Vittime di terrorismo: il ricordo del commissario Calabresi

Oggi si ricorda la morte del commissario di polizia Luigi Calabresi assassinato da un commando di terroristi il 17 maggio 1972.

L’omicidio avvenne per mano di appartenenti all’organizzazione di estrema sinistra Lotta Continua che riteneva il commissario responsabile della morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli. Quest’ultimo era stato fermato nel corso delle indagini per la strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969 ed era morto precipitando da una finestra della Questura di Milano.

Il processo per la morte di Pinelli dimostrò la totale estraneità del commissario che non si trovava nemmeno nella stanza dalla finestra della quale precipitò Giuseppe Pinelli. Anche quest’ultimo venne totalmente scagionato dalle accuse di coinvolgimento nell’attentato di piazza Fontana.

fonte e foto polizia di stato

Peschiera del Garda: giuramento solenne per gli allievi agenti

Giuramento solenne a Peschiera del Garda per gli agenti del 195° corso di formazione 

Nella scuola di Polizia in provincia di Verona, sabato 14 maggio, davanti al vice capo vicario della Polizia Luigi Savina, hanno giurato fedeltà alla Repubblica gli agenti del corso “Emanuela Loi”, la giovane agente morta  a Palermo il 19 luglio 1992 nell’attentato al giudice Paolo Borsellino.

La cerimonia del giuramento si è svolta nella piazza del Porto che i reparti hanno raggiunto marciando con la musica della Banda musicale della Polizia di Stato che apriva lo schieramento.

Durante la cerimonia (Video) sono stati premiati gli allievi che si sono distinti agli esami finali.

Al giuramento hanno assistito il questore di Verona Giuseppe Mangini, il sindaco di Peschiera Maria Orietta Gaiulli, i familiari di Emanuela Loi e le autorità militari civili e religiose della provincia.

Un breve fuori programma si è avuto quando allo schieramento si è affiancato anche il pastore tedesco che interpreta la serie televisiva “Il Commissario Rex”.

Orgoglioso della sua pettorina della Polizia e del foulard del reparto, il Commissario a 4 zampe, dopo la lettura della formula di fedeltà espressamente redatta per lui, ha abbaiato il suo “lo giuro”, di fronte al pubblico che lo applaudiva e ai suoi “colleghi”.

fonte  foto e video. polizia di stato e vigili del fuoco

Le attività della Stradale

Polizia stradale

La Polizia Stradale è una delle quattro Specialità della Polizia di Stato e si occupa in via principale del settore strategico del controllo e della regolazione della mobilità su strada. I suoi compiti sono individuati all’art. 11 del Codice della Strada (Decreto Legislativo 30.4.1992, n.285 e successive modifiche) e contemplano leattività connesse:

· alla prevenzione del fenomeno infortunistico;

· alla rilevazione degli incidenti stradali;

· all’accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale;

La Polizia Stradale provvede inoltre:

· ai servizi di scorta per la sicurezza della circolazione;

· ai servizi diretti alla regolazione del traffico;

· alla tutela ed al controllo dell’uso del patrimonio stradale;

· al concorso nelle operazioni di soccorso;

· alla collaborazione alla rilevazione dei flussi di traffico.

Per avere un’idea dell’impegno richiesto alla Polizia Stradale che impiega una media di 1.500 pattuglie giornaliere, basti pensare che sui 7 mila chilometri della rete autostradale italiana e su di una rete primaria nazionale di oltre 450.000 Km si muove un parco circolante interno pari ad oltre 42.000.000 di veicoli, e che l’incidenza del trasporto su gomma arriva a rappresentare oggi il 90% circa del traffico interno viaggiatori ed il 62% di quello merci complessivo.

L’elevata professionalità e specializzazione della Polizia Stradale – che conta poco meno di 12.000 unità – è testimoniata dal continuo aggiornamento professionale degli operatori presso il Centro Addestramento della Polizia di Stato di Cesena, in parallelo con le costanti modifiche al Codice della Strada.

Con un nucleo di operatori, la Polizia Stradale è altresì presente presso il Centro di Coordinamento delle Informazioni sulla Sicurezza Stradale (C.C.I.S.S.) ubicato nell’ambito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con il compito di validare e certificare tutte le notizie sulla viabilità, in modo tale che, nel contesto generale della sicurezza pubblica, siano diffuse agli utenti informazioni “certe e fondate” con elevato livello generale di qualità.

La Polizia Stradale ha compiuto 66 anni di vita. La storia della Specialità è contenuta nel museo virtuale della Polizia Stradale. Visita il museo virtuale

La Polizia Stradale per il cittadino: tutto quello che c’è da sapere

Limiti di velocità

I limiti di velocità sulle strade italiane e le sanzioni in caso di violazione

Autovelox e tutor: dove sono?

La Polizia di Stato rende pubbliche le tratte stradali dove sono operativi, giorno per giorno, gli strumenti di controllo della velocità. Pubblicata la nuova direttiva del ministro dell’Interno sugli autovelox e il protocollo operativo

Vergilius

Tutte le informazioni sul sistema per il monitoraggio della velocita’ media dei veicoli “Vergilius”

Easy verbale

Una guida al verbale redatto dalla Polizia Stradale

Pagamento delle sanzioni in misura ridotta del 30%

Sono entrate in vigore le norme che introducono la possibilità di ridurre del 30 per cento le sanzioni amministrative per molte violazioni del Codice della Strada. Vediamo come e quando è possibile usufruire del benefici di legge

Documenti necessari per la guida

La patente a punti: come funziona, come vengono persi e riacquistati i punti. I duplicati dei documenti: come richiederli.

Motorini

Tutto ciò che bisogna sapere: vecchie e nuove regole

Autotrasporto merci e scorte di sicurezza

Le limitazioni al traffico per i mezzi pesanti. La sezione comprende anche le modalità per l’abilitazione alle scorte dei carichi eccezionali. Da Autostrade per l’Italia una iniziativa per glil autotrasportatori “Fai il tuo pit stop per la Prevenzione

Viabilita’ Italia

La struttura che si occupa di fronteggiare situazioni di crisi legate alla viabilità e di adottare, anche preventivamente, le strategie di intervento più opportune. Tutte Le informazioni su interruzioni e percorsi alternativi e il “Glossario degli eventi di viabilità”-

Campagne di sicurezza stradale

Per rispettare le regole del codice della strada è necessario condividerle. Le iniziative della Stradale per la sicurezza alla guida.

fonte e foto polizia di stato

La struttura del Reparto prevenzione crimine

Alcune pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine

I Reparti prevenzione crimine sono la task force di intervento rapido della Polizia di Stato e costituiscono una risorsa strategica per tutte quelle realtà territoriali dove fenomeni criminali particolarmente complessi sono difficilmente aggredibili con le risorse locali.

Le basi operative sono a:

Milano – Reparto prevenzione crimine “Lombardia”

Padova – Reparto prevenzione crimine “Veneto”

Torino – Reparto prevenzione crimine “Piemonte”

Genova – Reparto prevenzione crimine “Liguria”

Bologna – Reparto prevenzione crimine “E. Romagna orientale”

Reggio Emilia – Reparto prevenzione crimine “E. Romagna occidentale”

Firenze – Reparto prevenzione crimine “Toscana”

Pescara – Reparto prevenzione crimine “Abruzzo”

Roma – Reparto prevenzione crimine “Lazio”

Napoli – Reparto prevenzione crimine “Campania”

Bari – Reparto prevenzione crimine “Puglia Settentrionale”

Lecce – Reparto prevenzione crimine “Puglia Meridionale”

Potenza – Reparto prevenzione crimine “Basilicata”

Rende (Cosenza) – Reparto prevenzione crimine “Calabria settentrionale”

Rosarno (Reggio Calabria) – Reparto prevenzione crimine “Calabria sud-occidentale”

Siderno (Reggio Calabria) – Reparto prevenzione crimine “Calabria sud-orientale”

Palermo – Reparto prevenzione Crimine “Sicilia occidentale”

Catania – Reparto prevenzione crimine “Sicilia orientale”

Abbasanta (Oristano) – Reparto prevenzione crimine “Sardegna”

I Reparti sono composti da più di mille uomini che, proprio in ragione della particolare finalità istituzionale, sono “sempre in movimento” sul territorio nazionale per collaborare alle più importanti operazioni di controllo del territorio e di polizia giudiziaria.

L’elevata professionalità degli operatori ha consentito di raggiungere importanti successi operativi anche in aree particolarmente complesse dal punto di vista morfologico e di densità criminale: solo per fare alcuni esempi si segnalano luoghi come l’Aspromonte in Calabria, la Barbagia in Sardegna nonché le difficili realtà di Napoli e Caserta, di Reggio Calabria e di altre località in cui i Reparti operano da diversi anni.

Negli ultimi 15 anni di attività i Reparti hanno assicurato più di 15 mila interventi con una media giornaliera di 170 equipaggi; più di 6 milioni di persone controllate, 17 mila persone arrestate, 320 chili di stupefacente sequestrato, quasi 3 milioni di veicoli controllati.

fonte e foto polizia di stato

Il Reparto prevenzione crimine

Il Reparto Prevenzione Crimine durante una operazione

Istituiti negli anni ’90 in “Nuclei prevenzione crimine” con la finalità di fornire agli uffici territoriali della Polizia di Stato un supporto per il contrasto ai fenomeni di grande criminalità, nel 1996 sono stati trasformati in Reparti prevenzione crimine e strutturati in 8 direzioni e 10 sezioni distaccate.

Nell’ottobre 2007 sono stati riorganizzati negli attuali 20 Reparti prevenzione crimine, strategicamente dislocati a copertura dell’intero territorio nazionale.
Le diverse rivisitazioni dell’organizzazione dei Reparti prevenzione crimine sono state pensate e realizzate per assicurare un supporto sempre più qualificato ed agile alle strutture territoriali della Polizia di Stato (questure), in modo da poter affrontare i diversi livelli di criminalità con metodologie operative adeguate alle sempre diversificate esigenze.
Attualmente fanno parte della Direzione centrale anticrimine (Dac), e sono alle dirette dipendenze del Servizio controllo del territorio.

fonte e foto polizia di stato

 

Rapina alla gioielleria dell’Ipercoop: scatta il blitz.

Arrestati quattro giovani brindisini.

Blitz congiunto dei poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Brindisi e dei Carabinieri del Comando Provinciale del capoluogo nei confronti dei presunti responsabili della violenta rapina ai danni della gioielleria “Follie d’oro”, situata nella galleria del centro commerciale Ipercoop, avvenuta la mattinata del 4 dicembre 2014, sotto gli sguardi di decine di clienti.

I rapinatori indossavano dei passamontagna ed erano armati di fucile a canne mozze e mazzuole da cantiere, con le quali erano state infrante le vetrine della gioielleria. I numerosi clienti, letteralmente terrorizzati, per scappare si accalcavano alle uscite tanto da creare pericoli per la stessa incolumità di tutti i presenti. Il bottino fu superiore ai 300mila euro  

L’ordinanza di custodia cautelare è stata eseguita nei confronti di C. F., 23 anni (arrestato il 20 ottobre scorso per la sparatoria in viale Commenda avvenuta il 25 luglio), A. S. 29 anni (arrestato di recente per scontare una pena definitiva), A. D.L.. 29 anni  e F. C. 23anni. Sono tutti nati e residenti a Brindisi.

 Le accuse contestate sono a vario titolo di rapina pluriaggravata, detenzione e porto illegale di un fucile e ricettazione dell’Alfa Romeo Giulietta utilizzata per raggiungere l’obiettivo. Le indagini partirono nell’immediatezza dei fatti.

Gli agenti della Squadra mobile si recarono sul posto per i rilievi del caso e in sinergia con gli esperti della Scientifica raccolsero una serie di tracce sia sul luogo del delitto che a bordo della Giulietta, che venne rinvenuta nel pomeriggio nelle campagne fra Brindisi e Mesagne. A bordo della macchina in particolare vennero trovati due passamontagna, un paio di guanti da lavoro e un contenitore di gioielli.

Sui guanti, sul passamontagna e sui contenitori erano presenti delle tracce ematiche dalle quali si è potuto risalire ai profili genetici di due persone, di cui non si conosceva l’identità. Il cerchio ha cominciato a stringersi quando le indagini sull’assalto alla gioielleria si sono incrociate con quelle sull’omicidio di Cosimo Tedesco, dipendente della Monteco che l’1 novembre 2014 venne ucciso in una palazzina di piazza Raffaello, al rione Sant’Elia, nel drammatico epilogo di una lite fra famiglie rivali che la sera precedente infiammò la festa di Halloween.

Uno dei sospettati dell’omicidio, all’epoca dei fatti latitante, era il brindisino A. R., figura di spicco della malavita brindisina. I carabinieri del Nucleo investigativo di Brindisi non sapevano dove si trovava A.R., però riuscirono a intercettare le sue conversazioni grazie a un microfono piazzato nell’auto di un proprietà di un terzo individuo.

Ebbene dai dialoghi captati dall’Arma emerse che un giorno A.R. fece convocare quattro persone che avevano  “osato” rapinare la gioielleria dell’Ipercoop senza prima chiedergli il consenso. Si trattava appunto dei soggetti arrestati in data odierna, definiti da A.R. “i quattro della rapina all’Auchan (confondendo l’Auchan con l’Ipercoop)”.

Gli investigatori allora decisero di prelevare il Dna di questi soggetti. Per  F.C.  fu necessario un provvedimento della magistratura di prelievo coattivo di materiale organico, visto che il giovane non diede il consenso a sottoporsi al test. Il motivo di tale diniego presto divenne evidente. Il profilo genetico ricavato dalle tracce di sangue presenti sul passamontagna combaciava con quello di F.C.. Le tracce ematiche trovate sui guanti, invece, appartenevano sia allo stesso F.C.  che a C.F.. Le indagini dunque hanno fatto emergere l’importanza del ruolo rivestito da Andrea Romano, definito un boss nel corso della conferenza stampa svoltasi stamani in Procura, in presenza del procuratore capo Marco Di Napoli, del comandante provinciale dei carabinieri, Nicola Confonrti, e del questore Roberto Gentile.

A.R. si arrabbiò con gli autori della rapina in gioielleria perché a seguito di quell’episodio aumentò notevolmente la presenza di forze dell’ordine sul territorio e tutto ciò intralciava la sua latitanza. I quattro si giustificarono dicendo che il titolare della gioielleria non era uno di quei commercianti che pagava la tangente al gruppo. Ad ogni modo, per sdebitarsi, gli indagati decisero di “fare un pensierino” a Romano, dandogli una parte del bottino della rapina.

Fonte e foto Polizia di Stato

Pisa: spaccio di droga a conduzione familiare, 4 arrestati

  in carcere i quattro componenti di una banda di spacciatori a Pisa. I giovani, tutti di origine marocchina, alcuni legati tra loro di vincoli di parentela, si rifornivano di droga, hashish e cocaina direttamente dalla madrepatria, smerciandola poi in tutto l’hinterland pisano. Padre, figli, fratelli e cognati, ognuno aveva un posto nell’organizzazione.

Le indagini sono partite nel novembre 2014 con il sequestro di un chilo di cocaina e 13 chili di hashish, tutti nascosti nelle intercapedini di un’auto insieme a migliaia di euro.

Complessivamente, nel corso dell’indagine, gli uomini della Squadra mobile pisana e i loro colleghi di Mantova e Livorno hanno sequestrato una tonnellata di hashish e due chili di cocaina.

Sono invece quattro i ricercati che si sono sottratti agli ordini di carcerazione della magistratura.

Durante le indagini sono stati arrestati in flagranza 11 persone, quasi tutti corrieri, che venivano selezionati dal capo dell’associazione per il loro status di incensurati o per il fatto di esser genitori di figli piccoli, circostanza che, nelle convinzioni del boss, poteva sviare i sospetti in sede di controllo alle frontiere.

Così non è stato ad esempio nel Natale 2014 quando un corriere dell’associazione, una donna che viaggiava sola con un carico di 512 chili di hashish, è stata arrestata a Genova al suo sbarco dalla nave proveniente dal Marocco.

O come nell’agosto 2015, quando due coniugi di nazionalità marocchina sono stati sorpresi con 330 chili di hashish.

Complessivamente, il valore sul mercato della droga sequestrata è di circa 5 milioni di euro.

fonte e foto polizia di stato

Tuscolano. Masturbatore seriale fermato dalla Polizia di Stato

 

Le indagini della Polizia di Stato che hanno permesso di individuare un trentenne che, dopo aver attirato l’attenzione di alcune ragazze,  si masturbava in strada nel quadrante sud est della capitale, erano già iniziate da alcuni giorni, ma   hanno avuto l’apice ieri pomeriggio quando è giunta una nuova segnalazione al numero unico delle emergenze -112-.

Quando l’equipaggio del commissariato Tuscolano è arrivato sul luogo della segnalazione l’uomo era stato già messo in fuga dalle urla di alcuni cittadini, ma i poliziotti hanno raccolto varie testimonianze, alcune delle quali molto particolareggiate, tutte concordi sul fatto che il ragazzo, mentre era seduto a bordo di una city car, attirava l’attenzione delle ragazze che passavano, alcune delle quali  molto giovani, con vari espedienti e, quando era sicuro che lo vedevano, si denudava ed iniziava a masturbarsi.

Il modus operandi  e le descrizioni dell’autore coincidevano con gli elementi che erano stati già raccolti dalla squadra di polizia giudiziaria dello stesso commissariato Tuscolano.

Gli investigatori, coadiuvati dal personale del Reparto Volanti, unendo tutti gli indizi, sono riusciti a rintracciare l’uomo che, ancora a bordo dell’utilitaria segnalata, si aggirava “senza meta” per il quartiere.

Cristallizzata la situazione con alcune perquisizioni e sequestri, gli agenti dovranno ora passare al setaccio il recente passato del trentenne per meglio delineare i contorni dell’intera vicenda.

fonte polizia di stato

Palermo: favori in cambio della gestione delle spiagge a Cefalù

Un sistema di corruzione legato alla gestione degli stabilimenti balneari sulla costa palermitana è stato scoperto dagli uomini del commissariato di Cefalù, in provincia di Palermo, dopo un’indagine che ha visto coinvolti funzionari pubblici del Demanio e della Regione e liberi professionisti.

Questa mattina sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare, nell’ambito dell’operazione “Spiagge libere”: il dirigente dell’Assessorato regionale Territorio e Ambiente, già responsabile del settore Demanio marittimo di Palermo e provincia, un architetto ed un noto imprenditore del settore turistico alberghiero. Nella stessa ordinanza anche un divieto di dimora nella provincia di Palermo per un funzionario istruttore dello stesso Assessorato.

Per tutti l’accusa è di corruzione propria aggravata: avrebbero consolidato un sistema di corruzione per il controllo e la gestione imprenditoriale di uno dei tratti più belli e suggestivi della costa siciliana in favore del noto imprenditore in cambio di favori, benefit e posti di lavoro stagionali nelle strutture gestite dall’uomo.

L’indagine è partita dalla denuncia di un operatore balneare esasperato dal comportamento equivoco dei funzionari in questione che agevolavano l’imprenditore considerato il “padrone”, in rinnovi e concessioni per le sue attività. In effetti dall’indagine è risultato che l’80 per cento delle strutture balneari operanti sulle spiagge di Cefalù fossero di proprietà dell’uomo e gestite per suo conto da familiari e prestanome.

fonte e foto polizia di stato

Arrestati nella notte dalla Polizia di Stato tre romeni

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Una pistola Beretta calibro 7,65 perfettamente funzionante, con il  cane alzato ed un colpo in canna, è quanto hanno rinvenuto e sequestrato da due pattuglie della Polizia di Stato, una del Commissariato Romanina e l’altra del Reparto Volanti, nel corso di un controllo effettuato in zona Anagnina.

Gli agenti, nel corso del pattugliamento, si sono insospettiti nel vedere i tre giovani sostare in strada al buio nonostante le condizioni metereologiche avverse ed hanno deciso di procedere al controllo.

Avvicinatisi all’autovettura, hanno subito notato due proiettili adagiati sul sedile posteriore della vettura.

Bloccati i tre giovani, gli agenti hanno proceduto alla perquisizione dell’autovettura, rinvenendo la pistola nascosta accuratamente sotto il sedile.

Insieme all’arma, sono stati rinvenuti nove proiettili calibro 7,65 anch’essi oggetto di sequestro.

Identificati per D.C.P, G.G.,H.I i tre, tutti trentenni e di nazionalità romena, dovranno rispondere in concorso fra loro del reato di detenzione e porto abusivo di arma clandestina.

Le indagini non sono però concluse.

Gli agenti cercheranno infatti di stabilire i motivi per cui i tre sostassero nella via armati e se l’arma fosse stata in precedenza utilizzata per commettere reati

fonte polizia di stato