Alfano sugli spari a Milano: gravissimo, non succeda mai più

fonte Ministero degli Interni

Il killer del tribunale poteva colpire ancora, fermato grazie alla videosorveglianza. Il ministro dell’Interno, già a Milano, in conferenza stampa nel palazzo di Giustizia: «L’intervento delle Forze dell’ordine ha salvato vite»

L’uomo che questa mattina in un’aula del tribunale di Milano ha ucciso a colpi di pistola tre persone, Claudio Giardiello, imputato per reati economici nel processo in corso, avrebbe avuto intenzione di uccidere un’altra persona, al momento ancora da individuare, ma è stato fermato prima, a Vimercate, dai Carabinieri che grazie alle telecamere della videosorveglianza hanno riconosciuto scooter e targa.

Lo ha riferito il ministro dell’Interno Angelino Alfano durante la conferenza stampa organizzata in tribunale dopo il sopralluogo effettuato insieme al ministro della Giustizia Andrea Orlando e al procuratore della Repubblica del tribunale di Milano Edmondo Bruti Liberati.

Alfano, appena informato dell’episodio, ha interroto la riunione del comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica dedicata a EXPO 2015 che stava presiedendo in prefettura.

«Il sistema di videosorveglianza ci ha permesso di individuare la targa e arrivare all’uomo» ha sottolineato Alfano parlando di «eccellenza straordinaria del sistema» e ringraziando «le nostre donne e uomini in divisa e specificatamente i Carabinieri per un’azione straordinaria».

La sparatoria in tribunale rimane comunque «un fatto che ci ha colpiti profondamente, gravissimo, inaccettabile», lo ha definito il ministro, un fatto «che purtroppo ha precedenti ma non doveva succedere e speriamo non succeda mai più».

«La rapidità delle indagini è necessaria per chiarire subito quello che è successo, chi sia il responsabile dell’ingresso di una persona con un’arma a Palazzo di Giustizia». «Le nostre forze dell’ordine stanno interrogando, insieme alla magistratura l’omicida, e faranno tutto il possibile per accertare la verità con chiarezza. È urgentissimo il bisogno di capire per colmare le falle del sistema di sicurezza degli uffici giudiziari».

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