ATTENTATO DURANTE LA MARATONA DI BOSTON: in America torna l’incubo dell’11 settembre

esplosioni-boston-mappadi Grazia De Marco

Dopo le stragi dell’11 settembre, l’America sembra nuovamente rivivere l’incubo del terrorismo. Lo scorso 15 Aprile, infatti, alle ore 14.50 locali (20.50 italiane) lo scoppio  di due bombe ha trasformato la storica maratona di Boston, che si corre  da 177 anni, in tragedia, togliendo la vita a 3 persone e ferendone 140.  Gli ordigni, costituiti da pentole a pressione piene di chiodi, cuscinetti a sfera e schegge metalliche, erano collegati da detonatori e collocati  a 170 metri di distanza tra di loro. Le bombe sono esplose a 12 secondi l’una dall’altra, nei pressi del traguardo della gara, situato a Boylston Street, storica via della città, a ovest del centro.

boston-marathon2_wide-c9151302f316f49fdfdfd7ea6006e4cc3d3bb134-s6-c10Immediatamente dopo le deflagrazioni, i poliziotti e gli operatori sanitari, presenti nella zona per garantire la sicurezza durante l’evento sportivo, si sono adoperati, insieme ad alcuni atleti, per soccorrere i feriti, poi trasportati nei vari ospedali di Boston. Secondo alcuni giornali locali ed in base alle informazioni fornite dagli stessi ospedali, almeno 15 dei 140 feriti sarebbero in condizioni critiche e i più gravi avrebbero già subito amputazioni agli arti, a causa delle ferite molto estese.

Quello che sconvolge ancora di più, tuttavia, è che a rimanere vittime dell’attentato sarebbero  state soprattutto famiglie con bambini, tra i quali  il piccolo Martin Richard, di 8 anni, che ha perso la vita mentre aspettava il padre William al traguardo per abbracciarlo ed altri sei, rimasti feriti e ricoverati nell’ospedale pediatrico della città.

Rimangono ancora oscure le piste battute dall’FBI e dalla polizia locale, ma tra le più accreditate ci sarebbero quella del terrorismo internazionale, suffragata dalle molteplici minacce agli USA da parte di Al Qaeda e quella della ricorrenza dell’anniversario della strage a Oklahoma City, avvenuta il 19 Aprile 1995.

Il Presidente Barack Obama,  che ha parlato alla Nazione da Washington, ha prima voluto esprimere la sua vicinanza ai familiari delle vittime, affermando che il colpevole, chiunque sia, sarà duramente condannato e, successivamente, ha ricordato che in questi momenti la speranza si presenta anche sotto forma di eroi ordinari, come i vigili del fuoco, il personale ospedaliero e tutti coloro che hanno dato il loro prezioso aiuto.  Anche il Presidente della Repubblica  Giorgio Napolitano ha espresso “i sensi della più profonda solidarietà e sdegno” per i fatti accaduti e ha poi aggiunto: “ nessun atto di violenza ci impedirà di tenere fede ai nostri  valori e alla nostra fiducia di libertà, nella democrazia e nello stato di diritto”.

Intanto molti  uomini delle forze dell’ordine stanno presidiando a Roma decine di obbiettivi sensibili statunitensi, soprattutto aeroporti, università americane, ambasciate, il consolato e la residenza dell’ambasciatore.

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