Quarto Oggiaro, svolta sui 3 delitti. Benfante in manette: “E’ lui il killer”

da Repubblica.it

quartoTre morti ammazzati per contrasti sul piccolo traffico di droga. Tre persone uccise per quello che gli stessi inquirenti non hanno esitato a definire un modesto “spaccio di quartiere”, se non addirittura “spaccio da condominio”. “Roba di bustine”, insomma: un giro di denaro estremamente lontano dall’epopea criminale dello spaccio di eroina a Quarto Oggiaro, quello che si trova alle spalle dei tre omicidi avvenuti tra il 27 e il 30 ottobre scorsi fra Novate Milanese e Milano.

Una sorta di crepuscolo criminale del quartiere nella zona nord di Milano, una storia in cui si innestano vendette personali e l’assurdo tentativo di ottenere nuovamente l’egemonia sulla piazza. Ma tutto è fallito e a terra sono rimasti Emanuele Tatone, sfrattato e malato terminale, l’autista Paolo Simone, malato ai polmoni (e ucciso solo perché si trovava con lui) e Pasquale Tatone, freddato all’uscita di una pizzeria dove aveva cenato da solo. Uccisi da un assassino a sua volta malato di Parkinson e appena uscito di galera.

Per gli inquirenti Antonino Benfante è stato l’esecutore materiale di tutti e tre gli omicidi. Su questo particolare, gli investigatori della polizia non hanno dubbi: tabulati telefonici, immagini di telecamere, qualche testimonianza (il procuratore di Milano, Alberto Nobili, ha parlato di “rottura dell’omertà” ringraziando i cittadini), concordano sul fatto che il primo duplice omicidio è avvenuto per uno “sgarro” di bassissimo livello. Fine ultimo di questi omicidi sarebbe stata l’egemonia sul piccolo spaccio a Quarto Oggiaro, che Benfante sperava di riuscire a ottenere non si sa se nell’ambito di un progetto personale o spinto da qualche altro personaggio rivale della famiglia Tatone.

Antonino Benfante, cinquant’anni, con precedenti per tentato omicidio e traffico di droga è stato arrestato stamani su ordinanza di custodia cautelare. Quando ha sparato – si è saputo – era appena uscito di galera: il 23 ottobre. Benfante è stato detenuto tra il 2000 e il 2012 e in totale ha collezionato 24 anni di carcere, quasi metà della sua vita. Il pregiudicato – molto noto a Quarto Oggiaro, dove aveva vissuto – era uscito di galera, pochi giorni prima di commettere il primo duplice omicidio. L’uomo si trovava in prova ai servizi sociali e nei giorni precedenti e seguenti l’omicidio ha continuato a recarsi presso la cooperativa dove lavorava come se niente fosse.

L’affidamento ai servizi sociali gli era stato da poco nuovamente concesso dopo una revoca avvenuta a metà settembre causata da una denuncia per estorsione proprio nei confronti del datore di

lavoro a cui era stato affidato. Durante il primo periodo di affidamento ai servizi sociali, cioè quando era libero, riscontri investigativi hanno confermato che si era avvicinato alla famiglia Tatone, non si sa se già con l’intento di ordire gli omicidi o se dapprima cercando complicità e poi rompendo per contrasti legati all’egemonia sul piccolo spaccio di stupefacenti. Alla fine si è sfiorata una strage per qualche migliaio di euro di bustine.

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