Usura ad imprenditori edili bresciani: 8 arresti

di Il Corriere della sera

Un impresario avrebbe dovuto pagare 500mila euro. A riscuotere il denaro tre mandanti (un calabrese e due siciliani)

Prestavano soldi ad impresari bresciani con l’acqua alla gola per via della crisi. E chiedevano indietro cifre da capogiro, richieste con metodi poco ortodossi da un calabrese e due siciliani: per questo sono state arrestate 8 persone per truffa, usura ed estorsione (seguiti dai carabinieri del Comando Provinciale di Bergamo) nell’ambito dell’operazione «Blackmail». L’operazione è culminata nell’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare (con 7 persone in carcere, una agli arresti domiciliari e 2 divieti di dimora nelle province di Bergamo e Brescia), emessa dal Gip del Tribunale di Bergamo, Alberto Viti su richiesta del pm Maria Cristina Rota, nei confronti di 10 cittadini italiani, a vario titolo ed in concorso tra loro, accusati di estorsione, truffa e usura nei confronti di imprenditori bergamaschi e bresciani.

Gli arrestati

I provvedimenti sono stati notificati ad Angelo Martinelli, 65 anni, di Costa Volpino; Sergio Vaglini, 75 anni, originario di Pisa e residente a Lido di Carnaiore; Antonino Scopelliti, 65 anni, originario di Reggio Calabria, attualmente detenuto a Bergamo; Biagio Proietto, 51 anni, di Palermo, attualmente detenuto a Bergamo; Carmelo Di Girolamo, 50 anni, originario di Palermo e residente a Castelli Calepio; Dario Cucuzza, 32 anni, di Palermo; Ignazio Sirchia, 43 anni, di Palermo; e Girolamo Quartararo, 42 anni, residente ad Altavilla Milicia.

L’indagine: impresario edile costretto a pagare 500mila euro

L’indagine, iniziata nell’ottobre 2013 dopo la denuncia di una delle vittime dopo un tentativo d’estorsione, ha prima permesso di individuare cinque soggetti dei quali due imprenditori (uno bergamasco ed uno lucchese) come mandanti, e tre pregiudicati (uno calabrese e due siciliani), quali «esattori» impegnati nel tentativo di estorcere ad un imprenditore edile bresciano 500 mila euro, poi ridotta a 159 mila. Sono poi emerse ulteriori responsabilità dei due imprenditori, responsabili di usura nei confronti di altri imprenditori edili bresciani e di due dei tre indagati per la commissione (con altri due siciliani), di un tentativo di truffa ai danni di un allevatore di cavalli bergamasco: si erano finti finanzieri per estorcergli 50 mila euro, e di 6 indagati siciliani per un tentativo di estorsione di 500 mila euro ai danni di un consulente finanziario bresciano al quale è stata inviata una lettera minatoria contenente un proiettile calibro 7,65 e la richiesta estorsiva.

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