Napoli,scoperta “zecca” clandestina

finanzada TGcom24

Gli uomini della guardia di finanza hanno scoperto a Torre Annunziata (Napoli), nel retrobottega di un negozio di alimentari, un laboratorio clandestino per la stampa di banconote false. Due persone sono state arrestate.

Nella “stamperia” sono stati sequestrati biglietti falsificati da 10 e 50 euro, già pronti, per 1,8 milioni di euro ma il materiale in corso di stampa avrebbe consentito lo spaccio di almeno tre milioni di euro falsi.

Terra dei fuochi, arriva l’Esercito. Pugno duro contro le ecomafie

esercitoda Agi.it

Decisione del governo contro le ecomafie. “Il Governo da’ parere favorevole all’impiego dell’esercito in Campania, per contrastare piu’ efficacemente il fenomeno delle ecomafie nella zona al confine tra Napoli e Caserta”. Lo annuncia in una nota il sottosegretario alla Difesa Gioacchino Alfano, commentando le modifiche al testo del decreto sulla Terra dei Fuochi.

“Le forze politiche sotto state tutte d’accordo, o quasi, a offrire soluzioni concrete per risolvere un problema specifico – spiega – quello che e’ accaduto sulla Terra dei Fuochi e’ il classico esempio di come far politica, non a suon di polemiche e cercando di denigrare l’avversario, ma mettendo a disposizione lo strumento legislativo migliore per risolvere l’emergenza.

C’era gia’ un buon decreto, e’ stato migliorato con la partecipazione di tutte le forze politiche tranne l’astensione del Movimento 5 stelle”.

“Abbiamo deciso di aggredire la vicenda della terra dei fuochi e dell’Ilva”, ha invece detto il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin commentando il decreto sulle emergenze ambientali.

“Abbiamo deciso di fare qualcosa subito per la tutela della salute,l’agricoltura e il contrasto della illegalita’. Tutti i ministeri coinvolti hanno dato il loro contributo”. “Abbiamo deciso di investire in uno screening di massa – ha aggiunto il Ministro, sempre a proposito del decreto sulle emergenze ambientali – e’ una situazione sperimentale, e’ la prima volta che accade in Italia”. Sulle modalita’, ha spiegato “sta lavorando l’Istituto Superiore di Sanita’,utilizzando medici di medicina generale e le reti territoriali”. (AGI) .

Poliziotti feriti a Napoli durante un inseguimento, fermati tre 20enni

poliziada Agi

Tre giovani sono stati fermati dalla Squadra Mobile di Napoli nell’ambito delle indagini sul ferimento alle 2 del mattino di ieri di un assistente capo e di un agente scelto nel corso di un inseguimento. Si tratta di Michele Mazio, Ivan Zinzi, 20 anni, insieme a Salvatore Di Candido, 22 anni. I tre sono accusati di tentato omicidio per aver sparato ai due poliziotti. Contestata anche la resistenza a pubblico ufficiale, la rapina e il porto abusivo di arma da fuoco.

I ragazzi, tutti di Napoli e con precedenti, erano stati trattenuti gia’ ieri mattina e solo nel tardo pomeriggio sono emersi gli elementi probatori che hanno portato al fermo del pubblico ministero. Gia’ nella tarda serata di ieri gli agenti della Squadra Mobile e del Commissariato di Poggioreale, coordinanti dai magistrati della Procura di Napoli, erano riusciti ad individuare, in virtu’ di una capillare attivita’ informativa ed investigativa, i tre responsabili del fatto.
Tutto avveniva il 7 gennaio in via Galileo Ferraris. La volante del commissariato di Poggioreale intercettava un ciclomotore con tre giovani a bordo che, alla vista degli agenti si davano alla fuga per vanificare il tentativo di controllo. Dopo alcune centinaia di metri, il motoveicolo rallentava la marcia facendosi raggiungere dalla pattuglia, e contestualmente uno dei passeggeri estraeva la pistola calibro 9 con la quale esplodeva diversi colpi all’indirizzo dei poliziotti, per poi riprendere repentinamente la fuga. L’inseguimento proseguiva ancora per un breve tratto fino a quanto i tre giovani abbandonavano il motoveicolo. I poliziotti abbandonavano l’inseguimento perche’ ferito. In particolare l’assistente capo fu colpito all’avambraccio destro e al torace. Da li’ le indagini lampo e l’arresto dei tre presunti responsabili.
POLIZIOTTI FERITI: IN DUE CONFESSANO, TERZO ARRESTATO TACE

Due degli arrestati hanno ammesso le proprie responsabilita’, un terzo si e’ avvalso della facolta’ di non rispondere. Michele Mazio, due condanne per rapina nonostante abbia solo 20 anni, e Ivan Zinzi, suo coetaneo, hanno raccontato quanto accaduto, mentre Salvatore Di Candido, 22 anni e precedenti per reati contro il patrimonio come gli altri due, ha scelto la strada del silenzio. La pressione investigativa degli agenti dell’Antirapina della Mobile guidata da Ferdinando Rossi aveva portato gli inquirenti questa notte sulle tracce del primo degli arrestati, poi la sua collaborazione agli altri due. Una indagine tradizionale, sottolinea il questore Guido Marino, partita dallo scooter rubato a una persona residente nel Nord Italia ma con parenti napoletani, ritrovato abbandonato dopo l’inseguimento e la sparatoria nel rione Luzzatti senza che la Scientifica potesse rilevarvi impronte utili, e condotta con perquisizioni e accertamenti su alcuni pregiudicati per rapina.
Zinzi vive nella zona dei Tribunali, mentre Mazio e Di Candido nella zona di Poggioreale. I due agenti feriti li hanno formalmente riconosciuti. “una caso chiuso – dice Rossi – una banale rapina che poteva trasformarsi in tragedia, perche’ il proiettile calibro 9 sparato dai tre inseguiti e’ stato frenato dall’impatto con la portiera dell’auto di pattuglia e poi dal braccio dell’agente scelte, cosi’ e’ finito nel costato dell’assistente capo dopo aver perso di potenza. Un miracolo”.

Poliziotti feriti in una sparatoria dopo un inseguimento a Napoli

poliziada TGCOM 24

Due poliziotti sono rimasti feriti in un conflitto a fuoco avvenuto nella notte a Napoli, dopo aver fermato uno scooter sul quale viaggiavano tre persone. Uno degli agenti è stato ricoverato nell’ospedale Loreto Mare, mentre l’altro è rimasto ferito di striscio a un braccio. Lo scooter è stato trovato poco lontano dal luogo della sparatoria. Sono in corso le ricerche delle tre persone coinvolte.

L’agente ricoverato in ospedale è stato raggiunto da un colpo di pistola al torace ed è stato sottoposto a un intervento chirurgico per l’estrazione del proiettile: la prognosi è riservata, ma il poliziotto è cosciente e ha ricevuto la visita del questore di Napoli, Guido Maria Marino.

La sparatoria è scoppiata al termine di un inseguimento, cominciato quando la pattuglia del commissariato di Poggioreale ha intimato l’alt alle tre persone che viaggiavano a bordo di uno scooter Yamaha. Inizialmente è sembrato che i tre si fermassero per farsi controllare, ma subito dopo hanno estratto le armi ed è iniziato il conflitto a fuoco.

FRODI ALIMENTARI E CONTRAFFAZIONI: ARRESTI E SEQUESTRI A NAPOLI

falsodi Petula Brafa

Il Nucleo Antisofisticazione e Sanità dei Carabinieri di Napoli ed i militari dell’Arma di Roma hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare emesse dal Tribunale di Napoli a carico di un gruppo criminale specializzato nella produzione, distribuzione e vendita di champagne contraffatto, cui la Procura del capoluogo partenopeo ha contestato, tra le altre, le accuse di ricettazione ed evasione fiscale.

Contestualmente, infatti, le Forze dell’Ordine hanno sequestrato circa 1.200 bottiglie con falsa etichettatura Moet Chandon e Veuve Clicquot Pondsardin, 2.700 di champagne provenienti da Paesi comunitari con codice di sicurezza abraso, per il valore complessivo di 400.000 euro, ed un ingente quantitativo di attrezzature e strumenti utili al confezionamento dei vini, – dalle etichette al materiale da imballaggio – , tali da consentire l’immissione sul mercato di almeno 50.000 pezzi con un guadagno di almeno due milioni di euro.

La banda operava sul territorio nazionale, acquistando le bottiglie in Piemonte, riempiendole con spumante e trasportandole ai Castelli Romani, dove, – lontano da controlli – , la contraffazione veniva perfezionata con l’ausilio di un enologo e di una confezionatura simile all’originale, per agevolarne la commercializzazione in dispregio alla normativa di legge.

(fonti: Ministero della Salute, TMNews)

Camorra, due arresti a Napoli per un omicidio avvenuto nel 1992

polizia 2da TGCCOM24

Due persone sono state arrestate per l’omicidio di Luigi Caiazzo, avvenuto nel 1992 in una masseria a Villa Literno, in provincia di Caserta, nell’ambito di uno scontro fra clan della camorra. Il cadavere dell’uomo non è mai stato ritrovato. Uno dei due arrestati è anche ritenuto responsabile dell’omicidio di Giuseppe Caiazzo, padre di Luigi. Nell’ambito dell’operazione è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo di un’azienda agricola.

I due arrestati, ritenuti responsabili in concorso dell’omicidio, sono Giuseppe Terracciano, 54 anni, e Raffaele Cantone, di 53. Le indagini, concluse all’epoca con una richiesta di archiviazione, sono state riaperte in seguito a dichiarazioni di vari collaboratori di giustizia che, insieme con l’attività di riscontro svolta dalla Direzione distrettuale antimafia, hanno permesso di fare luce sulla dinamica e sul movente del duplice omicidio. L’indagine è stata coordinata dalla Dda.

Le vittime, già appartenenti alla Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo, furono colpite nell’ambito dell’offensiva dei Casalesi e finalizzata a stroncare qualsiasi tentativo di riorganizzazione della Nco e ad affermare l’egemonia del clan nell’intera provincia di Caserta.

L’omicidio di Luigi Caiazzo, il 22 ottobre del 1992, avvenne all’interno di una masseria di Villa Literno. Uno dei due arrestati, Raffaele Cantone, è anche ritenuto responsabile, insieme con altri appartenenti allo stesso clan, dell’omicidio di Giuseppe Caiazzo, padre di Luigi, e del ferimento di Angelo Pietoso, reati commessi a Villa Literno il giorno successivo all’omicidio di Luigi.

E’ stato ricostruito, in particolare, il ruolo svolto da uno degli indagati, Giuseppe Terracciano, nell’omicidio di Luigi Caiazzo, ovvero quello di attirare in trappola la vittima, conducendola con uno stratagemma in una masseria dove l’altro indagato, Cantone, gli sparò in pieno volto, da distanza ravvicinata, un colpo d’arma da fuoco. Il cadavere, poi, fu occultato in un pozzo e mai ritrovato.

Nell’ambito dell’operazione è stato, inoltre, eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso d’urgenza dalla Dda, dell’azienda per l’allevamento di bufali di proprietà di Giuseppe Terracciano – all’interno della quale avvenne l’omicidio – dell’impresa situata nello stesso sito per l’allevamento di cavalli e intestata alla convivente di Terracciano, nonché di conti correnti.

L’urgenza, spiega il procuratore aggiunto Francesco Greco, “scaturiva dalla circostanza che, all’atto dell’esecuzione della misura cautelare, la polizia giudiziaria operante sentiva l’indagato dire alla donna di avvisare il commercialista di ‘vendere tutto’ e notava che il predetto firmava in bianco un blocchetto di assegni di un conto corrente a lui intestato, con l’evidente fine di permettere alla moglie di svuotarlo”.

Il decreto è stato emesso in seguito ad accertamenti patrimoniali svolti dal Centro operativo della Dia guidato da Giuseppe Linares; gli investimenti relativi alle attività aziendali sono risultati sproporzionati rispetto ai redditi esigui dichiarati dai due.

Agguato a Napoli, ucciso reggente clan

Camorra: agguato a Napoli, ucciso reggente clan Apreada Ansa

Un pregiudicato di 32 anni, Giovanni Bottiglieri, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco in un agguato avvenuto nel quartiere di San Giovanni a Teduccio di Napoli.

Aveva precedenti penali per estorsione, rapina e ricettazione. Secondo gli investigatori, era l’ attuale reggente del clan camorristico Aprea. L’agguato è scattato in un centro scommesse dove il pregiudicato è stato raggiunto da due sicari con in testa caschi integrali: almeno tre i proiettili esplosi contro Bottiglieri.

Va in banca e viene derubato dal vigilante

bancada Ansa.it

Va in banca e viene derubato di 500 euro dalla guardia giurata. E’ accaduto a Napoli. La guardia giurata è stata scoperta e denunciata dalla polizia grazie alle immagini del sistema di sorveglianza. Un uomo di 53 anni prima di entrare aveva depositato il portafogli in una cassetta portaoggetti ma quando è uscito si è reso conto che erano stati sottratti 500 euro. La guardia giurata, utilizzando la chiave di un’altra cassetta, ha aperto quella utilizzata dal cliente e ha preso le banconote.

Villa orrori per disabili, blitz dei Nas

orroridaAnsa

Una clinica degli orrori e’ stata scoperta dai Carabinieri del Nas di Napoli a Meta di Sorrento.

Nella residenza sanitaria c’erano 37 disabili affetti da problemi psichici e due infermieri: uno di loro, un 41 enne ritenuto responsabile di aver rinchiuso una paziente in bagno tra gli escrementi, e’ stato arrestato per sequestro di persona.

Denunciate due persone: il legale rappresentante e il direttore sanitario. Il ministro della Salute Lorenzin annuncia una task force e più controlli.

Napoli, 25enne ucciso dal padre della fidanzata: non lo gradiva

carabinierida Agi

Una vicenda in ambito familiare con tensioni per un fidanzamento non gradito, e’ quella che ha portato alla morte Vincenzo De Stasio, 25 anni, ucciso dal padre della fidanzata e lasciato in un’auto, una Fiat Panda, in Corso Lucci a Napoli. I carabinieri questa mattina all’alba sono andati a verificare il racconto dell’uomo che si era costituito in una caserma di San Gennaro al Vesuvio, in stato di agitazione, dicendo “ho ucciso un uomo, ho lasciato il corpo in una macchina”.
I militari dell’Arma stanno ancora ascoltando il suo racconto e tentando di trovare elementi di conferma alla sua ricostruzione dei fatti. Secondo il padre della fidanzata di De Stasio, lui e il futuro genero avrebbero litigato, sempre perche’ egli non approvava la scelta della figlia, e ad un certo punto il venticinquenne avrebbe estratto una pistola; l’uomo piu’ anziano ha tentato di disarmarlo, ma sarebbe partito un colpo che avrebbe ferito mortalmente il ragazzo. Da qui la decisione prima di nascondere il corpo nell’auto e di portarla lontano dal luogo della lite, poi quella di costituirsi. La Fiat Panda in cui era stato messo il copro di De Stasio appartiene ad una terza persona. I carabinieri stanno anche verificando se qualcuno ha aiutato l’omicida.
La lite e, poi, la colluttazione durante la quale sarebbe partito il colpo di pistola che ha ferito mortalmente il venticinquenne Vincenzo Di Stasio, e’ avvenuta poco prima della mezzanotte di ieri, in strada, ad Acerra. Questa la dinamica dell’episodio, come e’ stata ricostruita ai carabinieri da Andrea Cipolletta, di 46 anni, che si e’ accusato dell’omicidio del fidanzato della figlia diciannovenne. Una relazione che il conducente di pullman non accettava di buon grado. Stando ai primi accertamenti fatti dagli investigatori, la pistola da cui e’ partito il colpo mortale e’ una calibro 38, con matricola abrasa, che l’omicida ha dichiarato essere in possesso della vittima, che aveva a suo carico una sanzione amministrativa per possesso, per uso personale, di droga. Il cadavere di Vincenzo Di Stasio e’ stato trovato dai carabinieri a Napoli, in corso Arnaldo Lucci, davanti una sala scommesse; era in una vettura, una Fiat Panda, a bordo della quale il giovane, ancora in vita, era stato caricato per essere trasportato in un ospedale.
Cipolletta, come da egli stesso riferito ai militari, si sarebbe accorto solo poco dopo l’arrivo a Napoli che il venticinquenne era morto. Quindi avrebbe deciso di abbandonare la macchina e, facendosi venire a prendere da una terza persona, aveva deciso di ritornare a casa. Giunto a San Gennaro Vesuviano, pero’, ha deciso di consegnarsi accusandosi dell’ omicidio. (AGI) .