Foggia, 31 arresti per spaccio di droga

spaccioda TGCOM24

Trentuno persone dedite allo spaccio di stupefacenti, in particolare sul Gargano, sono state arrestate dai carabinieri. Le indagini, coordinate dalla Procura di Foggia, hanno consentito di sequestrare numerose dosi di cocaina, hashish e marijuana che, con oltre tremila “cessioni” nell’arco di un anno, hanno generato un giro d’affari di 800mila euro circa.

Una vasta rete di narcotraffico è stata scoperta anche nel Ragusano, dove i carabinieri hanno notificato un provvedimento di “informazione di garanzia e avviso alla persona sottoposta alle indagini di chiusura delle indagini preliminari”, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, nei confronti di 49 persone accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e concorso in detenzione di armi e droga.

L’inchiesta avviata dai carabinieri di Modica ha consentito di scoprire una pericolosa gang criminale a Scicli inserita a pieno titolo in una più vasta e articolata rete del narcotraffico che operava tra la Provincia di Ragusa, Catania e Napoli. Gli investigatori hanno ricostruito collegamenti, ruoli e funzioni di capi e gregari di una vera e propria organizzazione militare dedita allo smercio di ingenti quantitativi di hashish e cocaina sequestrati in varie operazioni dei Carabinieri sin dal 2007.

 

Droga: operazione “Sesse’ 2” nella Locride, 11 arresti

locrideda Agi

Sette persone sono state arrestate e condotte in carcere dai carabinieri del Nucleo operativo di Roccella Jonica ed altre 4 sono finite ai domiciliari, nell’ambito di un’operazione denominata “Sesse’ 2” che vede impegnati oltre 200 militari con l’aiuto di unita’ cinofile antidroga e delle unita’ speciali dei Cacciatori di Calabria, tuttora impegnati in posti di controllo e posti di blocco. Le perquisizioni a carico di soggetti coinvolti sono 32.
L’indagine trae origine da un’altra avviata nel dicembre 2010 dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Roccella Jonica (RC), a seguito del ritrovamento dell’agenda personale di un soggetto coinvolto in una precedente indagine (la prima “Sesse'”, in cui furono arrestate 12 persone). In quel caso fu possibile delineare un quadro chiaro sull’attivita’ di spaccio su buona parte della costa Jonica della Locride, partendo dal popoloso comune di Marina di Gioiosa Jonica. Alcuni degli indagati, nonostante fossero gia’ sottoposti a misure cautelari per reati in materia di droga, hanno proseguito la loro attivita’ criminale, altri hanno preteso da giovani tossicodipendenti prestazioni sessuali come pagamento per la cessione di sostanze stupefacenti. Sono state quindi notificate, 7 ordinanze di custodia cautelare in carcere; 4 ordinanze di custodia cautelare agli arresti Domiciliari; 3 sottoposizioni all’obbligo di dimora e 2 all’obbligo di presentazione alla p.g..

Chiuso lo “spaccio” nelle case popolari di Bitonto

da Polizia di Stato

La sanguinosa lotta per il controllo dello spaccio nella zona di Bitonto, in provincia di Bari, è all’origine dell’indagine condotta dalla Squadra mobile del capoluogo pugliese in collaborazione con gli agenti del commissariato bitontino.

Questa mattina l’epilogo dell’operazione che ha portato all’arresto di sette persone appartenenti al clan Conte, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico e alla commercializzazione di sostanze stupefacenti. Fermati altri appartenenti allo stesso gruppo criminale, su cui pesano gravi indizi di colpevolezza circa i reati di detenzione e porto illegale di armi da sparo, mentre quattro sono le persone tuttora ricercate. Eseguite anche venti perquisizioni domiciliari.

L’operazione “Argo” è iniziata dopo gli omicidi di due uomini, avvenuti nell’estate del 2010, esponenti dei clan rivali Conte e Cipriani, che nella stessa zona si contendevano il controllo delle attività illecite e in particolare il mercato degli stupefacenti.

Dall’indagine è emersa una fiorente attività di spaccio realizzata in un comprensorio di case popolari a Bitonto, documentato con una serie di riprese realizzate da telecamere nascoste piazzate dalla polizia.

L’organizzazione prevedeva una fitta rete di pusher, protetti da una serie di sentinelle che al primo segno di forze dell’ordine ordinavano ad un cane, un pastore tedesco di nome Argo (da qui il nome dell’operazione) di abbaiare per dare l’allarme; inoltre, un sistema di otto telecamere a circuito chiuso permetteva al capo clan di monitorare il “lavoro” dei suoi uomini e l’eventuale arrivo della polizia.

Gli “affari” andavano molto bene, anche perché la qualità della droga venduta era buona e i prezzi accessibili: 50 euro per una dose di cocaina e 10 per una di marijuana o hashish. I clienti erano numerosi e in media venivano spacciate una ventina di dosi di cocaina e oltre 120 delle altre sostanze, per un volume di affari di circa 66 mila euro al mese.