Udine, “le 15 enni volevano uccidere” Mirco Sacher. Lo dice la perizia

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Non è stata legittima difesa. Non è più un omicidio preterintenzionale. Mirco Sacher, l’ex ferroviere di 66 anni ucciso lo scorso 7 aprile in un campo alla periferia di Udine, è morto per soffocamento. Le due 15 enni gli avrebbero stretto le mani intorno al collo fino a togliergli il fiato. Ci sarebbe dunque una svolta nell’inchiesta sulla morte del pensionato strangolato due mesi. Ad attestarlo, secondo quanto scrive oggi La Stampa, è la perizia che verrà depositata la settimana prossima. Si tratta di una lettura ben diversa da quella emersa in un primo momento. Le due giovani avrebbero aggredito Sacher proprio con l’intenzione di ucciderlo, un vero e proprio omicidio volontario: questo racconta il rapporto del medico legale, scrive Niccolò Zancan.

Durante l’interrogatorio le due ragazzine avevano spiegato di aver reagito ad un tentativo di violenza da parte dell’uomo, ma la ricostruzione non aveva convinto gli inquirenti. Così le indagini sono continuate e si sono aggiunti ulteriori dettagli. La perizia sui telefoni avrebbero portato alla luce diversi sms dai quali emergerebbe una complicità tra i tre. Quattro giorni prima Sacher della sua morte scriveva infatti: “Grazie, Ci penso ancora. E’ stato bellissimo”. Un giovane avrebbe peraltro rivelato agli inquirenti di aver pagato una prestazione sessuale a una delle due minorenni. C’è poi da dire che pochi giorni prima del delitto di Sacher, le due 15 enni avevano rapinato un anziano.

Delitto Udine, da Sacher sms sessuale a ragazza

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Un sms a sfondo sessuale partito dal cellulare di Mirco Sacher verso quello di una delle due 15enni indagate per la sua morte. Sembrano assumere una direzione diversa le indagini sul caso del pensionato trovato morto in un campo e della cui uccisione si sono accusate due ragazzine.
Il rapporto tra il pensionato e le adolescenti, descritto all’esterno da tutti come quello «tra nonno e nipote» potrebbe dunque essere stato diverso. Un’ altra ‘tessera’ del puzzle è rappresentata dal fatto che, a quanto si è appreso, nelle settimane antecedenti il delitto di Sacher, una delle due 15enni indagate per la sua morte avrebbe incontrato un uomo in una zona di capannoni semi-deserti, poco distante dal campo di via Buttrio. Gli avrebbe sottratto 100 euro e poi sarebbe scappata. Con lei c’era anche un’altra amica, la stessa che pochi giorni prima dell’omicidio era andata con loro a casa di Sacher, in attesa dell’autobus per tornare a casa. La terza giovane risulta comunque estranea ai fatti.
NUOVO SOPRALLUOGO IN CASA DELLA VITTIMA. Questo elemento, hanno raccontato alcuni testimoni sfilati davanti agli agenti della squadra mobile di Udine, unito al messaggio a sfondo sessuale partito dal cellulare della vittima e indirizzato all’altra adolescente, avrebbe fatto prendere alle indagini una piega diversa da quanto si pensava all’inizio.
Alla luce delle novità emerse con l’analisi dei cellulari, gli avvocati Federica Tosel e Luigi Francesco Rossi sono attesi in settimana dalla ragazza per confrontarsi con lei. Intanto il 24 aprile, al gabinetto di polizia scientifica di Padova cominciano gli accertamenti tecnici irripetibili sui reperti posti sotto sequestro. Probabile che nei prossimi giorni gli investigatori tornino a fare un sopralluogo in casa della vittima.