Roma, obbligate a prostituirsi con la magia nera: 13 arresti

nigeriada TGCOM24

Le ragazze, spesso minorenni, erano obbligate a sottoscrivere un debito di 50mila euro, da restituire attraverso le loro prestazioni sessuali, per venire dalla Nigeria in Italia. Se non ottemperavano ai loro doveri venivano minacciate di maledizioni contro le loro famiglie.

Prima di essere avviate alla prostituzione nella Capitale, erano sottoposte a riti di magia nera in Nigeria e obbligate a sottoscrivere un debito di 50mila euro, da restituire con il ricavato delle proprie prestazioni sessuali. E’ quanto emerso da un’indagine dei Carabinieri di Anzio, che hanno notificato, nelle province di Roma e Asti, 13 ordinanze di custodia cautelare in carcere. Tra gli arrestati, 12 nigeriani, tra cui 4 donne, e un italiano.

Minacciate di maledizioni contro le loro famiglie di origine – L’organizzazione reclutava le ragazze dalla Nigeria, spesso minorenni, attraverso la mediazione di altri referenti del gruppo criminale. Le giovani donne venivano costantemente controllate e obbligate a prostituirsi tutti i giorni sotto la minaccia di maledizioni e ritorsioni sulla famiglia d’origine.

A denunciare il giro di prostituzione è stata una vittima minorenne – L’indagine, coordinata dalla Dda e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, trae origine dalle dichiarazioni di una vittima minorenne, all’epoca del suo arrivo a Roma. Nell’operazione di questa mattina sono impiegati più di 100 uomini con l’ausilio unità cinofile e di un elicottero del Raggruppamento Elicotteri di Pratica di Mare.

Le accuse contro gli arrestati – Le persone arrestate sono ritenute responsabili a vario titolo di sfruttamento della prostituzione, anche minorile, riduzione in schiavitù, ingresso illegale di clandestini al fine dello sfruttamento sessuale e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso.

Liberati i marinai italiani rapiti in Nigeria Il comandante: dimagriti ma stiamo bene

da Ilmessaggero.it

Liberati i tre marini italiani sequestrati lo scorso 23 dicembre al largo delle coste della Nigeria, mentre ilrimorchiatore Asso21 su cui erano imbarcati si dirigeva a Port Harcourt. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Giulio Terzi. «I nostri tre marinai sono liberi e faranno presto rientro in Italia», ha detto Terzi stamani, precisando poi che arriveranno nel pomeriggio a Roma.

«Stiamo bene e ci hanno trattato bene». Queste le pochissime parole che Emiliano Astarita, il comandante del rimorchiatore sequestrato ha riferito a suo padre Franco. Due le telefonate, dopo la liberazione. «Siamo dimagriti ma è tutto ok», ha aggiunto il comandante. Con Astarita, a bordo dell’unità della società armatrice Augusta Offshore, c’erano Salvatore Mastellone e Giuseppe D’Alessio.

Prima un tratto in battello. Poi a bordo di un’automobile i tre italiani sono stati condotti nella cittadina della Nigeria Port Harcourt. Sarebbero queste, secondo quanto si è appreso, le prime fasi della liberazione dei tre italiani marittimi rapiti. A quanto appreso, tra un paio di giorni potrebbero rientrare.

«È un successo – ha proseguito Terzi – degli uomini e delle donne della Farnesina e di tutti i funzionari delle strutture dello Stato coinvolte, che con la loro tenacia e professionalità hanno reso possibile l’esito positivo di questa difficile vicenda». «Desidero inoltre ringraziare le autorità nigeriane, che in queste settimane ci hanno sempre assicurato la massima collaborazione», ha aggiunto Terzi, rimasto sempre in contatto con il collega nigeriano per la gestione del caso.

La situazione era «veramente preoccupante» ma grazie anche alla tecnica «affinata negli anni», al termine «di una lunga operazione» – stanotte verso l’una – siamo riusciti a «riavere con noi i connazionali» rapiti in Nigeria, ha poi precisato il ministro degli Esteri.

Sono 30 i connazionali sequestrati all’estero che in questi mesi sono stati riportati a casa.