Reportage sulla sicurezza in Brasile, in vista di “Rio 2016”

fonte Ansa

Ormai ci siamo quasi, mancano appena 10 mesi all’inizio dei Giochi della XXXI Olimpiade, che si terranno a Rio de Janeiro (Brasile) dal 5 al 21 agosto 2016. Vediamo, allora, qual è la condizione attuale del gigante verdeoro sudamericano, con particolare riferimento alla sicurezza.

Il Brasile di oggi è molto diverso dal Paese che nel 2009 venne scelto per accogliere i Giochi Olimpici del 2016. Allora, l’economia brasiliana godeva di ottima salute, il tasso medio di crescita annuo era del 3,7%: straordinaria eccezione nel panorama mondiale dominato dalla recessione. Dal 2011, però, la crescita annuale è scesa sotto il 3%, fino a raggiungere il tasso dello 0,3% nel 2014, e quest’anno le cose non stanno andando meglio: gli economisti finanziari prevedono una ritrazione del PIL dell’1,50% e un’inflazione al 9,04%. In buona sostanza, nel primo semestre del 2015, l’economia brasiliana è entrata ufficialmente in recessione e da ormai due anni è praticamente incapace di crescere.

In questo scenario, di certo non giova l’atavica corruzione da cui è attanagliato il Paese, il cui picco è stato raggiunto con l’inchiesta sui fondi neri del colosso petrolifero nazionale Petrobras, che sta facendo tremare poltrone autorevoli all’interno del partito della Presidente Dilma Rousseff. Pare siano una cinquantina i politici vicino al PT che avrebbero beneficiato di un sistema di “retrocommissione”, con cui Petrobras ha costituito fondi neri per almeno 3,7 miliardi di dollari.

La logica conseguenza di tale situazione è stato il recente declassamento dei titoli di stato a livello di “spazzatura” (BB+), da parte dell’agenzia di rating Standard & Poor’s. Non è azzardato affermare che la crisi economica andrà ad incidere anche sulla sicurezza, facendo lievitare il tasso di criminalità, in un Paese che, purtroppo, già da anni è uno dei più pericolosi al mondo. I più recenti dati ufficiali disponibili raccontano di un Brasile in cui viene commesso un omicidio ogni dieci minuti. La fuga dalla povertà di una cospicua percentuale di abitanti, verificatasi negli anni in cui l’economia continuava a crescere, non ha eliminato il problema e, soprattutto, non ha arginato il fenomeno delle bande armate e la diffusione delle armi da fuoco.
Il Brasile sta viaggiando ad una media di oltre 50.000 (cinquantamila) omicidi l’anno: un’epidemia di assassinii che ha causato più vittime in Brasile nell’ultima decade, che in tutte le guerre dello stesso periodo, compresi Iraq e Afghanistan.

Per comprendere meglio ciò di cui stiamo parlando, basta prendere come esempio Fortaleza, capitale del Cearà (uno degli Stati del Brasile), con circa tre milioni di abitanti, in cui l’autore di questo reportage ha vissuto negli ultimi cinque anni. La città continua a registrare un aumento esponenziale di crimini violenti, con circa 2.000 (duemila) omicidi commessi nel 2014 e con un tasso che arriva a sfiorare 70 omicidi ogni centomila abitanti. Ciò fa di Fortaleza l’ottava metropoli più violenta del mondo! E le cose non sono molto diverse in quasi tutte le grandi città brasiliane. Per avere un termine di paragone, in tutta l’Italia, annualmente, si registrano all’incirca cinquecento omicidi, con un tasso inferiore ad 1 ogni 100.000 abitanti. Tra le 50 città più pericolose al mondo, ben 15 sono brasiliane e, tra queste, ben 7 si collocano tra le prime 20.

L’alto tasso di criminalità è aggravato dal diffuso ricorso all’omicidio, spesso per futili motivi. Anche nei quartieri di classe media e medio-alta, si verificano con frequenza rapine a mano armata, sequestri-lampo (con richiesta di ritirare denaro al bancomat) e scippi, pure a danno di turisti stranieri.
Tutto ciò induce la popolazione a vivere in un clima costante di paura, costringendo, chi può permetterselo, a servirsi di autovetture blindate, ed a costruire muri intorno alle case, in cima ai quali si mettono protezioni elettriche ad alta tensione.

Peraltro, in questo contesto estremamente preoccupante, il dato positivo arriva proprio da Rio de Janeiro, città che, come ricordato, accoglierà i Giochi Olimpici, in cui, nel 2014, si è registrato un tasso di 20,2 assassinii ogni 100.000 abitanti, con un calo del 6,4% rispetto al 2013. Che dire: il Brasile non è solamente sole, spiagge, calcio, samba e belle ragazze. Purtroppo, è anche un Paese con enormi criticità, una delle quali è rappresentata appunto dalla quasi assenza di sicurezza.

di Dott. Rosario Calardo

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