Bari, Alfano sull’emergenza criminalità: “Rafforzeremo le pattuglie di polizia e carabinieri”

Rinforzare i reparti operativi di carabinieri e polizia, ma anche l’invio a Bari di militari dell’Esercito per le strade. E puntare, per i cosiddetti reati predatori, sull’utilizzo di avanzati sistemi di videosorveglianza. Questa la ricetta contro la criminalità elaborata dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, che lunedì mattina presiederà la conferenza regionale dei prefetti della Puglia. «Faremo un’analisi approfondita del livello di contrasto alla criminalità organizzata e dei sistemi di prevenzione in questo territorio – premette Alfano – Voglio rimarcare che il livello di cooperazione della squadra Stato è già elevato, come dimostrano le attività quotidiane di sinergia fra forze dell’ordine e istituzioni».

I numeri relativi ai reati commessi nell’ultimo anno sono confortanti: «Il trend della delittuosità nel corso del 2015, rispetto all’anno precedente, è decrescente sia nella città di Bari che nella provincia – riassume – In particolare, sono diminuiti gli omicidi volontari, le rapine e i furti». Nell’ultimo mese, però, Bari ha tremato sotto i colpi di pistola, con due omicidi e altri tre ferimenti (in due agguati), mentre sabato mattina a Taranto si è sparato fra la gente. Segnali di allarme, che preoccupano investigatori e istituzioni. «Sul piano operativo, stiamo pensando a un dispositivo di rinforzo dei reparti Prevenzione della polizia di Stato e dei carabinieri da impiegare nel controllo del territorio. Se necessario, siamo pronti all’assegnazione di ulteriori militari in aggiunta alle unità già impiegate nell’ambito dell’operazione “Strade sicure”».

Il piano di intervento riguarda anche il fenomeno di furti e rapine negli esercizi commerciali: «Stiamo lavorando a diversi progetti di sistemi più evoluti di videosorveglianza», annuncia il ministro. Sulla questione immigrazione e sulla nuova emergenza sbarchi che si profila in Salento, Alfano rifiuta l’idea di “muri” per bloccarli: «Come Unione europea dobbiamo realizzare quello che abbiamo già deciso – dice – E cioé costruire i centri di smistamento dove separare i profughi dagli irregolari, ricollocare equamente i richiedenti asilo tra i 28 Paesi, espellere gli irregolari: è un meccanismo che deve attuare l’Europa per salvare se stessa e per salvare l’idea di Europa che altrimenti rischierebbe di tramontare. È una pura illusione pensare di chiudere le frontiere con i muri».

Bisogna evitare che il sistema di accoglienza collassi: «Se un pezzo d’Europa ritiene che tutti quelli che arrivano in Italia o in Grecia possano essere assorbiti dall’Italia o dalla Grecia, si illude, perché il sistema collasserà. Spero che non si arrivi alla chiusura e che si superi il meccanismo del tetto che va contro i principi dell’accoglienza, anche perché parliamo di richiedenti asilo. L’Italia sta facendo la sua parte e ci aspettiamo che gli altri facciano lo stesso. Le dichiarazioni del presidente Juncker ne sono la testimonianza».

fonte La Repubblica

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