PROCESSO SANITOPOLI: Del Turco condannato a nove anni e sei mesi

sanitopolidi Grazia De Marco

L’ex  Governatore abruzzese, Ottaviano Del Turco, è stato condannato a nove anni e sei mesi nel processo Sanitopoli, per i reati di associazione a delinquere, corruzione, concussione e falso. Ottaviano Del Turco è stato comunque assolto da alcuni episodi di concussione “per non aver commesso il fatto”, da un falso in atto pubblico e da un abuso “perché il fatto non costituisce il         reato”.

Il Tribunale di Pescara si poi è espresso anche nei confronti degli altri indagati: l’ex mangar della Asl di Chieti Luigi Conga è stato condannato a 9 anni di carcere per concussione; l’ex Parlamentare del Pdl, Sabatino Aracu, è stato condannato a quattro anni di reclusione per un episodio di concussione; l’ex segretario generale dell’Ufficio di Presidenza della Regione, Lamberto Quarta, è stato condannato a 6 anni e 6 mesi di reclusione per associazione a delinquere, concussione e tentata concussione; l’ex capogruppo  regionale del Pd, Camillo Cesarone, è stato condannato a 9 anni di reclusione per associazione a delinquere, corruzione, concussione e tentata concussione; l’ex assessore regionale alle Attività Produttive, Antonio Boschetti, è stato condannato a 4 anni di reclusione per associazione a delinquere e concussione; l’ex assessore regionale alla Sanità, Bernardo Marzocca, è stato condannato a 2 anni di reclusione per  associazione a delinquere, concorso in falso atto pubblico e minacce a pubblico ufficiale; l’ex Direttore dell’Agenzia Sanitaria Regionale, Francesco di Stanislao, è stato condannato a 2 anni di reclusione per associazione a delinquere e abuso d’ufficio;  l’ex patron di Villa Pini, Vincenzo Maria Angelini, è stato condannato a 3 anni e 6 mesi per corruzione; Pierluigi Cosenza, è stato condannato ad 1 anno e sei mesi di carcere per falso (pena sospesa);   mentre la società Villa Pini S.r.l. è stata condannata al pagamento di 400 quote societarie del valore di 500 euro l’una, pari alla somma di 200.000 euro.

Il Tribunale ha inoltre dichiarato Conga, Quarta e Cesarone interdetti in perpetuo dai pubblici uffici, in stato di interdizione legale durante la pena ed incapaci di contrattare con le pubbliche amministrazioni per la stessa durata della pena principale; Angelini, Boschetti e Aracu interdetti dai pubblici uffici per 5 anni ed incapaci di  contrattare con le pubbliche amministrazioni per la stessa durata della pena           principale.

Questa  sentenza è l’atto finale di un’indagine iniziata il 14 Luglio del 2008 dalla Procura di Pescara, che portò in carcere, oltre al governatore, 27 persone, tra assessori, consiglieri regionali, manager e società. Tutto era nato da un’inchiesta sulla cartolarizzazione dei debiti della sanità, effettuata da Giancarlo Masciarelli, nominato dal centrodestra e confermato da Del Turco a capo della finanziaria regionale. Ad accusare Del Turco era stato Angelini, ex titolare della clinica Villa Pini, il quale aveva dichiarato ai magistrati di aver pagato tangenti per circa 15 milioni di euro ad amministratori pubblici regionali, sia di centrosinistra che di centrodestra, in cambio di agevolazioni.

A confermare le accuse di Angelini, ci sono anche i risultati delle perizie eseguite sulla foto relativa alla presunta tangente delle “mele” che l’ex patron di Villa Pini avrebbe consegnato a Del Turco il 2 Novembre 2007 a Collelongo (L’Aquila).         Nell’immagine si vede l’ex patron di Villa Pini con una busta in mano che, così aveva raccontato l’imprenditore, era piena di banconote da consegnare al governatore e una volta fatta la consegna, il sacchetto sarebbe stato riempito di mele.                                                Alla lettura della sentenza era presente anche l’ex Capo della Procura di Pescara, Nicola Trifuoggi, che ha affermato: “è una sentenza che  ristabilisce la verità su un fatto doloroso per l’Abruzzo, io sono molto amareggiato perché su molti giornali e tv è passata la falsa notizia di un’inchiesta da archiviare, ora invece sono soddisfatto della sentenza e del lavoro fatto dalla Procura”.

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