Torino, rapine in banca: 10 arresti. Per i colpi reclutavano incensurati

Rapina-bancada TGcom24

Una banda di rapinatori di banca è stata sgominata dai carabinieri di Torino, che hanno arrestato dieci persone, tutte italiane. Il gruppo, organizzato da un rapinatore professionista catanese, era composto tutto da incensurati. Colpivano armati di taglierino: ben 18 i colpi messi a segno in Basilicata, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Sicilia, Toscana e Veneto, per un bottino di quasi 800mila euro.

C’era anche chi aiutava la banda, mettendo a disposizione la propria casa come base delle operazioni. Sono stati individuati grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza delle banche. L’assalto agli istituti spesso comportava anche il sequestro del direttore.

TERMOLI: Entrano in due, armi in pugno e t-shirt sulla bocca: rapinano le Poste centrali e fuggono a piedi

rapinada Primonumero

Termoli. Sono entrati a volto scoperto, e per camuffarsi almeno in parte hanno alzato il collo della maglietta fino a coprirsi naso e bocca. Un’arma in mano, forse una pistola giocattolo – è l’ipotesi più verosimile, ma non è detto che le armi non fossero vere – e minacce ai dipendenti in servizio nell’ufficio postale di via Milano, pieno centro a Termoli. «Questa è una rapina, fuori i soldi».

I due, che secondo le prime informazioni sono giovani, hanno tra i 25 e i 30 anni, e di nazionalità italiana, si sono fatti consegnare il denaro in cassa e sono fuggiti a piedi dirigendosi verso via Duca degli Abruzzi.
Nel momento in cui hanno fatto irruzione è entrata una ragazza, alla quale hanno fatto cenno con la mano di andare nel corridoio laterale e starsene buona. Hanno minacciato due dipendenti e si sono fatti consegnare il denaro. Oltre al bottino delle Poste, che deve essere ancora quantificato ma che non dovrebbe ammontare o cifre ingenti secondo quanto si apprende dalle indiscrezioni, hanno portato via anche il borsello del cassiere, dentro il quale però si trovavano solo documenti.

 I carabinieri della Compagnia termolese e del Nucleo Operativo radiomobile hanno aperto la accia all’uomo, che si sta concentrando nelle vie cittadine e lungo le principali arterie di collegamento della costa. La rapina segue di soli cinque giorni quella alle Poste di Difesa Grande, in via degli Oleandri. Mercoledì scorso, 21 agosto, tre malviventi avevano fatto irruzione nell’ufficio del quartiere periferico, portando via trentamila euro prelevati, sotto la minaccia di un coltello, dal forziere blindato. LINK

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Preso anche il terzo responsabile dell’omicidio Avanzi

da Polizia di Stato

Preso anche il terzo componente della banda che il 7 settembre scorso ha ucciso a Ferrara, durante una rapina, la 94enne Leda Avanzi.

Si tratta di F. C. L. un romeno di 25 anni, arrestato ieri sera a Ilfof, una località a 20 chilometri da Bucarest (Romania). È accusato di omicidio, rapina e lesioni aggravate.

Stesse accuse per gli altri due criminali, anch’essi 25enni, che hanno partecipato all’azione: il polacco M. C., arrestato a Ferrara il 9 settembre, e il romeno M. V. D., rintracciato il 12 a Slobozia (Romania).

L’individuazione e l’arresto dei malviventi sono stati possibili grazie alla collaborazione tra gli investigatori della Squadra mobile ferrarese, l’Interpol e le autorità romene.

Questa la ricostruzione fatta dai poliziotti: i due stranieri arrestati in Romania erano arrivati a Ferrara un paio di giorni prima del delitto, ospiti del polacco. Proprio quest’ultimo ha proposto il colpo ai due ospiti bisognosi di soldi, offrendosi come basista in quanto conoscente della badante dell’anziana signora, ponendo la condizione di non partecipare direttamente alla rapina.

Con la scusa di voler utilizzare la connessione internet per comunicare il proprio numero di telefono ai suoi amici di facebook, il ragazzo polacco si è intrattenuto circa mezz’ora nell’appartamento, a lui familiare in quanto sua madre aveva lavorato lì come badante. Quando la collaboratrice della signora Avanzi ha aperto la porta per far uscire il suo ospite è stata assalita dagli altri due che stavano aspettando sul pianerottolo.

Una volta all’interno dell’appartamento i due romeni hanno picchiato e legato la badante con del filo elettrico. Subito dopo hanno tentato di immobilizzare anche la proprietaria dell’appartamento, colpendola violentemente alla testa con un vaso di ceramica, procurandole la ferita letale.

Dopo essersi impossessati di alcuni preziosi e di circa 100 euro in contanti i due rapinatori-assassini si sono dati alla fuga, raggiungendo il loro complice.

Grazie alla testimonianza della badante e di altri testimoni gli investigatori sono subito risaliti al basista, e attraverso di lui, agli altri due complici, che nei prossimi giorni saranno estradati in Italia per essere condotti in carcere.