Cioccolatino avvelenato, morto uno dei bimbi Sebastian, 5 anni, raccolse il dolce davanti casa

cioccolatoda Corriere.it

È morto al Policlinico di Messina, il piccolo Sebastian, di 5 anni,uno dei tre fratellini romeni soccorsi lo scorso 8 marzo per i sintomi di un grave avvelenamento dopo avere ingerito dei cioccolatini fatti trovare davanti all’abitazione di naro, nell’agrigentino. Già ieri i medici del «Papardo» avevano dichiarato clinicamente morto il piccolo; oggi hanno staccato le apparecchiature mediche.

DISPOSTA L’AUTOPSIA – La magistratura ha disposto l’autopsia per verificare quale tipo di veleno i tre ragazzini abbiano ingerito. Oltre a Sebastian, infatti, sono stati ricoverati i suoi due fratelli più grandi, di 7 e 10 anni, che sono stati dichiarati fuori pericolo. Sulla vicenda stanno indagando i carabinieri di Licata, a questo punto per il reato di omicidio. Diverse le piste, tra cui quella del tentativo di avvelenamento che aveva come obiettivo i genitori dei piccoli. Esclusa ormai l’ipotesi di un avvelenamento da metanolo.

INGERÌ PESTICIDA – «Dalle analisi da noi compiute, il piccolo morto nel nostro reparto non aveva ingerito metanolo ma un pesticida». Lo ha detto il professor Ignazio Barberi, direttore dell’Unità operativa di Terapia neonatale del Policlinico di Messina dove era ricoverato il piccolo Sebastien,

Mafia: volevano rinascere dalle ceneri, 47 arresti

da Polizia di Stato

Volevano costituire l’ottavo mandamento dell’Agrigentino, ma non hanno  fatto in tempo perché gli uomini della Squadra mobile di Agrigento, coordinati dal Servizio centrale operativo, stamattina li hanno fermati.

Sono stati eseguiti 49 provvedimenti di carcerazione: 47 persone sono state arrestate, mentre due sono riuscite a fuggire alla cattura.

Sono tutti accusati di associazione mafiosa, rapina, estorsione, danneggiamento, riciclaggio e di intestazione fittizia di beni.

L’operazione, denominata “Nuova cupola”, ha spezzato il nuovo organigramma di Cosa Nostra ad Agrigento; la struttura mafiosa si stava  riorganizzando dopo la cattura dei boss Giuseppe Falsone e Gerlandino Messina.

Tra gli arrestati imprenditori, insegnanti e anche un agente della polizia penitenziaria.

L’indagine è partita negli ultimi mesi del 2010, grazie al lavoro della Squadra mobile e del commissariato Frontiera di Porto Empedocle. Ed  è partita per osservare cosa accadeva dopo l’arresto dei due grandi capi: Messina e Falsone. Il monitoraggio ha permesso di mettere in luce  movimenti particolari e tentativi dei nuovi boss di condizionare la vita economica e imprenditoriale della zona agrigentina.

In particolare gli appartenenti al gruppo criminale esercitavano una forte pressione estorsiva nei confronti di imprese in modo da creare un  monopolio a favore delle ditte controllate da Cosa Nostra, con l’estromissione dal mercato di tutte le aziende che operavano nella legalità.