di Grazia De Marco
L’importante operazione antidroga chiamata “ELLENIKA”, avviata nel marzo del 2009, si è conclusa lo scorso 21 ottobre con il sequestro di due quintali di eroina, l’arresto di 71 persone e lo smantellamento di un vastissimo traffico internazionale di stupefacenti. Le ordinanze di custodia cautelare sono state disposte dalla Procura Distrettuale Antimafia dell’Aquila, per i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e trasferimento fraudolento di beni.
I fermi sono stati eseguiti in Abruzzo, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Puglia, Sicilia, ma anche in Albania e Kosovo, grazie al supporto assicurato dal Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia. I soggetti italiani arrestati sono in totale 43, tra i quali: Carmelo Accetta, Lauro Catullo, Paride D’Antonio, Marco Di Cesare, Giulio Di Pietro, Italo Di Rocco, Giuseppina Insolia, Alessandro Mariani, Antonello Parbone De Matteis e Moreno Sagazio, tutti di Pescara, Emanuela Guarnieri di Giulianova, Ettore Guarnieri di San Benedetto Del Tronto, Luca Attilio Mingolla di Taranto e Roberto Tarquini di Roseto degli Abruzzi.
Le indagini sono state sviluppate, invece, nell’ambito di un progetto Europeo di contrasto alla criminalità balcanica, con il prezioso aiuto dell’Europol e della DCSA, in stretta collaborazione con la Polizia Albanese, Bosniaca, Slovena, Croata e Kosovara. L’inchiesta, iniziata quattro anni fa grazie all’arresto di un corriere italiano intercettato con mezzo chilogrammo di eroina, è stata condotta dal ROS, dapprima coordinati dalla Procura Distrettuale Antimafia di Trieste, che aveva scoperto un’organizzazione bosniaco-kosovara dedita al traffico di ingenti quantitativi di eroina. Lo sviluppo delle indagini ha condotto poi all’individuazione di tre diverse associazioni criminali, sia internazionali che interne:
– il gruppo fornitore, con a capo i narcotrafficanti Dokle Indrit e Krasniqui Izet, articolato su due diverse cellule radicate in Albania e Kosovo, con proiezioni in moltissime città italiane
– il gruppo capeggiato da Ilijazagic Adnan, che si occupava prevalentemente del trasferimento dei carichi e del reclutamento dei corrieri
– il gruppo collegato alla famiglia di Enzo Gargiuolo, attivo soprattutto a Pescara e provincia.
Nell’agosto del 2012, il procedimento penale è stato trasmesso, per competenza territoriale, alla Procura Distrettuale Antimafia dell’Aquila, in quanto l’Abruzzo rappresentava e rappresenta il nodo nazionale di smercio dei vari flussi di eroina importati dai Balcani. In tale quadro, trova conferma l’importanza di una efficace cooperazione internazionale, sia sul piano giudiziario che di polizia, caratterizzata non soltanto da un proficuo ed aderente scambio di informazioni nella fase investigativa, ma anche dalla possibilità di condividere gli elementi di prova raccolti nei diversi procedimenti instaurati nei Paesi interessati, integrando i rispettivi quadri probatori di riferimento e perseguendo anche gli indagati localizzati all’estero. Gli investigatori si sono avvalsi delle moderne tecnologie, oltre ad un dispendioso ma proficuo lavoro di osservazione e pedinamento.
L’indagine, inoltre, ha visto il contributo di quattro collaboratori di giustizia e l’infiltrazione di un appartenente al ROS, all’interno di una delle tre organizzazioni criminali.