Trento: aggredivano anziane, arrestati minorenni

da Polizia di Stato
 
La banda specializzata in scippi è stata fermata stamattina dalla Squadra mobile di Trento. Le aggressioni, circa una ventina, hanno avuto come vittime donne anziane.

Le persone venivano individuate alle fermate dei mezzi pubblici, seguite a bordo degli autobus e aggredite, una volta scese, mentre si dirigevano verso casa.

La scelta delle vittime era effettuata con grande cura: l’attenzione verso persone non più giovanissime, dava modo ai criminali di non rischiare una reazione energica e pericolosa e limitava la possibilità di essere riconosciuti successivamente all’intervento delle forze dell’ordine.

La banda aveva un’organizzazione ben definita: ogni componente aveva il proprio compito e l’uno sapeva perfettamente le funzioni dell’altro.

Il profitto consisteva nella divisione, a ciascuno per la sua parte di merito, delle somme di denaro ricavate dalla vendita dei gioielli rubati.

In un occasione la banda, dopo aver rubato un’autovettura Bmw da un’abitazione privata di Povo (Trento), ha speronato un equipaggio della Squadra volante, in località Mattarello, riuscendo a dileguarsi nel buio delle campagne.

Dalle indagini è emerso anche che il gruppo criminale ha effettuato furti in appartamento e in grandi magazzini di abbigliamento.

Razzismo e antisemitismo sul web: 4 arresti

da Polizia di Stato

Utilizzavano la Rete per istigare il razzismo e l’antisemitismo: con l’accusa d’incitamento alla violenza per motivi  razziali, 4 cittadini italiani residenti in varie regioni d’Italia sono stati arrestati e 17 sono stati denunciati, all’alba di questa mattina,  dagli uomini della Digos della questura di Roma e dal Servizio polizia postale e delle comunicazioni.

Gli investigatori nel corso dell’indagine sono riusciti a individuare sul Web un gruppo “consacrato” alla supremazia della razza bianca che  diffondeva le sue “idee” sull’odio razziale e sul compimento di atti i discriminatori, attraverso un forum online.

Durante l’operazione, condotta in tutta Italia, sono state effettuate 17 perquisizioni nel corso delle quali sono stati sequestrati: materiale  informatico, pubblicazioni, manifesti e volantini cartacei ed oggetti legati alla “sottocultura” nazi-fascista, armi bianche e armi improprie.

Gli arresti sono stati effettuati a Milano, Frosinone e Pescara.

Appalti truccati a Trenitalia: 27 arresti

da Polizia di Stato

Imprenditori e funzionari di Trenitalia ritenuti responsabili di aver inquinato e truccato il sistema degli appalti della  società sono stati arrestati, questa mattina, dalla Squadra mobile di Firenze e dal compartimento della polizia Ferroviaria della Toscana.

Tra i reati contestati alle 27 persone, tutti agli arresti domiciliari, ci sono: corruzione, turbata libertà degli incanti, turbativa  d’asta, peculato, falso abuso di ufficio e accesso abusivo alle banche dati riservate di Trenitalia.

L’operazione, denominata “Espresso 2”, è il risultato della seconda tranche dell’inchiesta sugli appalti truccati di Trenitalia e di  un’azienda di trasporti campana, la Sepsa, nell’ambito della quale nell’ottobre del 2011 sono state arrestate 15 persone e indagate 42, accusate di  aver pilotato gare relative alla fornitura di accessori per la manutenzione dei treni.

Tredici le province coinvolte tra cui Firenze, Prato, Ascoli Piceno, Vicenza, Monza, Pavia, Milano, Torino, Bari, Pordenone, Verona, Genova e  Napoli.

Operazione “Quiz and Go”: 7 arresti per patenti false

da Polizia di Stato

Si sostituivano ai candidati che avrebbero dovuto sostenere gli esami teorici per ottenere la patente di guida: 7 persone sono state arrestate, questa mattina, con l’accusa di associazione per delinquere e falso dalla squadra di polizia giudiziaria del Compartimento della polizia Stradale di Torino.

Le indagini, partite da Torino circa tre mesi fa, e poi estese in tutta Italia, hanno consentito di scoprire la tecnica dell’organizzazione.

La sostituzione dei reali candidati agli esami avveniva attraverso la contraffazione dei documenti di identità del candidato, in pratica gli “esperti”, componenti dell’organizzazione, andavano a svolgere la prova al posto del vero candidato sostituendo le fotografie nei documenti, poi presentandosi di fronte ai funzionari esaminatori delle Motorizzazione Civile, riuscivano a superare l’esame.

I provvedimenti cautelari di questa mattina sono stati eseguiti in Piemonte, Lombardia e nel Lazio.

Mafia: in manette i figli dei boss Ercolano e Santapaola

da Polizia di Stato

Intestazione fittizia di beni con l’aggravante di aver agito con la  finalità di favorire o consolidare un’associazione di matrice mafiosa. È questa l’accusa con cui sono finite in carcere cinque  persone tra le quali ci sono i rampolli di alcune delle dinastie mafiose più importanti.

Dopo quasi tre anni di indagini gli investigatori della Squadra mobile di Catania sono riusciti a mettere con le spalle al muro Vincenzo Salvatore  Santapaola, 43enne figlio di Nitto, storico capomafia che sta scontando l’ergastolo. Insieme a lui sono stati arrestati i fratelli Aldo, Mario e  Salvatore Ercolano, di 38, 36 e 34 anni, figli di Sebastiano e nipoti dello storico boss Pippo. Il quinto a finire dietro le sbarre è un  40enne incensurato.

Nell’ambito dell’operazione sono state sequestrate preventivamente tre società, intestate fittiziamente all’uomo incensurato che fungeva da  testa di legno, ma che in realtà erano riconducibili alle famiglie mafiose.

Si tratta di società che gestivano un autosalone, un ristorante e un’impresa di arredamenti, per un valore complessivo di oltre 400mila  euro.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania, si sono avvalse di numerose intercettazioni telefoniche e ambientali,  pedinamenti e appostamenti.

Foggia: in galera il “Clan del papa”

da Polizia di Stato

Estorcevano denaro  ai negozianti nel centro di Foggia con minacce e percosse, ma stamattina i criminali sono stati fermati dalla Squadra mobile di Foggia che ha  arrestato 7 persone responsabili di estorsione aggravata in concorso.

Si tratta di un’operazione che ha colpito due gruppi distinti: uno riconducibile a Giosuè Rizzi detto il “Papa di Foggia”, ucciso il 10  gennaio scorso, e l’altro che conta tra gli esponenti principali Rossana Trisciuoglio, figlia del noto boss Federico, attualmente agli arresti  domiciliari.

Il “Papa di Foggia”, così definito da un noto collaboratore di giustizia, è stato l’indiscusso capo della mafia foggiana sin dagli  anni 80 ed era tornato in libertà nel novembre 2010, dopo aver scontato una pena a 26 anni di detenzione perché ritenuto l’autore  della cosiddetta strage del Bacardi; riacquistata la libertà, il boss aveva immediatamente chiamato al suo fianco alcuni fedelissimi per  gestire in autonomia il racket delle estorsioni.

Proprio da un episodio in cui è stato protagonista è scaturita l’indagine, con l’acquisizione di immagini video, riprese all’esterno  di un noto negozio di abbigliamento del centro di Foggia, in cui venivano registrate le percosse inferte da Rizzi e dai suoi fiancheggiatori, nei  confronti del titolare dell’attività commerciale.

Ad una delle vittime era stato quasi completamente devastato il locale con alcuni ordigni esplosivi. Le somme richieste alle vittime si aggiravano  dai 50 mila ai 100 mila euro, per la cosiddetta protezione da parte del gruppo malavitoso.

Chiuso lo “spaccio” nelle case popolari di Bitonto

da Polizia di Stato

La sanguinosa lotta per il controllo dello spaccio nella zona di Bitonto, in provincia di Bari, è all’origine dell’indagine condotta dalla Squadra mobile del capoluogo pugliese in collaborazione con gli agenti del commissariato bitontino.

Questa mattina l’epilogo dell’operazione che ha portato all’arresto di sette persone appartenenti al clan Conte, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico e alla commercializzazione di sostanze stupefacenti. Fermati altri appartenenti allo stesso gruppo criminale, su cui pesano gravi indizi di colpevolezza circa i reati di detenzione e porto illegale di armi da sparo, mentre quattro sono le persone tuttora ricercate. Eseguite anche venti perquisizioni domiciliari.

L’operazione “Argo” è iniziata dopo gli omicidi di due uomini, avvenuti nell’estate del 2010, esponenti dei clan rivali Conte e Cipriani, che nella stessa zona si contendevano il controllo delle attività illecite e in particolare il mercato degli stupefacenti.

Dall’indagine è emersa una fiorente attività di spaccio realizzata in un comprensorio di case popolari a Bitonto, documentato con una serie di riprese realizzate da telecamere nascoste piazzate dalla polizia.

L’organizzazione prevedeva una fitta rete di pusher, protetti da una serie di sentinelle che al primo segno di forze dell’ordine ordinavano ad un cane, un pastore tedesco di nome Argo (da qui il nome dell’operazione) di abbaiare per dare l’allarme; inoltre, un sistema di otto telecamere a circuito chiuso permetteva al capo clan di monitorare il “lavoro” dei suoi uomini e l’eventuale arrivo della polizia.

Gli “affari” andavano molto bene, anche perché la qualità della droga venduta era buona e i prezzi accessibili: 50 euro per una dose di cocaina e 10 per una di marijuana o hashish. I clienti erano numerosi e in media venivano spacciate una ventina di dosi di cocaina e oltre 120 delle altre sostanze, per un volume di affari di circa 66 mila euro al mese.

Camorra: arrestato il fratello di “o ninno”

da Polizia di Stato

Giuseppe Iovine, 50 anni,  fratello del boss dei Casalesi Antonio, detto ‘o ninno’, e un altro affiliato al clan, Nicola Fedele, 31 anni, sono stati arrestati, questa  mattina, dalla Squadra mobile di Caserta con l’accusa di estorsione continuata aggravata dal metodo mafioso.

Iovine stava tentando di ricompattare le fila del clan del fratello ma è stato individuato e bloccato proprio nell’abitazione di San  Cipriano d’Aversa dove viveva il fratello Antonio arrestato nel novembre del 2010.

Le indagini hanno accertato le pressanti e continue richieste di denaro che Giuseppe Iovine rivolgeva nei confronti di alcuni imprenditori e  commercianti della zona che, portati al suo cospetto da Nicola Fedele, venivano “convinti” a pagare.

Gli agenti hanno confermato anche lo stato di soggezione delle vittime nei confronti dell’esponente della potente ala Iovine del clan di Casal di  Principe: nessuna ha ammesso le estorsioni.

Davanti agli investigatori, le richieste venivano minimizzate e definite solo piccoli prestiti che variavano tra i 200 e i 1000 euro.

Bologna: presa la banda dei furti negli appartamenti

da Polizia di Stato

Erano specializzati nei furti in appartamento: 9 persone sono state arrestate dagli uomini della Squadra mobile di Bologna.

Riuscivano a introdursi nelle abitazioni duplicando le chiavi e quindi ad aprire le porte blindate senza procurare segni di effrazione alle serrature, i furti avvenivano soprattutto nelle città del Nord-Italia.

L’operazione, chiamata “Passpartout”, ha portato all’arresto per flagranza di reato 9 membri della banda di ladri, di origine georgiana e al fermo di altri 5 componenti.

La Polizia ha recuperato un bottino per un valore di circa 90mila euro che è stato tutto restituito ai legittimi proprietari.

Internet: pedopornografi nella rete della dea

da Polizia di Stato

“Fabulinus”, divinità romana protettrice dei bambini: questo è il nome dell’operazione condotta dalla polizia postale di Palermo contro la pedopornografia online che si è conclusa stamattina con sei arresti, 31 denunce e oltre 30 perquisizioni locali, personali e informatiche in 13 regioni.

Un’indagine iniziata un anno e mezzo fa con centinaia di poliziotti della Postale impegnati in Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Sicilia, Toscana, Veneto e Puglia.

Gli agenti hanno scoperto una rete di persone che, tramite i client di condivisione di file eDonkey e eMule – conosciuti in tutto il mondo, diffondevano e scaricavano materiale pedopornografico consistente in raccapriccianti video ed immagini a carattere sessuale di bambini in tenera età.

Consistente il materiale sequestrato: computer, cellulari, videocamere, macchine fotografiche e migliaia di supporti informatici (CD, DVD, pen drive, ecc.). Dalle meticolose analisi dei file illeciti acquisiti, la Postale spera di risalire a quei particolari che possano condurre all’identificazione fisica dei minori coinvolti e abusati.