No Tav, minacce a operai del cantiere

tavda TGcom 24

Gli operai che lavorano al cantiere Tav di Chiomonte hanno compiuto una “scelta egoista” che li “mette fuori dalla comunità” e “li condanna a una difficile convivenza con il territorio”. Questo post, comparso su uno dei blog di riferimento dei No Tav, è all’esame della Digos nel quadro degli accertamenti sui fatti della Val di Susa.

Gli investigatori ritengono il post significativo visti i nuovi obiettivi della frangia oltranzista del movimento No Tav e l’escalation delle delle ultime ore pare confermare i timori. Il messaggio è stato portato anche all’attenzione dei magistrati della procura di Torino.Dopo l’assalto con molotov e razzi bengala di due notti fa, al cantiere di Chiomonte, intanto, sono proseguiti in modo regolare i lavori e non si sono registrati altri episodi di violenza.

Questa mattina a Bussolone, dove era previsto un incontro poi annullato con i tecnici di Ltf, che avrebbero dovuto illustrare ai residenti il progetto della Tav, una decina di attivisti No Tav hanno dato vita a un presidio pacifico.

Procura ipotizza il tentato omicidio – Il tentato omicidio è una delle ipotesi di reato che la Procura di Torino sta valutando per l’attacco al cantiere. Il fascicolo è aperto contro ignoti. I pubblici ministeri procedono anche per danneggiamento, porto di materiale esplodente e altri reati.

Sindaco di Chiomonte a Tgcom24: “Preoccupato” – “Sta cambiando la strategia. Stanno avanzando frange estremiste politicizzate e siamo preoccupatissimi”. Lo ha detto a Tgcom24 Renzo Pinard, il sindaco di Chiomonte, in Val Susa. Il primo cittadino, più volte oggetto di minacce e di atti vandalici per le sue posizioni a favore della Torino-Lione, ha affermato: “Pensare che l’opera possa diventare pretesto per scontri politici e per giustificare campagne elettorale mi trova in disaccordo”.

Un giornalista al giorno sotto-minaccia

giornalida Corriere.it

Nel solo 2012 in Italia ben 324 giornalisti hanno subìto minacce perché semplicemente facevano il proprio lavoro. Praticamente uno al giorno. Una fotografia preoccupante per lo stato di salute dell’informazione e della democrazia del paese, scattata dall’osservatorio Ossigeno per l’Informazione.

IL PROGETTO – Dall’elaborazione dei dati di Ossigeno attraverso le tecniche e i linguaggi dei nuovi media digitali nasce il progetto Storie di Giornalisti Minacciati, che intende fare nuova luce su un fenomeno spesso ignorato dalla stessa informazione giornalistica. Le vicende sono raccontate attraverso una narrazione giornalistica innovativa che fa degli elementi della multimedialità, interattività, partecipazione e condivisione la sua sintassi naturale, sfruttando le caratteristiche tipiche del data journalism e dei social media.

LE MAPPE INTERATTIVE Una mappa interattiva geolocalizza tutti i 195 casi di minaccia che nel 2012 hanno coinvolto 324 giornalisti. I casi sono aggregati a livello territoriale secondo la tipologia della minaccia: Danneggiamenti (12 casi), Avvertimenti – verbali o scritti (104), Azioni legali (63), Aggressioni fisiche (16). Altre due mappe mettono in evidenza la densità del fenomeno a livello regionale, sia rispetto ai casi di minaccia sia ai giornalisti coinvolti.

LE TIMELINE DI FACEBOOK Alcuni dei casi monitorati da Ossigeno nel corso degli anni sono stati approfonditi utilizzando la Facebook Timeline per condividere diversi formati multimediali (immagini, audio, video, testi, link, ecc.) attraverso i quali ricostruire le vicende prese in esame, corredate da materiale documentale originale ed inedito.