ROMA. Rapine villa: picchiato e sequestrato per ore, un arresto a Roma

rapineda Agi.it

Legato mani e piedi, picchiato e costretto a consegnare ai malviventi le carte di credito in suo possesso. E’ la drammatica avventura vissuta nella notte tra il 7 e l’8 novembre da un 49enne romano, vittima di quattro persone incappucciate riuscite, con uno stratagemma, a entrare nella sua villa nella zona di Spinaceto. L’uomo, in quel momento solo in casa, era riuscito a liberarsi solo molte ore dopo. Per la rapina gli agenti della Squadra mobile romana, diretti da Renato Cortese, hanno identificato e arrestato un romeno di 21 anni. Il 48enne ha raccontato che verso le 20,45 del 7 novembre era stato insospettito dall’improvviso nervosismo dei suoi cani. Aperta la porta d’ingresso per verificare cosa stesse accadendo, si e’ trovato di fronte un uomo con il volto coperto da un passamontagna, che gli ha puntato una pistola sul viso. Il malvivente ha fatto irruzione nell’abitazione insieme a tre complici, anch’essi dell’Est europeo e con il volto coperto, che gli hanno legato le mani dietro la schiena e le caviglie con un filo del telefono. Il rapinatore armato ha iniziato a picchiarlo con calci e pugni per convincerlo a farsi rivelare dove fosse la cassaforte. La vittima ha spiegato di non avere alcuna cassaforte e, per far desistere i suoi aggressori dal pestaggio, ha rivelato loro i codici delle sue due carte di credito. A quel punto due dei rapinatori si sono allontanati dall’abitazione, in una zona di campagna, utilizzando una delle auto della vittima, per eseguire dei prelievi da un bancomat, mentre gli altri due complici sono rimasti a sorvegliare il malcapitato. Fatto ritorno dopo un paio d’ore, hanno atteso la mezzanotte e sono usciti nuovamente per poter fare un secondo prelievo. La banda, dopo aver condotto la vittima in camera da letto e averla immobilizzata con un lenzuolo, si e’ data alla fuga portando via anche le sue due auto.
Le indagini, immediatamente avviate dalla Squadra mobile della capitale, hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti di S.I. Marius, pregiudicato per reati contro il patrimonio. Lo scorso 22 novembre, Marius ha improvvisamente organizzato la sua fuga in Romania, convinto di essere braccato dalla polizia per il recente colpo: il giorno successivo e’ stato individuato sulla statale E45, in localita’ Sansepolcro, mentre insieme a due connazionali stava tentando di raggiungere la Romania ed e’ stato quindi sottoposto a fermo di polizia giudiziaria. Fermo convalidato ieri. L’analisi del materiale sequestrato nel corso dell’operazione ha consentito di denunciarlo per la ricettazione di parte della refurtiva di un’altra rapina, messa a segno a a Marino la sera del 20 novembre. In quell’occasione tre rapinatori dell’Est Europa avevano fatto irruzione in una villa dove era presente il solo proprietario, brutalmente malmenato per ottenere indicazioni utili sull’ubicazione della cassaforte.

Bimbo ricoverato per fratture, genitori indagati

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Quando lo hanno portato in ospedale con le braccia e le gambe e la testa fratturate hanno detto che si era ferito cadendo mentre tentava di “gattonare”. Ma i medici dell’ospedale “Di Cristina” di Palermo hanno capito che il neonato di tre mesi era stato picchiato dai genitori, ora indagati dalla procura per tentato omicidio. Marito e moglie respingono le accuse. Il piccolo è ricoverato in rianimazione e rischia di perdere la vista e l’udito.

Riscontrati anche segni di strangolamento – Sul piccolo sono stati riscontrati anche segni di strangolamento. Le sue condizioni sono stabili, ma i medici hanno rilevato danni neurologici per i quali è ancora necessario che rimanga ricoverato. Il neonato quando verrà dimesso dovrà ricorrere alle cure di una struttura attrezzato con un supporto infermieristico adeguato. Il bimbo è affidato al direttore sanitario dell’ospedale Di Cristina, Giorgio Trizzino e non può avere contatti con la famiglia come imposto dei magistrati.Nella lista dei bimbi da adottare – Il tribunale dei minori lo ha inserito nella lista dei bambini da adottare. Il neonato venne ricoverato il 14 agosto in gravi condizioni. I medici accertarono che era stato vittima di “sindrome di maltrattamento”. Il padre e la madre sono entrambi disoccupati. La donna ha raccontato ai carabinieri di essere depressa”. Spesso è mio marito ad occuparsi di nostro figlio, ma anche lui soffre di depressione e forse per farlo stare zitto lo ha picchiato”, ha detto ai militari. I due sono stati sottoposti ad un prelievo di sangue ma dagli esami non risulta nessuna assunzione di alcol e droghe. I medici hanno anche accertato che pure in passato il neonato sarebbe stato picchiato. Lo dimostrerebbero le fratture ormai ricomposte evidenziate dagli esami radiografici.