Pescara: la cocaina arriva dalla Spagna

da Polizia di Stato

Importavano droga dalla Spagna per poi  rivenderla nelle province dell’Abruzzo, specialmente a Pescara.

Sette persone sono state arrestate stamattina dalla Squadra mobile di Pescara per detenzione a fine di spaccio di sostanze stupefacenti.

L’operazione, denominata “Persistenza”, ha bloccato l’organizzazione che operava tra il Lazio, dove risiede un nucleo familiare di cinque persone  proveniente dalla ex Jugoslavia, e Pescara, dove erano attive due rom che vivono a Rancitelli e Fontanelle.

L’indagine, che ha preso il via dalla denuncia di un tossicodipendente, ha evidenziato il ruolo di spicco svolto dalle due nomadi pescaresi nello  smercio di cocaina sulla piazza locale, a conferma di una prassi consolidata tra le famiglie rom, quella cioè di far svolgere le  attività di spaccio dalle donne e dai figli minori, mentre gli uomini provvedono ai contatti con i fornitori.

L’anno scorso i poliziotti della Mobile avevano fermato un corriere, panettiere insospettabile, a bordo di un autovettura alla frontiera di  Ventimiglia (Imperia). L’uomo aveva con sé un chilo e cento di cocaina nascosti nella parte posteriore dell’auto, in una nicchia predisposta  vicino gli ammortizzatori. L’uomo fermato aveva ammesso agli agenti di aver compiuto 10-11 viaggi in un anno per il gruppo fermato stamattina e,  per ogni viaggio effettuato, veniva pagato tremila euro.

Operazione “Paglia e fieno”: 22 arresti per droga a Palermo

da Polizia di Stato

La cocaina e l’hashish in gergo venivano indicati con il nome di “Paglia e fieno”. Ma l’utilizzo di parole in codice non è bastato a capi e membri di un’organizzazione criminale che importava, trafficava e spacciava stupefacenti nella zona di Palermo.

Ieri mattina infatti la Squadra mobile di Palermo ha eseguito 22 misure cautelari nei confronti dei componenti della banda.

L’attività investigativa, durata due anni, ha rilevato che alcuni degli arrestati erano legati, da tempo, alla criminalità organizzata locale e ha permesso di sequestrare 700 chili di droga, tra cocaina, eroina, marijuana e hashish.

Verbania: arrestati gli albanesi con la “brutta abitudine”

da Polizia di Stato

“Vese te keqija”, in albanese “vizio – brutta abitudine”, è il nome dell’operazione conclusa questa mattina dalla  Squadra mobile del Verbano Cusio Ossola nei confronti di un’organizzazione criminale specializzata nello spaccio di droga. L’indagine è  stata così chiamata perché la banda è composta prevalentemente da albanesi appartenenti allo stesso gruppo coinvolto  nell’operazione “Alba nuova” del 2009, e quindi considerati recidivi.

Gli specialisti dell’antidroga hanno arrestato 11 appartenenti all’organizzazione, sette albanesi, un marocchino e tre italiani, con l’accusa di  detenzione ai fini di spaccio e spaccio di sostanze stupefacenti; otto sono finiti in carcere e tre ai domiciliari, mentre uno è ancora  ricercato. Altre 29 persone sono indagate in stato di libertà e nei loro confronti sono state eseguite decine di perquisizioni.

Il gruppo agiva da intermediario tra i grandi trafficanti di droga e i piccoli spacciatori, che riforniva regolarmente di cocaina, ecstasy e  marijuana; dopo un anno e mezzo di indagini però l’attività della banda è stata interrotta.

L’indagine ha preso il via nel gennaio 2011 da alcune cessioni di droga documentate dagli agenti della mobile, tutte nei confronti di piccoli  spacciatori che acquistavano le sostanze proibite per poi rivenderle al dettaglio.

In particolare gli investigatori hanno messo sotto stretto controllo un albanese che smerciava la droga e che alla fine si è rivelato il  capo dell’organizzazione. Grazie ai continui servizi di pedinamento e osservazione, all’utilizzo di localizzatori gps, intercettazioni telefoniche  e ambientali, gli uomini della mobile hanno individuato tutti i membri del gruppo, delineandone anche la struttura organizzativa.

Cocaina e ecstasy venivano acquistate da connazionali operanti nelle province di Milano, Novara e nel Verbano Cusio Ossola, mentre la marijuana  arrivava direttamente dall’Albania.

L’organizzazione aveva il monopolio dello spaccio nella provincia e riusciva a smerciare rilevanti quantità di droga, prevalentemente  cocaina (circa 2 chili al mese) e marijuana (oltre 10 chili al mese).

Il leader del gruppo era supportato dal fratello, suo inseparabile braccio destro, e da alcuni familiari come mogli, fidanzate e cognati, che  facevano da intermediari con i clienti.

Carabinieri Roma distruggono due tonnellate cocaina

da Aduc

I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma hanno distrutto presso il Termovalorizzatore per Rifiuti Speciali ospedalieri di Roma, Ponte Malnome dell’azienda AMA, le 2,2 tonnellate di cocaina sequestrate nel corso dell’operazione ‘Meta 2010′, conclusasi il 9 novembre del 2011 con l’arresto di 30 persone, indagate per associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
Cosi’ uno dei sequestri maggiori mai operati in Europa negli ultimi 20 anni, per un valore di cinquecento milioni di euro, tanto il valore della cocaina se fosse stata immessa sul mercato, sono andati in fumo. Dopo il sequestro, la sostanza stupefacente era stata custodita presso la caserma dell’Arma di via in Selci. Da li lo stupefacente e’ stato trasportato alla periferia di Roma, dove e’ stato distrutto nell’impianto dell’Ama come disposto con decreto dall’Autorita’ Giudiziaria. Sotto la supervisione dei Carabinieri che avevano messo in sicurezza l’area di svolgimento delle attivita’, la cocaina e’ stata caricata su un mezzo furgonato e trasportata al termovalorizzatore scortata dai Carabinieri. Giunti presso l’impianto di smaltimento, e dopo aver messo l’area in sicurezza con una attenta e costante vigilanza armata, si e’ passati alla fase finale delle operazioni di smaltimento dello stupefacente, effettuata direttamente dai Carabinieri che, pacco dopo pacco, hanno distrutto la cocaina.