Droga: operazione “Sesse’ 2” nella Locride, 11 arresti

locrideda Agi

Sette persone sono state arrestate e condotte in carcere dai carabinieri del Nucleo operativo di Roccella Jonica ed altre 4 sono finite ai domiciliari, nell’ambito di un’operazione denominata “Sesse’ 2” che vede impegnati oltre 200 militari con l’aiuto di unita’ cinofile antidroga e delle unita’ speciali dei Cacciatori di Calabria, tuttora impegnati in posti di controllo e posti di blocco. Le perquisizioni a carico di soggetti coinvolti sono 32.
L’indagine trae origine da un’altra avviata nel dicembre 2010 dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Roccella Jonica (RC), a seguito del ritrovamento dell’agenda personale di un soggetto coinvolto in una precedente indagine (la prima “Sesse'”, in cui furono arrestate 12 persone). In quel caso fu possibile delineare un quadro chiaro sull’attivita’ di spaccio su buona parte della costa Jonica della Locride, partendo dal popoloso comune di Marina di Gioiosa Jonica. Alcuni degli indagati, nonostante fossero gia’ sottoposti a misure cautelari per reati in materia di droga, hanno proseguito la loro attivita’ criminale, altri hanno preteso da giovani tossicodipendenti prestazioni sessuali come pagamento per la cessione di sostanze stupefacenti. Sono state quindi notificate, 7 ordinanze di custodia cautelare in carcere; 4 ordinanze di custodia cautelare agli arresti Domiciliari; 3 sottoposizioni all’obbligo di dimora e 2 all’obbligo di presentazione alla p.g..

‘ndrangheta, blitz della polizia: decine di arresti in Lombardia

blitzda TGCOM24

La polizia ha eseguito circa trenta arresti in Lombardia e in altre regioni italiane al termine di un’indagine nei confronti di presunti appartenenti alla ‘ndrangheta operanti in Brianza. Perquisizioni e sequestri di beni mobili, immobili e società per un valore di decine di milioni di euro.

Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, riciclaggio, usura, estorsione, corruzione, esercizio abusivo del credito, intestazione fittizia di beni e società.

L’organizzazione, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, avrebbe più volte fatto ricorso all’intimidazione e alla violenza mentre in più occasioni sarebbe intervenuta per pacificare i dissidi sorti all’interno della stessa ‘ndrina “locale” o con altre organizzazioni criminali.

A Seveso una vera e propria banca clandestina – Nell’ambito delle indagini, gli investigatori hanno scoperto a Seveso (Monza) una vera e propria banca clandestina, in cui venivano riciclati i proventi delle estorsioni e dell’usura, grazie ad un’ampia rete di società ma anche alla collusione di imprenditori e di impiegati postali e bancari.

I capitali accumulati, hanno inoltre accertato gli inquirenti e gli investigatori, oltre ad essere esportati in Svizzera e a San Marino venivano reimpiegati dall’organizzazione attraverso l’acquisizione di attività economiche nel settore edilizio, negli appalti e nei lavori pubblici, nei trasporti, nella nautica, nelle energie rinnovabili e nella ristorazione.

Secondo gli inquirenti, inoltre, i membri dell’organizzazione avevano anche organizzato una raccolta di denaro per sostenere i familiari di ‘ndranghetisti detenuti.

Calcioscommesse: Quattro arresti, indagati anche Gattuso e Brocchi

calcioda Ansa.it

Nuova operazione della Polizia contro le scommesse clandestine nel calcio: decine di agenti della squadra mobile di Cremona e del Servizio centrale operativo hanno eseguito in diverse città italiane quattro ordinanze di custodia cautelare firmate dal Gip della città lombarda Guido Salvini. In corso anche una serie di perquisizioni a carico di soggetti indagati. Risultano indagati l’ex giocatore del Milan e campione del mondo a Berlino, Gennaro Gattuso, e l’ex giocatore della Lazio Cristian Brocchi. Secondo quanto si apprende, l’accusa ipotizzata nei loro confronti dalla procura di Cremona è associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva. Gattuso, dopo esser stato esonerato dal Palermo, è attualmente allenatore del Sion, in Svizzera; Brocchi, che oltre alla Lazio ha giocato con Milan, Inter e Verona, attualmente ricopre l’incarico di allenatore delle giovanili del Milan. Nei confronti di entrambi sono state eseguite dalla polizia delle perquisizioni.

Cristian Brocchi e Gennaro Gattuso erano in contatto con due degli arrestati. In particolare Francesco Bazzani detto Civ nel febbraio del 2012 si era introdotto nel centro sportivo di Milanello, dove si allena il Milan, e aveva inviato messaggi allo stesso Gattuso quando si erano svolte partite di Milan, Lazio e Juventus sulle quali Bazzani avrebbe cercato di influire.

I provvedimenti, richiesti dalla procura di Cremona, sono relativi all’ultima fase dell’inchiesta ‘Last Bet’, partita a giugno del 2010, che ha già portato in carcere decine di giocatori ed ex giocatori anche di serie A, tra cui Beppe Signori, Cristiano Doni e Stefano Mauri. Oltre agli agenti della squadra mobile di Cremona e a quelli dello Sco, sono impegnati nelle perquisizioni diversi uomini delle questure interessate. Gli arresti sono stati eseguiti a Milano, Bologna, Rimini, Messina.

In particolare, agli arresti sono finiti Salvatore Spadaro e Francesco Bazzani, soggetti che i calciatori coinvolti nel corso delle precedenti fasi dell’inchiesta avevano identificato come’Mister X’. I due, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, erano il collegamento tra il mondo delle scommesse clandestine e i giocatori e le società di calcio. Spadaro, secondo l’accusa, sarebbe legato al giro dei ‘bolognesi’ di Giuseppe Signori mentre Francesco Bazzani avrebbe avuto collegamenti sia con i commercialisti dell’ex bomber della Nazionale, Bruni e Giannone (entrambi finiti in carcere in una delle precedenti fasi dell’inchiesta), sia con Almir Gegic, uno dei leader del gruppo degli zingari. Le altre due ordinanze di custodia cautelare sono state emesse nei confronti di Cosimo Rinci, amico di Spadaro e dirigente del Riccione calcio nonché in contatto con l’ex presidente dell’Ancona calcio Ermanno Pieroni (anche lui coinvolto nella prima fase dell’inchiesta) e Fabio Quadri, considerato il factotum dello stesso Spadaro.

Tav: arrestati 4 antagonisti accusati di terrorismo

tavda Agi

Attentato con finalita’ terroristiche: questa l’accusa rivolta a 4 antagonisti vicini al movimento No Tav arrestati ieri mattina dalla Digos della polizia di Torino tra il Piemonte e la Lombardia. I fatti contestati dai pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo si riferiscono al giugno scorso al cantiere dell’alta velocita’ di Chiomonte, in Valsusa. Dei 4 arresti della Digos di Torino a carico di militanti No Tav, 3 sono stati eseguiti nel capoluogo piemontese e uno a Milano.

Si tratterebbe di anarco-insurrezionalisti. I fatti contestati si riferiscono alla notte tra il 13 e il 14 maggio scorso, quando il cantiere di Chiomonte fu oggetto di un violento attacco, con i poliziotti all’interno bersagliati da un fitto lancio di oggetti e da una ventina di bombe molotov. Gli anarco-insurrezionalisti arrestati sono Claudio Alberto, 23 anni, Nicolo’ Blasi, 24 anni (gia’ detenuto), Chiara Zenobi, 41 anni e Mattia Zanotti, 29 anni. Militano tutti nell’ala radicale anarchica. In particolare, Blasi, Alberto e Zenobi, organizzano e partecipano assiduamente a tutte le manifestazioni contro la linea Tav, sia in Valsusa che a Torino, e sono attivi anche in tutte le iniziative di protesta organizzate davanti al Cie di corso Brunelleschi, al carcere, quelle contro la polizia e in solidarieta’ con gli inquisiti del movimento No Tav e per le famiglie sfrattate.
Contestualmente agli arresti sono state eseguite molte perquisizioni: 3 a Castellamonte (To), Rueglio (To) e Oglianico (To), 5 a Torino, 2 a Milano e una a Teramo. L’accusa nei confronti degli arrestati e’ di attentato con finalita’ terroristiche, atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi, detenzione di armi da guerra, danneggiamento. La notte tra il 13 e 14 maggio venne portato un violento attacco al cantiere di Chiomonte e alle forze dell’ordine che lo presidiavano. Gli assalitori, con il volto coperto e abbigliati con indumenti di colore scuro, provenienti dall’area boschiva sovrastante la Val Clarea, hanno sferrato attacchi simultanei a quattro cancelli del cantiere (4, 5, 8 bis e 8) lanciando bengala, razzi esplosi lanciati con un rudimentale mortaio, artifici pirotecnici, bombe carta e numerose bottiglie incendiarie. “Come gia’ in occasione delle perquisizioni di luglio – quando il movimento No Tav respinse compatto le accuse di terrorismo – anche in questo caso non saranno impianti accusatori ridicoli e attacchi giudiziari sempre piu’ feroci a fermare la determinazione di un movimento grande e popolare”.
E’ il commento apparso su Infoaut.org, uno dei siti di riferimento dei movimenti antagonisti e No Tav, sugli arresti eseguiti questa mattina dalla Digos di Torino. Sul sito c’e’ anche scritto che le modalita’ dell’operazione della polizia, che ha sorpreso gli arrestati in due edifici occupati in cui sono soliti dimorare, “hanno inizialmente fatto temere per uno sgombero dei due spazi – si legge – ma dopo non molto e’ stata invece confermata la voce che parlava dell’ennesima operazione repressiva a danno dei No Tav”. (AGI) .

Truffe: banda falsi trader a Pescara, nel mirino anche Ior

poliziada Agi

Si spacciavano per trader professionisti ma in realta’ erano solo dei truffatori i componenti di una organizzazione criminale internazionale che ha preso di mira anche monsignor Francesco Cuccarese, gia’  Arcivescovo di Pescara – Penne, legale rappresentante della Fondazione benefica I.V.E.C. (In Veritate et Charitate), e presto anche lo I.O.R.. La banda, guidata da un pescarese, S.A.E., 43enne nato in Argentina e residente nel capoluogo adriatico, e’ stata scoperta dalla squadra mobile, che ha proceduto ad una serie di sequestri e denunciato sette persone per associazione per delinquere finalizzata alla perpetrazione di truffe. Il primo aprile 2010 Cuccarese (non indagato) ha ricevuto in donazione da S.A.E. per la Fondazione I.V.E.C., venti titoli messicani della Deuda Bancaria Publica de la Tesoreria de la Federacion Mexicana, emessi nel 1930.
Attraverso una serie di documenti (falsi), i titoli donati alla Fondazione sono stati spacciati per milionari: ciascuno aveva, ma solo sulla carta, un valore di oltre 45 milioni di dollari americani, per un totale di oltre 900 milioni di dollari americani. I titoli sarebbero stati utilizzati dalla Fondazione come garanzia per ottenere un finanziamento dallo I.O.R. per dar vita ad opere umanitarie. Lo dimostra una lettera, datata 23 marzo 2010, con cui Mons. Cuccarese informava il presidente e il direttore dello I.O.R. (anche loro estranei all’indagine) che alcuni amici benefattori avevano donato alla Fondazione dei titoli del tesoro messicani, del valore di alcune decine di milioni di dollari, per promuovere, tra l’altro, la costruzione di un ospedale pediatrico in Palestina. Con quella lettera l’alto prelato chiedeva per l’appunto allo I.O.R. di poter ricevere un finanziamento in favore della Fondazione I.V.E.C.
Le indagini della mobile (il sostituto procuratore che si e’ occupato del caso e’ Gennaro Varone) hanno consentito di scoprire che i titoli avevano un valore risibile e proprio l’intervento della polizia, con il sequestro dei titoli stessi, ha permesso di far saltare l’affare con lo I.O.R.. Le indagini sono cominciate dopo aver studiato gli atti relativi a questa vicenda, acquisiti presso un noto studio notarile della citta’  sul finire del novembre del 2011. Gli accertamenti hanno consentito non solo di sventare l’operazione che avrebbe interessato lo I.O.R. ma anche altri raggiri, considerato che i truffatori hanno cercato di piazzare titoli presso istituti finanziari oltre confine in modo da ottenere immediate aperture di linee di credito. Gli indagati hanno tentato di negoziare falsi titoli milionari in Svizzera e in Messico, ma, come nella tentata truffa all’Istituto per le Opere Religiose, la operazione non e’ andata a buon fine grazie ad altri sequestri effettuati dalla mobile, diretta da Pierfrancesco Muriana.
Accertati, invece, due casi di truffe riuscite in Abruzzo. Si tratta di due persone che, allettate dalla prospettiva di facili guadagni, sono state indotte da S.A.E. a consegnare dei soldi, nella convinzione di poter partecipare ad un investimento redditizio ma subito dopo quei soldi sono spariti.
Ulteriori particolari saranno forniti nel corso della conferenza stampa che si terra’ in questura alle ore 11. (AGI) .

Rubano nei magazzini della Fiat di Torino. Arrestati cinque dipendenti infedeli

fiatda SI24

I carabinieri di Torino hanno arrestato 5 persone specializzate in furti seriali di centraline elettroniche e volani motore per auto. Secondo quanto è emerso dalle indagini i ladri avrebbero sottratto nei magazzini di Fiat Group Automobiles Spa di Torino e None, tra agosto 2012 e gennaio 2013, materiali per oltre 2,3 milioni di euro.

I cinque sono dei dipendenti infedeli e corrieri compiacenti sono stati identificati e fermati dai militari. L’indagine è iniziata nel settembre 2012 quando i carabinieri hanno ricevuto la denuncia da parte dell’azienda.

Palermo, inscenavano falsi incidenti per truffare assicurazioni: 23 arresti

soldida TGCOM24

Una organizzazione che nella zona di Partinico (Palermo) aveva messo a segno decine di truffe nei confronti di compagnie assicurative automobilistiche, è stata smantellata dalla polizia. Eseguite 23 misure cautelari a carico di altrettanti soggetti ritenuti, a vario titolo, inseriti in un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe ai danni di note compagnie assicurative.

L’inchiesta è stata coordinata dal sostituto procuratore Calogero Ferrara. Le indagini, condotte anche con intercettazioni telefoniche e riprese video, hanno permesso di registrare i meccanismi di una truffa messa a segno in modo sistematico da un’organizzazione ben rodata. A farne parte, con compiti distinti, una serie di professionisti tra avvocati, periti assicurativi e impiegati postali. Anche per loro sono scattati gli arresti.

Per compiere la truffa è stato sfruttato un vasto appezzamento di terreno a Partinico, utilizzato come pista di collisione dove provocare gli incidenti che poi sarebbero stati denunciati come reali ed avrebbero portato a lauti risarcimenti da parte delle compagnie assicurative. I finti scontri e tamponamenti sarebbero stati circa 300, costruiti ad arte per truffare una trentina di compagnie assicurative. Per 28 delle 117 persone finite nell’inchiesta scatta anche l’aggravante dell’associazione a delinquere.

Maxi blitz contro Sacra corona unita, 46 arresti

carabinierida Agi (Agenzia di Stampa)

I carabinieri del Comando provinciale di Brindisi hanno eseguito, in provincia e sul territorio nazionale, un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Lecce su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia a carico di 46 indagati, accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata alla cessione di stupefacenti, omicidio, reati in materia di armi, estorsione e altro, tutti aggravati dal metodo mafioso.

In corso di esecuzione anche un provvedimento di sequestro d’urgenza, emesso dal pm nei confronti di alcuni degli indagati, di beni mobili e immobili, comprese due attivita’ commerciali, e libretti postali per un valore complessivo di circa un milione di euro.

Camorra, due arresti a Napoli per un omicidio avvenuto nel 1992

polizia 2da TGCCOM24

Due persone sono state arrestate per l’omicidio di Luigi Caiazzo, avvenuto nel 1992 in una masseria a Villa Literno, in provincia di Caserta, nell’ambito di uno scontro fra clan della camorra. Il cadavere dell’uomo non è mai stato ritrovato. Uno dei due arrestati è anche ritenuto responsabile dell’omicidio di Giuseppe Caiazzo, padre di Luigi. Nell’ambito dell’operazione è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo di un’azienda agricola.

I due arrestati, ritenuti responsabili in concorso dell’omicidio, sono Giuseppe Terracciano, 54 anni, e Raffaele Cantone, di 53. Le indagini, concluse all’epoca con una richiesta di archiviazione, sono state riaperte in seguito a dichiarazioni di vari collaboratori di giustizia che, insieme con l’attività di riscontro svolta dalla Direzione distrettuale antimafia, hanno permesso di fare luce sulla dinamica e sul movente del duplice omicidio. L’indagine è stata coordinata dalla Dda.

Le vittime, già appartenenti alla Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo, furono colpite nell’ambito dell’offensiva dei Casalesi e finalizzata a stroncare qualsiasi tentativo di riorganizzazione della Nco e ad affermare l’egemonia del clan nell’intera provincia di Caserta.

L’omicidio di Luigi Caiazzo, il 22 ottobre del 1992, avvenne all’interno di una masseria di Villa Literno. Uno dei due arrestati, Raffaele Cantone, è anche ritenuto responsabile, insieme con altri appartenenti allo stesso clan, dell’omicidio di Giuseppe Caiazzo, padre di Luigi, e del ferimento di Angelo Pietoso, reati commessi a Villa Literno il giorno successivo all’omicidio di Luigi.

E’ stato ricostruito, in particolare, il ruolo svolto da uno degli indagati, Giuseppe Terracciano, nell’omicidio di Luigi Caiazzo, ovvero quello di attirare in trappola la vittima, conducendola con uno stratagemma in una masseria dove l’altro indagato, Cantone, gli sparò in pieno volto, da distanza ravvicinata, un colpo d’arma da fuoco. Il cadavere, poi, fu occultato in un pozzo e mai ritrovato.

Nell’ambito dell’operazione è stato, inoltre, eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso d’urgenza dalla Dda, dell’azienda per l’allevamento di bufali di proprietà di Giuseppe Terracciano – all’interno della quale avvenne l’omicidio – dell’impresa situata nello stesso sito per l’allevamento di cavalli e intestata alla convivente di Terracciano, nonché di conti correnti.

L’urgenza, spiega il procuratore aggiunto Francesco Greco, “scaturiva dalla circostanza che, all’atto dell’esecuzione della misura cautelare, la polizia giudiziaria operante sentiva l’indagato dire alla donna di avvisare il commercialista di ‘vendere tutto’ e notava che il predetto firmava in bianco un blocchetto di assegni di un conto corrente a lui intestato, con l’evidente fine di permettere alla moglie di svuotarlo”.

Il decreto è stato emesso in seguito ad accertamenti patrimoniali svolti dal Centro operativo della Dia guidato da Giuseppe Linares; gli investimenti relativi alle attività aziendali sono risultati sproporzionati rispetto ai redditi esigui dichiarati dai due.

Torino, rapine in banca: 10 arresti. Per i colpi reclutavano incensurati

Rapina-bancada TGcom24

Una banda di rapinatori di banca è stata sgominata dai carabinieri di Torino, che hanno arrestato dieci persone, tutte italiane. Il gruppo, organizzato da un rapinatore professionista catanese, era composto tutto da incensurati. Colpivano armati di taglierino: ben 18 i colpi messi a segno in Basilicata, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Sicilia, Toscana e Veneto, per un bottino di quasi 800mila euro.

C’era anche chi aiutava la banda, mettendo a disposizione la propria casa come base delle operazioni. Sono stati individuati grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza delle banche. L’assalto agli istituti spesso comportava anche il sequestro del direttore.