Catania. La Polizia Postale indaga 6 persone per detenzione e divulgazione di pornografia minorile

La Polizia di Stato di Catania e Messina, coordinata dalla Procura Distrettuale di Messina, ha condotto un´attività contro la pedopornografia on-line conclusasi, al momento, con sei persone indagate per detenzione e divulgazione di pornografia minorile.
Le investigazioni sono state svolte dalla Polizia Postale sotto la direzione del Centro Nazionale Contrasto Pedo Pornografia on-line (CNCPO) del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni.
Esse sono state avviate dopo la denuncia di una donna, residente nella provincia peloritana, e madre di un adolescente, che si era accorta della presenza sullo smartphone della figlia di diverse sessioni di chat effettuate con singoli utenti, con scambio di foto e video di minori nudi in pose erotiche.
La donna consegnava spontaneamente il dispositivo mobile al personale della Polizia Postale che acquisiva con sofisticate strumentazioni forensi il contenuto del telefono e, in particolare, delle comunicazioni WhatsApp. Iniziava, così, un meticoloso lavoro investigativo finalizzato a ricostruire le dinamiche e le eventuali condotte penalmente rilevanti poste in essere dai singoli.
Sono in corso, comunque, approfondimenti per verificare la condotta di adescamento.
Oltre ai sei indagati maggiorenni, sono stati identificati alcuni utenti minori che sono stati segnalati alla competente Procura per i Minorenni.
Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati computer e smartphone, rinvenendo già in fase di perquisizione informatica immagini di pornografia minorile.
Le Province interessate dalle perquisizioni sono state: Messina, Catania, Palermo, Milano, Napoli e Teramo.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

foto Polzia di Stato

MATERA: LA POLIZIA DI STATO ARRESTA I RESPONSABILI DELLA VIOLENZA SESSUALE NEI CONFRONTI DI DUE MINORENNI.

La Polizia di Stato di Matera, sta eseguendo l´arresto dei responsabili, tutti residenti a Pisticci (MT), della violenza sessuale e delle lesioni personali aggravate e continuate nei confronti di due minorenni, di nazionalità britannica, avvenute nel corso della notte del 7 settembre in Marconia, frazione di Pisticci, nel giardino di una villa in cui si teneva una festa privata.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Matera, e condotte dalla Squadra Mobile di Matera e dal Commissariato di Pubblica Sicurezza di Pisticci, hanno portato all´emissione nei confronti di un gruppo di giovani, da parte del Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Matera, di ordinanze di custodie cautelari in carcere ed a denunce in stato di libertà Le indagini, svolte con estrema rapidità, hanno portato in tempi brevissimi all´emissione delle misure cautelari evidenziando in modo chiaro la brutalità, la gravità ed efferatezza delle violenze commesse con modalità subdole, che avrebbero potuto essere reiterate nei confronti di altre donne.
Ulteriori dettagli saranno forniti nel corso della conferenza stampa che si terrà, alle ore 11.00, presso la sala “Palatucci” della Questura di Matera in presenza del Procuratore della Repubblica del Capoluogo lucano e del Questore.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato

MANTOVA.FERMATO E ARRESTATO PERICOLOSO LATITANTE MOLDAVO

Pericoloso latitante moldavo scovato ed arrestato ieri in una operazione congiunta condotta dalla Divisione Interpol del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (SCIP), articolazione operativa della Direzione Centrale della Polizia Criminale guidata dal Prefetto Vittorio Rizzi e dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Mantova comandato dal Col. Antonino Minutoli che sottolinea ancora una volta la stretta collaborazione operativa esistente con gli uffici investigativi territoriali. In particolare, nel pomeriggio di ieri i Carabinieri della Compagnia di Gonzaga (MN) hanno proceduto all’arresto di tale Babaianu Ion, moldavo, classe 94, latitante, ricercato a livello internazionale ai fini estradizionali verso la Moldavia, poiché colpito da un ordine di cattura emesso dal Tribunale di Cahul (Moldavia) per il reato violenza sessuale su minori per una pena massima comminabile anni 12 di reclusione. Nella notte del 1° ottobre 2018 nella città di Rosu (Distretto di Cahul), il ricercato dopo aver attirato nella propria abitazione la vittima, una minore di anni 15, l’ha costretta con l’uso della forza fisica e psicologica ad avere rapporti sessuali con lui.
Lo stesso per evitare di dover scontare la pena a cui era stato condannato, aveva lasciato la Moldavia rifugiandosi in Italia fino a ieri.
Il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia organismo interforze che funge da unico punto di contatto italiano per la cooperazione internazionale di Polizia, che garantisce un costante interscambio info-operativo globale e può contare su una rete di Esperti per la Sicurezza dislocata in oltre sessanta Paesi del mondo, dopo aver seguito le tracce della presenza del latitante prima in Emilia Romagna e successivamente in Lombardia, una volta accertata la localizzazione geografica, segnalava l’emergenza operativa al predetto Comando dei Carabinieri di Mantova che procedeva all’immediato rintraccio ed arresto del medesimo. Lo stesso alloggiava con altri connazionali e con essi era impiegato nei raccolti agricoli stagionali, da cui evidentemente traeva il sostentamento per vivere.
L’uomo all’apparizione dei militari non ha opposto resistenza ovvero tentato la fuga. La successiva attività d’indagine dell’Arma dei Carabinieri si concentrerà sul capire se e chi ne abbia potuto favorire la latitanza e sugli accertamenti in merito alla veridicità dei documenti rumeni in suo possesso.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato

LE FORZE DI POLIZIA, SI INCONTRANO IN RETE PER ANALIZZARE L’ARCHITETTURA E LE ATTIVITÀ DELLA ‘NDRANGHETA

Nell’ambito del progetto I-CAN promosso dall’Italia insieme ad Interpol, si è tenuto oggi, in videoconferenza, il primo  webinar previsto come attività di formazione volta a aumentare la conoscenza della minaccia globale rappresentata dalla ‘ndrangheta La sessione è stata aperta dal Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Vittorio Rizzi unitamente al Direttore esecutivo del Segretariato Generale dell’INTERPOL, Stephen Kavanagh, alla presenza degli investigatori specializzati delle unità I-CAN (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta) degli 11 paesi partners e degli esperti per la sicurezza italiani in quei paesi.
Il progetto si pone l’obiettivo di costituire delle squadre specializzate in quei paesi dove è maggiormente radicata la presenza della‘ndrangheta preparando le forze di polizia al contrasto di questa organizzazione criminale. Al fine di rendere l’azione investigativa più performante, il progetto si propone di aumentare la conoscenza e la consapevolezza della minaccia e della pericolosità rappresentata dalla ‘ndrangheta nel mondo.
E ad oggi stanno già arrivando i primi risultati con l’arresto, nella scorsa settimana,  di 6 latitanti in Argentina, Costa Rica e Albania, segno tangibile di quanto lo scambio informativo e la collaborazione investigativa costituiscano la risposta più efficace alle organizzazioni mafiose: contro una minaccia globale occorre un attacco globale.
Per questo oggi Interpol e il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia – SCIP della Direzione Centrale della Polizia Criminale hanno organizzato un webinar con la professoressa Anna Sergi, docente di Crimonologia presso il Dipartimento di Sociologia dell’Università dell’Essex, le cui ricerche si focalizzano sullo studio della criminalità organizzata e della giustizia penale comparata. La strage di Duisburg del 2007 ha confermato l’esistenza della ‘ndrangheta anche fuori dall’Italia consentendo di capire quanto capillare fosse l’inserimento delle famiglie calabresi nei tessuti sociali e finanziari di numerose nazioni.
L’intervento della professoressa Sergi ha evidenziato il modus operandi e le attività della ‘ndrangheta nei 36 paesi oggetto di studio, sottolineando la capacità dell’organizzazione criminale, al momento più potente e forte al mondo, di inquinare il tessuto sociale ed economico attraverso l’investimento di enormi quantità di denaro, affari spesso percepiti favorevolmente dai paesi coinvolti. Al webinar hanno partecipato gli investigatori delle unità di I-CAN di Australia, Argentina, Brasile, Canada, Colombia, Francia, Germania, Italia, Svizzera, Stati Uniti e Uruguay i quali  al termine del virtual meeting hanno potuto porre delle domande con una consapevolezza in più: l’ attacco globale alla ‘ndrangheta costituisce una priorità nella lotta al crimine organizzato a tutela della sicurezza che va oltre i confini nazionali.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

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COMPORTAMENTI SCORRETTI, CONTROLLI DELLA POLIZIA DI STATO NELLE STAZIONI FERROVIARIE

Si è appena conclusa l’operazione “Rail Safe Day”, una giornata di controlli straordinari, organizzata dalla Polizia Ferroviaria presso le stazioni ed aree ferroviarie “sensibili” in tutta Italia, per contrastare comportamenti anomali ed impropri in ambito ferroviario che spesso sono causa di incidenti.
1.740 operatori Polfer impegnati, 10.151 le persone controllate e 46 le sanzioni accertate ed elevate a chi è stato sorpreso a non rispettare le norme di sicurezza in ambito ferroviario. 1.058 le località sensibili presenziate, di cui 598 stazioni.
Anche se nel 2019 è stata riscontrata una diminuzione del 10% dell’incidentalità  in ambito ferroviario rispetto al 2018 (71 investimenti e 18 incidenti a passaggio a livello) ed una flessione del numero delle vittime totali, 42 casi rispetto ai 69 dell’anno precedente, l’attenzione della Specialità è sempre molto elevata ed orientata principalmente alla prevenzione mediante campagne di sensibilizzazione degli studenti nelle scuole con il progetto Train… to be cool. Campagna della Polizia Ferroviaria nata nel 2014 in collaborazione con il MIUR ed il supporto scientifico della Facoltà di Medicina e Psicologia dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza, che ha raggiunto, con oltre 2.929 incontri, quasi 255.000 studenti. Spesso sono infatti i più giovani a rimanere vittime di imprudenze , distrazioni o sfide legate a giochi pericolosi come il “train surfing”, mettendo seriamente a rischio la propria vita  e quella degli altri,  anche solo per scattare un selfie.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
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BRINDISI: OPERAZIONE LONG VEHICLE

La Polizia di Stato ha concluso una complessa attività di indagine per un assalto ad un furgone  portavalori, commesso in Brindisi il 18 gennaio del 2018.
Il risultato investigativo odierno è stato conseguito attraverso laboriose attività poste in essere dalla Squadra Mobile brindisina che, con il prezioso contributo di personale del Servizio Centrale Operativo di Roma, è riuscita ad individuare i componenti del commando armato.
Sulla strada statale Lecce- Brindisi il 18 gennaio del 2018, alle ore 7.05 circa del mattino il furgone blindato portavalori Cosmpol che trasportava denaro e valori per circa mezzo milione di Euro, da consegnare agli uffici postali in vari comuni della Provincia di Taranto, veniva assaltato da un commando armato, composto da almeno 10 persone, alcune delle quali imbracciavano anche armi da guerra che raggiungevano il luogo dell´assalto a bordo di 4 distinte autovetture dove spargevano sulla sede stradale  chiodi a quattro punte destinati a fermare il traffico veicolare in entrambe le direzioni di marcia.
Il furgone blindato, veniva raggiunto, affiancato e bloccato da un´autovettura i cui occupanti esplodevano colpi d´arma da fuoco.  Quattro persone armate, con il volto travisato da passamontagna  scese dall´auto si dirigevano con le armi in pugno verso il furgone portavalori, contro il quale continuavano a sparare più colpi, intimando all´equipaggio di aprirlo.
Dopo pochi secondi, i rapinatori sollevavano la parte posteriore del furgone e iniziavano a tagliare la carrozzeria in corrispondenza della parte in cui era allocata la cassaforte.
Non riuscendo nell´intento di penetrare nel furgone portavalori e di impossessarsi di quanto in esso contenuto,  i rapinatori si davano alla fuga a bordo di un furgone successivamente rinvenuto e sequestrato. Prima di allontanarsi si premuravano di cancellare le tracce della loro presenza a bordo delle quattro auto (nonché quelle a bordo del furgone), facendo uso della schiuma di un estintore.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
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TARANTO: OPERAZIONE DELLA POLIZIA STRADALE

La Polizia di Stato di Taranto nelle prime ore di questa mattina, sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare a carico 53 indagati, 8 dei quali, residenti nelle provincie di Taranto, Lecce, Bari e Napoli, sono stati attinti da provvedimento di custodia cautelare per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio e ricettazione di numerose autovetture di alta gamma commerciale.
Gli indagati utilizzavano il metodo della “falsa nazionalizzazione”, ovvero dati apparentemente genuini di vetture circolanti in altri paesi comunitari per poi reimmatricolarle in Italia con l’utilizzo di documenti di circolazione estera contraffatti.
L’operazione è condotta dai poliziotti della Sezione Polizia Stradale di Taranto, con la partecipazione della Squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polizia Stradale per la Puglia, per la Campania e la Sezione Polstrada di Lecce. In collaborazione del Compartimento Polstrada Napoli, Palermo e la Sezione Polstrada di Lecce sono in corso anche i sequestri di fascicoli di nazionalizzazione di autovetture di alta gamma commerciale presso le Motorizzazioni Civili di Napoli, Palermo e Lecce.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
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OPERAZIONE “THE SHOCK”

Al termine di un´articolata indagine durata oltre un anno, la Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, ha dato esecuzione a quattro misure cautelari personali ed al sequestro di quote societarie per ipotesi di estorsione aggravata dal metodo mafioso ed usura. L´attività investigativa, coordinata a livello nazionale ed internazionale dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni è stata svolta dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Lombardia.
Tra gli arrestati vi è un professionista nel settore dell´intermediazione finanziaria, che si appoggiava al principale indagato, soggetto già emerso in altre indagini della DDA di Milano ed espressione di una delle più note famiglie di `ndrangheta della Brianza, in quanto rispettivamente figlio  e cugino di elementi di vertice della locale di Desio.
L´indagine ha consentito di far emergere un ulteriore e grave episodio di infiltrazione mafiosa nel contesto economico ed in particolare nel settore turistico – alberghiero; il dato, già riscontrato in altre attività investigative, è il tentativo da parte di famiglie mafiose di mettere le mani su realtà imprenditoriali in crisi, mediante iniezione di capitali “freschi” ed utilizzo, ove necessario, di metodi intimidatori per ottenere il controllo di attività economiche di  rilievo.
Ancora, dall´indagine è emerso il legame tra esponenti delle criminalità organizzata ed i professionisti; nel caso in esame era proprio il consulente finanziario che segnalava al soggetto calabrese le potenziali vittime e che pianificava unitamente a quest´ ultimo le operazioni finanziarie.
Proprio mediante la forza di intimidazione derivante dal collegamento con la `ndrangheta gli indagati sono riusciti ad assumere il controllo di un´importante realtà alberghiera in Liguria, le cui quote sono state oggetto di sequestro da parte del GIP di Milano con la stessa ordinanza che ha adottato le misure cautelari.
L´indagine prosegue una precedente attività investigativa, di ampio respiro internazionale, posta in essere dagli investigatori del Compartimento di Milano, c.d. operazione “Bruno”, conclusa nel 2018 con l´arresto tra Italia e Romania di 21 individui (e altri 14 indagati) per associazione a delinquere transnazionale, frode informatica e accesso abusivo a sistema informatico e riciclaggio di proventi di massive campagne di phishing, che lasciava intravedere un interesse della ndrangheta verso il cybercrime.
Anche questa indagine come già evidenziato nella “Operazione Bruno” ha messo in luce come la criminalità organizzata stia muovendo passi nel mondo della criminalità informatica e verso il cybercrime, riciclando poi i profitti mediante ordinarie metodologie tipiche mafiose.
Il coordinamento internazionale posto in essere dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, ha permesso, attraverso l´indispensabile cooperazione di Europol, di interessare i collaterali Organi di polizia di Germania, Francia, Svizzera, Croazia e Slovenia per l´individuazione di beni frutto del riciclaggio.
Alla luce di quanto emerso la Polizia di Stato invita, sempre più e con maggiore forza, gli imprenditori a denunciare subito ogni forma di minaccia o semplici avvicinamenti esplorativi da parte di soggetti dotati di una certa “liquidità” – anche in cripto-valuta – segnalando siti internet e caselle di posta elettronica emerse in relazione a questi fenomeni criminali.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato

ATTACCO GLOBALE PER UNA MINACCIA GLOBALE

PARTE IL PROGETTO I CAN CONTRO LA ‘NDRANGHETA, GUIDATO DALL’ITALIA E DA INTERPOL, CON 10 PAESI DI TUTTO IL MONDO.

Si riuniranno oggi in videoconferenza, alle ore 14, i vertici delle forze di polizia di 10 Paesi del mondo, oltre all’Italia e ad Interpol, per il kick-off del Progetto I CAN (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta), presentato il 30 gennaio scorso a Reggio Calabria. I Paesi sono l’Argentina, l’Australia, il Brasile, il Canada, la Colombia, la Francia, Germania, gli Stati Uniti, la Svizzera e l’Uruguay che lavoreranno insieme per un progetto di tre anni, ideato dall’Italia insieme ad Interpol, per un attacco globale alla ‘Ndrangheta, oggi presente in 32 Paesi di quattro continenti (Europa, Africa, America e Oceania), di cui 17 Stati europei. Per l’Italia sarà presente il Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Prefetto Franco Gabrielli, insieme al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale Giovanni Nistri, e al Comandante Generale della Guardia di Finanza, Generale Giuseppe Zafarana, perché le forze di polizia italiane lavoreranno insieme con un’unica squadra che rappresenterà il punto di riferimento per tutti i Paesi coinvolti. L’avvio del progetto era fissato per la fine di marzo ma è stato bloccato a causa della pandemia da Covid-19. Nel periodo di lockdown si è, però, continuato a lavorare su tutti gli aspetti organizzativi del progetto che ha come obiettivi la cattura dei latitanti e la confisca dei patrimoni illeciti, sulla base di una conoscenza approfondita del fenomeno criminale e del rischio che rappresenta soprattutto nelle sue proiezioni internazionali. In apertura dei lavori è previsto l’intervento del Segretario Generale dell’Interpol, Jurgen Stock, a capo della più grande organizzazione internazionale di polizia, che riunisce 194 Paesi del mondo. Il progetto I CAN verrà illustrato dal Vice Capo della Polizia, Prefetto Vittorio Rizzi, mentre a conclusione dell’incontro interverrà il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato

 

 

Alle prime luci dell´alba un blitz della Polizia di Stato per contrastare la criminalità organizzata a Trapani e a Caserta.

La Squadra Mobile di Trapani, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, sta eseguendo numerose perquisizioni e arresti nei confronti dei favoreggiatori di Matteo Messina Denaro. 15 gli indagati a vario titolo per associazione mafiosa, estorsione, detenzione di armi e favoreggiamento della latitanza del boss mafioso.
Perquisita anche l´abitazione di Castelvetrano, residenza anagrafica del latitante Messina Denaro.
La Squadra Mobile di Caserta, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, sta eseguendo numerosi arresti nei confronti degli esponenti del sodalizio criminale con a capo un ex cutoliano, attuale reggente del clan de´ “I Casalesi” nell´agro Teano. Tra gli arrestati anche il referente di zona del federato clan “Papa”.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo 
foto Polizia di Stato