Anche quest’anno la Polizia garantirà la sicurezza del Giro d’Italia.

Partita l’edizione numero 107 del Giro d’Italia, sabato 4 maggio a Torino. Polizia di stato garantirà la sicurezza del Giro lungo le strade del percorso ciclistico. Circa 60 motociclisti provenienti dal Compartimento della Polizia stradale di Milano sono arrivati a Torino con operatori a bordo di sei auto e tre furgoni con officine mobili pronti ad assistere le moto in caso di problemi durante il servizio. La Polizia di Stato è sempre stata al fianco del giro d’Italia per garantire la sicurezza dei trasferimenti in tutta la nazione. E cosi anche quest’anno, la carovana dei ciclisti della corsa in rosa sarà scortata da uomini e donne della Polizia stradale per tutte le venti tappe che passeranno per 12 regioni e 49 province. 

L’organizzazione della scorta di quest’anno è diventata più complicata perché al Giro d’Italia si affianca anche un altro giro caratterizzato da pedalate amatoriali organizzato da Banca Mediolanum con sei campioni di ciclismo, tra cui Francesco Moser, che percorreranno le tappe del giro. Gli agenti del Compartimento Polizia Stradale di Bologna seguiranno anche quest evento. Nell’ambito del progetto “BiciScuola”, promosso dalla Rcs in collaborazione con la Polizia di Stato, ci sarà anche un momento di promozione della sicurezza stradale durante tutte le tappe. Assicurata dunque la presenza del Pullman Azzurro. Si tratta di un’aula con pc e altri strumenti multimediali con i quali  gli agenti della Polizia istruiscono le persone coinvolte su  come rispettare il codice della strada.

Direttore Umberto Buzzoni
foto Polizia di Stato

Sfruttamento del lavoro e altri reati. Venti arresti a Modena.

Venti persone sono state raggiunte da due distinte ordinanze di custodia cautelare eseguite dagli agenti della Digos di Modena e del commissariato di Carpi (Mo). La prima ha coinvolto 18 individui, tutti membri di un gruppo criminale noto come “Ak 47 Carpi”, accusati di estorsioni, lesioni personali, minacce, auto riciclaggio, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Nel frattempo, è stata emessa una seconda ordinanza nei confronti di due individui residenti nella provincia di Brescia per concorso nel tentato omicidio di un membro del gruppo criminale sopra menzionato. La vittima del tentato omicidio, insieme ad altre tre persone, ha inferto successivamente  diversi colpi con bastoni e machete ai danni di due uomini che avevano tentato di ucciderlo. Le indagini sono iniziate nel 2021 a seguito di una denuncia coraggiosa di un lavoratore che aveva subito minacce violente durante una riunione sindacale. Gli investigatori hanno scoperto l’esistenza di un gruppo criminale, i cui membri erano per la maggior parte dipendenti di una società di servizi. Gli arrestati hanno reclutato molti dipendenti sotto minaccia di trattenere una parte dei loro stipendi nel caso avessero rifiutato collaborare nelle operazioni illecite. È stato possibile ricostruire le procedure utilizzate per pagare in nero i lavoratori reclutati grazie all’aiuto dei militari della Guardia di finanza di Modena, che hanno messo sotto la lente di ingrandimento la documentazione bancaria. Tutti coloro che rifiutavano di unirsi al gruppo erano sottoposti a persecuzioni lavorative e personali, a volte anche attraverso violente rappresaglie. L’organizzazione criminale aveva anche un profilo social noto come “Ak 47 Carpi”, su cui venivano pubblicati filmati e immagini dei membri in un atteggiamento minaccioso, con spranghe e mazze, mettendo in mostra auto di grossa cilindrata.

Direttore Umberto Buzzoni

Maxi sequestro di cocaina nel porto di Ravenna.

Sotto lo scafo di una nave cargo (bandiera Isole Marshall), durante un’indagine congiunta condotta dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di finanza, in particolare dalla Squadra mobile e Nucleo di Polizia economico finanziaria di Ravenna , sono stati rinvenuti circa 150 chili di sostanza stupefacente ed in particolare di cocaina. L’operazione è stata condotta in costante collaborazione con la Direzione centrale per i servizi antidroga e il Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, e rientra nelle azini messe in atto per combattere il traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Con la collaborazione dei sommozzatori del Reparto operativo aeronavale di Rimini della Guardia di finanza, la nave, che era arrivata a Ravenna durante la notte dal nord Europa, è stata sottoposta a un’ispezione approfondita. I sommozzatori hanno esaminato la parte immersa dello scafo. Nel corso del controllo, sono stati scoperti numerosi involucri nascosti nelle condotte delle prese a mare, che si trovano a circa nove metri di profondità sott’acqua.

Come detto, ben sigillata all’interno degli involucri è stata trovata cocaina per 150 chilogrammi divisa in in 139 panetti. È stato calcolato che la sostanza stupefacente sequestrata avrebbe fruttato circa cinque milioni di euro all’ingrosso e più di 25 milioni di euro al dettaglio. Curiosità. La droga sequestrata dalle forze dell’ordine e dalla magistratura viene prima tenuta sotto il controllo della polizia giudiziaria per permettere perizie e l’utilizzo di eventuali  campioni nei processi (si tratta di un iter che dura generalmente 10 giorni) Poi senza arrecare danni all’ambiente e alle persone , il giudice ordina la sua distruzione, che avviene in inceneritori specificamente progettati. La distruzione  avviene in presenza della polizia, degli avvocati, degli imputati, dei loro familiari e, se viene richiesto anche  dei giornalisti.

Direttore Umberto Buzzoni
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24 misure di custodia cautelare a Matera per droga.

Su disposizione della Direzione distrettuale antimafia (Dda) della Procura della Repubblica di Potenza, la Polizia di Stato ha eseguito 24 misure di custodia cautelare, 14 persone sono finite in carcere e 10 hanno avuto l’obbligo di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria. Si tratta di soggetti accusati di far parte di un gruppo criminale attivo nel territorio di Policoro (Matera), che effettuava traffico di sostanze stupefacenti. Inoltre, sono stati emessi 29 decreti di perquisizione locale e personale nei confronti di individui che erano stati indagati per il loro coinvolgimento nella stessa organizzazione malavitosa. Le Sezioni investigative del Servizio centrale operativo (Sisco), le Squadre mobili di Potenza e Matera, nonché il commissariato di Policoro, con il supporto e la collaborazione delle Squadre mobili di altri capoluoghi e dei Reparti prevenzione crimine della Basilicata, della Calabria centrale, della Calabria settentrionale e della Calabria meridionale, hanno condotto la ricerca.

L’indagine è stata diretta dalla Dda ed è iniziata nel 2019 con l’obiettivo di identificare le attività di un gruppo criminale di tipo mafioso che opera nel comune di Policoro, che si occupa di estorsioni e di reati contro il patrimonio e la persona. Nel corso dell’indagine è stata scoperta una seconda associazione per delinquere che trafficava e spacciava sostanze stupefacenti (cocaina, eroina e hashish). Inoltre sono state scoperte  coltivazioni di marijuana, che veniva poi trasformata e commercializzata. L’indagine è stata supportata anche dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Ciò ha permesso di consolidare i risultati delle attività e di raccogliere ulteriori informazioni utili.

Direttore Umberto Buzzoni
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La Polizia postale sventa una truffa “del capo” a Verona.

Le frodi riguardanti i consumatori sono tipicamente quelle che fanno più scalpore. Tuttavia, poiché i truffatori sanno che le aziende sono un bersaglio particolarmente redditizio, le perdite per frode ai danni delle aziende sono generalmente molto più consistenti.. I poliziotti della Postale hanno sventato  a Verona una truffa milionaria ai danni di un’azienda importante della città. Un falso CEO del gruppo ha contattato lo staff dell’ufficio contabile e gli ha consigliato di fare dei bonifici intestati a un conto estero per un importo superiore a un milione di euro. Una volta ricevuta la segnalazione, gli agenti hanno immediatamente utilizzato l’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia per collaborare con la polizia internazionale, bloccando la transazione e restituendo il denaro prima che venisse trasferito..

Si tratta di un tipo di truffa che viene denominata “truffe del capo”, in cui qualcuno all’interno di una società con una posizione di potere di spesa riceve una telefonata da un soggetto che si spaccia per l’amministratore delegato e lo induce a traferire denaro, generalmente su un conto estero. Prima di agire, i criminali esaminano accuratamente gli assetti aziendali da colpire, ottenendo nominativi e informazioni per creare una situazione il più plausibile possibile. La Polizia di Stato consiglia di fare attenzione alle email o telefonate urgenti che richiedono il pagamento di una somma di denaro su conti correnti non comuni, anche esteri. Se si ricevono email o telefonate sospette, contattare la persona che il truffatore cerca di impersonare attraverso un canale comunicativo interno diverso e sicuro per chiedere conferma della situazione prospettata. Creare procedure per il personale addetto alla contabilità all’interno dell’organizzazione aziendale che permettano di capire se c’è realmente bisogno di trasferire fondi.

Direttore Umberto Buzzoni
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Droga e armi. Cinque arresti nella capitale.

A Roma, i poliziotti del IX distretto Esposizione hanno arrestato cinque persone per tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco, detenzione e spaccio di droga e violazione della legge sulle armi.  Il XI distretto San Paolo, il VIII distretto Tor Carbone, il commissariato Romanina, il XIV distretto Prima valle, il Reparto volanti, il Reparto prevenzione crimine Lazio, il Reparto mobile di Roma, le Squadre cinofile, la Polizia scientifica e il personale dei Vigili del fuoco sono stati coinvolti nell’operazione. Le indagini sono iniziate lo scorso settembre con il ferimento di un uomo. La vittima dell’agguato era stato colpito alla gamba destra da un colpo d’arma da fuoco. Insieme alle intercettazioni, le indagini hanno consentito di ricostruire le fasi che hanno portato all’aggressione e di comprendere chi erano gli autori. Si tratta di due fratelli, già noti alle forze dell’ordine, che avevano un’attività di spaccio di droga in un quartiere a sud della Capitale da diverso tempo. La violenza era il mezzo con cui i due imponevano il loro potere e, in effetti, la vittima si sarebbe rifiutata di andare via dalla luogo che era sotto il loro controllo. Gli arrestati hanno riguardato anche tre altre persone collegate ai due fratelli nell’attività criminale. Inoltre, sono state effettuate tredici perquisizioni domiciliari su delega dell’autorità giudiziaria. Durante queste perquisizioni, gli agenti hanno sequestrato oltre 300.000 euro in contanti, tre orologi Rolex, armi  e droga. Inoltre, nel corso dell’indagine sono state denunciate altre 11 persone per detenzione e spaccio di cocaina. Sono state sequestrate grandi quantità di droga e armi illegalmente detenute.

Direttore Umberto Buzzoni
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Il mensile Polizia di Stato si unisce al dolore delle famiglie del maresciallo Francesco Pastore e dell’appuntato scelto Francesco Ferraro

La notizia della tragica morte in servizio di due giovani carabinieri ci ha sconvolti così tanto da non trovare le parole per esprimere il nostro dolore. Il dolore di tutta la nostra redazione, del nostro direttore, sempre vicini alle forze dell’ordine, è molto forte, ma è sicuramente niente rispetto al sentimento struggente della famiglie che stanno affrontando un terribile incubo, quello di perdere ingiustamente i propri figli mentre servivano la loro Patria. La notte tra il 6 e il 7 aprile una pattuglia dei carabinieri, una Fiat Grande Punto, si è scontrata con un SUV Range Rover. I militari stavano attraversando un incrocio svoltando a sinistra quando una Range Rover dalla destra li ha centrati in pieno dopo un dosso. I due soldati dell’Arma sono stati uccisi dall’impatto: il maresciallo Francesco Pastore, 25 anni, e l’appuntato scelto Francesco Ferraro, 27 anni. Il terzo carabiniere che era a bordo è rimasto ferito nell’impatto. La conducente del Suv è stata sottoposta agli esami prescritti dalla legge ed risultata positiva sia alla cocaina che all’alcoltest. Le agenzie di stampa, citando fonti investigative, riferiscono che un secondo esame dovrà confermare questo ultimo risultato. Il mensile Polizia di Stato si unisce al dolore delle famiglie del maresciallo Francesco Pastore e dell’appuntato scelto Francesco Ferraro. Due anime nobili che hanno servito il nostro paese con dedizione e passione.

Direttore Umberto Buzzoni

Cittadino albanese ricercato per omicidio perso a Matera.

Si spacciava per il fratello disabile e si era trasferito in Italia nel 2003 dove lavorava come operaio e viveva in maniera onesta, senza commettere reati. Dal 1998, l’uomo, un cittadino albanese di 55 anni, era ricercato perché era stato condannato all’ergastolo per un duplice omicidio commesso nella sua nazione. Gli agenti della Squadra mobile di Matera hanno rintracciato il latitante e lo hanno condotto in prigione in attesa della sua estradizione. Il Servizio per la cooperazione internazionale della polizia (Scip) della Direzione centrale della polizia criminale, l’Ufficio dell’esperto per la sicurezza presso l’ambasciata d’Italia in Albania, l’Ufficio Interpol di Tirana e il Dipartimento della polizia criminale albanese hanno collaborato per condurre l’operazione. Per riuscire a catturare il ricercato, la squadra mobile, informata dal personale dello Scip dello scambio di persona e della residenza in Italia ha avviato una attenta attività di indagine. Questo è un esempio chiaro del grado di cooperazione della polizia internazionale tra il Dipartimento della pubblica sicurezza italiano e quello albanese. La sezione “Latitanti” della seconda divisione Interpol – Scip della Direzione centrale della polizia criminale ha supervisionato lo scambio di informazioni.

Direttore Umberto Buzzoni

Recuperati 90 chili di droga nel Bolognese durante un arresto.

Due individui sono stati arrestati dagli agenti delle Squadre mobili di Bologna e Modena per l’accusa di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. I soggetti sono stati arrestati al casello Modena Sud dopo essere tornati dalla Lombardia, dove avevano acquistato quasi 80 kg hashish. L’arresto è avvenuto al termine di un’indagine iniziata alcune settimane fa e che ha portato a numerose cessioni di droga nella zona Bolognina di Bologna, dove erano state arrestate diverse persone mentre spacciavano. Una delle persone che frequentavano regolarmente la piazza di spaccio è stata scoperta in quanto si recava regolarmente nella sua casa a Maranello (Modena), dove probabilmente teneva la droga e la confezionava per poi affidarla agli spacciatori.

Dopo oculate indagini sul soggetto un giorno, proprio mentre si recava  in Lombardia con un suo complice, è stato fermato dagli investigatori che hanno messo in luce come si trattasse di un viaggio per acquistare sostanze stupefacenti. Gli arrestati si muovevano con due automobili e utilizzavano la prima vettura  per avvertire la seconda dell’arrivo delle forze dell’ordine. La droga è stata trovata sulla seconda auto, imballata in due pacchi grandi con molti panetti all’interno. Non c’era droga nella prima auto, ma il conducente aveva le chiavi di una terza auto parcheggiata vicino all’appartamento di Maranello. In un sottofondo aperto con un congegno elettromeccanico, i poliziotti hanno trovato altri nove chili di hashish e novanta grammi di cocaina nascosta all’interno.

Direttore Umberto Buzzoni

Arresti in tutta Europa di rapinatori di orologi.

Le vittime venivano scelte in ristoranti di lusso o alberghi di alta categoria. L’obiettivo era l’orologio prezioso che le persone facoltose avrebbero indossato. Le seguivano e le aggredivano brutalmente per prendersi l’orologio. Un’operazione coordinata da Europol che ha permesso di arrestare 35 persone in diverse città europee. I soggetti sono stati ritenuti responsabili di numerose rapine in diverse parti d’Europa. La Squadra mobile di Napoli, ha emesso otto mandati di arresto europeo nei confronti di soggetti residenti a Napoli e dintorni. Molti colpi sono stati effettuati nelle città più note della Spagna, così come in Francia, Austria, Germania e Svizzera. Le polizie europee hanno iniziato a condividere le informazioni raccolte nelle proprie nazioni a causa del modo violento in cui i rapinatori agivano, che era identico in tutti gli episodi.

L’indagine coordinata iniziata da Europol e le forze di polizia degli stati coinvolti ha portato all’arresto dei responsabili delle rapine. Gli Stati hanno emesso mandati d’arresto europeo dopo aver condiviso gli esiti delle indagini in particolari riunioni operative. Europol ha coordinato l’operazione e ha anche inviato personale per assistere all’esecuzione dei mandati. Gli arresti sono stati possibili grazie all’assistenza di Eurojust per la collaborazione giudiziaria e l’emissione di ordini di indagine europei. L’indagine è stata eseguita grazie alla rete @ON, che è stata finanziata dall’Unione europea attraverso il progetto ISF4@ON ed è stata supervisionata dalla Direzione investigativa antimafia italiana (Dia). Nel nostro paese, i mandati di arresto sono stati resi operativi dal Servizio centrale operativo della Polizia di Stato in collaborazione con la Squadra mobile e i commissariati Decumani, Montecalvario e Dante della questura di Napoli e dell’Ufficio di polizia di frontiera aerea di Napoli.

Direttore Umberto Buzzoni