due ragazzi. La Polizia di Stato ha sviluppato l’app YouPol, uno strumento gratuito e accessibile a tutti, semplice e sicuro, che può essere utile per denunciare episodi di spaccio, bullismo e violenza domestica, scaricabile su Apple store e Google play. Con la possibilità di allegare immagini, testo, video e audio, consente di inviare segnalazioni anonimamente.

Direttore Umberto Buzzoni
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