Padova. Gli agenti di Poliza salvano una ragazza intenta al suicidio

pol2Intorno alle 5 di stamane, una ragazza di 22 anni è stata salvata da alcuni agenti della Polizia di Stato, dopo essersi gettata in acqua da un ponte di Padova. Secondo le prime ricostruzioni, il folle gesto della ragazza è stato probabilmente scaturito da una forte delusione d’amore. Provvidenziale è stato l’intervento degli agenti che, prontamente, senza esitare un instante, si sono tuffati in acqua traendo in salvo la giovane donna.

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Fonte e foto: Polizia di Stato /ANSA

Ha molestato 7 bambine, arrestato a Prato

 

È responsabile di almeno sette episodi di violenza sessuale nei confronti di sette bambine dai 10 ai 12 anni, l’uomo arrestato stamattina dagli agenti della Squadra mobile di Prato.

Gli investigatori però non escludono che ci siano anche altri episodi di cui l’uomo è responsabile. Per ora ci sono ancora indagini in corso attraverso le analisi delle immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza cittadine.

Le indagini, iniziate dal 2012, sono partite a seguito di una denuncia da parte dei genitori di una vittima. Da li i poliziotti hanno ricostruito vari episodi, tutti avvenuti con la medesima modalità.

L’uomo avvicinava le vittime per strada e, con la scusa di far controllare qualcosa in alto, sollevava le bambine e le toccava nelle parti intime.

fonte e foto polizia di stato.

Brescia: presi i rapinatori dei supermarket

Hanno fatto irruzione travisati all’interno di un supermercato e, armi in pugno, hanno preso in ostaggio 8 dipendenti rinchiudendoli all’interno di un magazzino.

Nei giorni scorsi, al termine di un’indagine partita dopo la violenta rapina dello scorso settembre, gli uomini della squadra mobile di Brescia hanno arrestato 3 persone.

Attraverso i tracciati telefonici e le immagini delle telecamere di sorveglianza gli investigatori sono riusciti ad identificare i tre, già conosciuti alle Forze dell’ordine, ai quali è stata attribuita anche la responsabilità di altre rapine avvenute a Brescia dal 2014. (Video)

In particolare sono risultati gli autori della rapina a giugno 2015 presso un noto ristorante di Brescia, di quella dell’ottobre 2015 all’interno di un supermercato e di altri furti consumati presso vari negozi di articoli sportivi.

fonte foto e video polizia di stato

 

Avellino: arrestata maestra d’asilo per maltrattamenti

Un’insegnante di scuola materna è stata arrestata oggi dagli uomini della Questura di Avellino in quanto responsabile di continue ed abituali condotte gravemente lesive dell’integrità fisica e morale di alcuni bambini, di età compresa tra i tre e i cinque anni.

Per la donna, una 58 enne, sono stati disposti gli arresti domiciliari.

L’indagine, condotta dai poliziotti della Squadra mobile avellinese, ha avuto inizio nel novembre 2015 dopo le denunce di alcuni genitori allarmati dagli strani atteggiamenti dei figli e dai lividi che spesso presentavano tornati da scuola.

A conferma di tutto ciò anche referti medici che hanno attestato i disagi dei minori come eccessiva sensibilità in casa, incubi notturni, incontinenza, radicali cambi di umore ed aggressività tra di loro, nonché lesioni alla nuca, ecchimosi e lesioni al collo dovute presumibilmente ad una pressione esercitata.

Molti bimbi, di età compresa tra i tre ed i quattro anni, si rifiutavano di andare a scuola e alle richieste di spiegazioni dei genitori, si chiudevano in se stessi pronunciando sempre la stessa frase “non lo posso dire”.

L’attività d’intercettazione ambientale e video ha consentito di evidenziare la condotta dell’indagata che ai normali capricci dei piccoli adottava sistemi di coercizione fisica e violenza verbale accompagnata, in più di qualche occasione, da violenti schiaffi e tirate di capelli

fonte e foto polizia di stato .

Concorsi: comunicazione urgente per le prove preselettive per allievi vice ispettori

Comunicazione urgente relativa alla prova preselettiva del concorso pubblico, per esami, per 320 posti di allievo vice ispettore della Polizia di Stato, indetto con decreto ministeriale del 17 dicembre 2015. Per sopravvenute e imprevedibili esigenze organizzative, si  comunica che la prova preselettiva prevista dal 13 al 24 giugno 2016 presso la Nuova Fiera di Roma è rinviata dall’11 al 22 luglio 2016 come da calendario.

fonte e foto polizia di stato

 

Roma: preso il killer di via della Magliana

 Una volante sul luogo dell'omicidio

Ha confessato l’assassino di Sara Di Pietrantonio, la studentessa 22enne barbaramente uccisa sabato notte a Roma, in via della Magliana. L’ha bruciata viva l’uomo che per circa due anni era stato il suo fidanzato, una guardia giurata di 27 anni.

Il ragazzo, che è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario premeditato,  ha confessato il delitto durante l’interrogatorio svolto dagli investigatori della Squadra mobile di Roma, messo alle strette dall’evidenza dei dati emersi durante l’indagine.

Questi i fatti ricostruiti dagli investigatori: l’assassino si era appostato sotto casa del nuovo fidanzato e, dopo aver visto Sara accompagnarlo a casa, è ripartito anticipandola sulla strada che sapeva avrebbe percorso. Si è fatto superare e poi l’ha inseguita, affiancata e infine ha stretto la sua auto fino a costringerla a fermarsi.

A conferma di questo gli evidenti segni dello speronamento, ben visibili sulla macchina dell’indagato.

Poi l’ex fidanzato di Sara è entrato nella sua auto, con l’idea ben precisa di cosa avrebbe fatto. Infatti aveva con se una bottiglia di alcol, che ha sparso nell’abitacolo e addosso alla ragazza.

Non è stato difficile per Sara capire le intenzioni del suo aggressore, e per questo ha tentato la fuga mentre lui appiccava il fuoco alla macchina. Poi l’ha inseguita e ha dato fuoco anche a lei, condannandola ad una morte atroce.

“Se qualcuno si fosse fermato Sara sarebbe ancora viva”, ha detto il sostituto procuratore di Roma Maria Monteleone nel corso della conferenza stampa che si è tenuta nella questura della Capitale.

Sembra infatti che qualcuno avesse visto la giovane chiedere aiuto mentre scappava dall’auto. Sarebbe bastato anche solo telefonare al 113.

“Ci vuole coraggio da parte dei cittadini, da parte di chi passa e vede qualcuno in difficoltà: se si vedono cose strane è dovere chiamare le Forze dell’ordine”, ha aggiunto il capo della Squadra mobile Luigi Silipo.

fonte e foto polizia di stato

Nuoro: maltrattamenti e percosse agli anziani della casa di riposo

Ancora violenze e maltrattamenti ai danni di anziani ricoverati in strutture che in realtà dovrebbero prendersi cura di loro.

Questa volta è successo a Nuoro, dove i poliziotti della Squadra mobile hanno eseguito sei misure cautelari ai danni della direttrice e di cinque operatori sanitari della casa di riposo per anziani

Cooperativa sociale L’Accoglienza”. Due di loro sono finiti in carcere, uno agli arresti domiciliari e tre dovranno sottostare all’obbligo di dimora.

Nel corso dell´operazione sono state perquisite le abitazioni degli indagati e la stessa struttura.

Le accuse per gli indagati sono, a vario titolo, di maltrattamenti continuati e aggravati da lesioni gravi, abuso di potere, violazione dei doveri inerenti le funzioni, particolare crudeltà, minorata difesa delle parti offese in ragione dell’età avanzata e delle patologie degenerative.

La direttrice è inoltre indagata per violenza e minaccia nei confronti dei dipendenti della casa di cura affinché questi ultimi rendessero agli inquirenti dichiarazioni a lei favorevoli.

L’indagine nasce da un’attività investigativa del 2015 che aveva riguardato la stessa struttura per una serie di carenze igienico sanitarie.

Gli agenti della Mobile nuorese hanno accertato e documentato, anche mediante videoregistrazioni, i continui maltrattamenti a cui il personale sanitario sottoponeva quotidianamente gli anziani ospiti della residenza, alcuni dei quali gravemente malati.

Nelle immagini si vedono gli aguzzini percuotere le vittime, prenderle a schiaffi, e legarle al letto.

Nel corso dell’inchiesta è inoltre emerso che gli indagati hanno somministrato abusivamente agli anziani, notevoli dosi di sedativi.

fonte e foto polizia di stato

 

Polizia ferroviaria

Polfer

La polizia Ferroviaria trae le sue origini negli uffici di pubblica sicurezza, creati nel 1907 per la prevenzione dei reati in ambito ferroviario. Da oltre un secolo è impegnata nel garantire la sicurezza dei cittadini nelle stazioni, a bordo dei treni e lungo i 16.000 chilometri di linea ferroviaria.
Ogni giorno nelle 2.500 stazioni italiane, transitano oltre 8.000 treni e si muovono 1.500.000 passeggeri: è qui che entrano in azione i 4.500 operatori della polizia ferroviaria, distribuiti sul territorio nazionale in 15 Compartimenti da cui dipendono:
153 posti di Polizia,
27 sottosezioni,
17 sezioni.

Gli uomini e le donne della polizia ferroviaria offrono quotidianamente il loro contributo:

  • per impedire la commissione di reati;
  • in generale, in caso di emergenze;
  • o semplicemente per prestare assistenza a chi è in difficoltà (persone scomparse,”senza tetto”, minori che si siano persi);
  • per tutelare l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini anche in occasione di manifestazioni o di spostamenti dei tifosi in ambito ferroviario;
  • per proteggere giorno e notte i viaggiatori, a bordo dei treni o nelle stazioni, dagli “specialisti del furto”, sempre pronti ad entrare in azione, approfittando dei luoghi affollati o di attimi di distrazione delle ignare vittime;

I risultati della presenza sempre più qualificata del personale di questa Specialità sono tangibili: negli ultimi anni, infatti, si è registrata una rilevante diminuzione dei reati in ambito ferroviario, in particolare di furti e rapine ai danni dei viaggiatori.

Per garantire la vostra sicurezza la polizia ferroviaria “viaggia con voi”

fonte e foto polizia di stato

Giornata della legalità: PalermoChiamaItalia

Il 23 maggio è un giorno da non dimenticare: si ricorda una delle più terribili stragi italiane quella in cui, nel 1992 a Palermo, persero la vita il giudice Giovanni Falcone la moglie Francesca e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

Questo giorno è diventato la giornata della legalità, una giornata in cui, in tutto il Paese si ricorda il sacrificio di questi servitori dello Stato e si invitato le nuove generazioni a riflettere su quanto accaduto affinché non si ripetano simili tragedie.

A Palermo, ma non solo, una serie di iniziative con incontri, cortei dibattiti ai quali assisteranno 50 mila studenti collegati da tutta Italia.

La giornata inizierà nell’Aula bunker del carcere dell’Ucciardone, un luogo simbolo dove i boss di Cosa Nostra sono stati messi alla sbarra e condannati.

Nell’aula, insieme agli 800 studenti palermitani ci saranno il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini, il presidente della “Fondazione Giovanni e Francesca Falcone”, Maria Falcone, il presidente del Senato, Pietro Grasso, il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, il presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, il Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti ed il capo della Polizia Franco Gabrielli.

Nel pomeriggio due cortei convergeranno in via Notarbartolo sotto l’Albero Falcone dove i partecipanti si raccoglieranno in silenzio nel ricordo del Giudice.

Alle 19, alla presenza di numerose autorità, ci sarà una messa nella chiesa di San Domenico, dove sono custodite le spoglie di Giovanni Falcone.

Una mobilitazione nazionale grazie la quale gli studenti di un liceo di Roma trasmetteranno la diretta su una web radio e un altro gruppo, allievi dell’Istituto di cinematografia “Roberto Rossellini”, eseguiranno riprese video che metteranno a disposizione in Rete. E per chi volesse commentare sui social network  due hastag: #PalermoChiamaItalia e #23maggio.

A 24 anni dal suo omicidio sembra proprio che Giovanni Falcone avesse ragione: “Gli uomini passano ma le idee restano”, diceva; e gli studenti in piazza che ogni 23 maggio parlano di giustizia e legalità, ce lo confermano.

fonte e foto  polizia di stato.

Il saluto del prefetto Alessandro Pansa

Care donne e uomini della Polizia di Stato, 

ebbi l’onore, tre anni fa, di essere nominato Capo in un momento non facile per la vita del Paese. Si era allora nella fase più aspra di una crisi che aveva messo a dura prova l’economia nazionale, incidendo anche sulla macchina della sicurezza, e in particolare sulle risorse umane e sulle nostre dotazioni di mezzi. 

Oggi posso affermare che grazie anche al forte sostegno del governo, non soltanto siamo riusciti – e meglio di altri settori altrettanto importanti per il buon funzionamento del Paese – a recuperare quantomeno parzialmente sulle dinamiche stipendiali, ma siamo stati in grado di portare a termine una serie di interventi sull’assetto interno e sulla razionalizzazione della spesa che oggi fanno di noi un modello virtuoso nell’ambito di tutta la Pubblica amministrazione. L’intero comparto sicurezza, coordinato dal dipartimento della P.S., ha raccolto dal primo momento il segnale di cambiamento che il Governo richiedeva e si è reso promotore di modifiche normative importanti nell’organizzazione delle Forze di polizia.

Durante questi tre anni abbiamo dovuto affrontare un’altra situazione drammatica, consistente nell’innalzamento della minaccia del terrorismo fondamentalista e nell’impatto sull’Italia di un’ondata migratoria senza precedenti. E anche qui credo che la nostra risposta sia stata eccellente. Come accade dinanzi a tutti i fenomeni complessi, le misure d’intervento non potevano essere semplici ed immediate. Abbiamo aumentato il livello dei controlli su coloro che arrivano, ma senza mai dimenticare l’umanità nei confronti di chi è debole e fugge dalla guerra, e continuando a salvare centinaia di vite umane. Abbiamo perseguito in maniera costante e capillare i trafficanti di uomini arrestandone migliaia, compresi quelli responsabili della morte di tanti migranti che tentavano di attraversare il Canale di Sicilia. Nello stesso tempo, con un’azione sempre più mirata fatta di controlli e di intelligence, siamo, finora, riusciti a tenere il Paese al riparo degli attentati, sfruttando al meglio le norme, che noi stessi avevamo richiesto al Governo, e che il Parlamento rapidamente ci ha dato. Abbiamo utilizzato tutti gli strumenti disponibili contro il terrorismo, ma senza mai cedere alla logica secondo la quale in cambio di una maggiore percezione di sicurezza si possono cedere quote di libertà e di tolleranza.

Altro motivo di soddisfazione, per me, e per voi, è la constatazione che il 2015 è stato l’anno con il più basso tasso di delittuosità dell’ultimo decennio, e che sempre nel 2015, su oltre diecimila manifestazioni pubbliche gestite sotto la responsabilità dei nostri funzionari, solo una quota pari al 5 per cento si è conclusa con incidenti, percentuale in sensibile riduzione rispetto all’anno precedente. 

Con ciò non voglio dire che in questi anni tutte le criticità si siano ridimensionate. Il crimine predatorio, in parte legato all’andamento dell’economia, costituisce una grave minaccia per la nostra comunità nazionale; ma anche qui, sia pure con tutte le limitazioni che la giurisprudenza pone alla nostra azione, in particolare all’uso dell’arresto, stiamo mettendo in campo un nuovo approccio fondato sulla prevenzione che già sta dando i suoi frutti.

Dopo questo intenso triennio, lascio una Polizia di Stato in forte ripresa in termini di efficienza e di efficacia d’azione, che attende gli effetti migliorativi della razionalizzazione delle forze sul territorio e del riordino delle carriere, riconoscimenti normativi questi, che insieme a quelli finanziari, testimoniano l’apprezzamento del Governo per il lavoro che le donne e gli uomini della Polizia di Stato hanno profuso. 

Quanto a me, grazie alla fiducia che il Governo continua a riporre nella mia persona, mi trovo chiamato a un’altra sfida, la guida del Dis, la struttura di collegamento fra i servizi segreti, nella quale porterò l’esperienza maturata in un’intera vita da poliziotto. So che si tratta, oltre che di una grande responsabilità, di un grande onore; ma vi assicuro che conserverò sempre nel mio cuore l’amore per i nostri colori e il ricordo della vita che ho passato in mezzo a Voi. 

Oltre ai risultati che possono essere certificati con le cifre e con le statistiche, altre cose mi inorgogliscono. Avere lasciato una Polizia dove, e senza più alcun margine di ambiguità, l’uso ingiustificato della violenza è condannato senza attenuanti. Dove sempre di più la formazione e la specializzazione sono le parole d’ordine per affrontare i tempi nuovi. Dove il livello di cooperazione internazionale è sempre più elevato, e fruttuoso. E dove la lotta al cybercrime, la forma più insidiosa di criminalità del futuro, ci vede compiere ogni giorno dei progressi importanti. 

Ma sono soprattutto orgoglioso di Voi, donne e uomini della Polizia, che con la Vostra preparazione, il Vostro coraggio e il Vostro senso delle istituzioni contribuite ogni giorno a fare dell’Italia un luogo più giusto e sicuro.

Ringrazio Voi tutti e ringrazio la Polizia di Stato che mi ha accolto nelle sue braccia quando poco più che ventitreenne sono diventato Commissario in prova di P.S. e che lascio dopo 41 anni senza rimpianti e grato per le memorie che mi ha regalato.

fonte: articolo e  foto sito polizia di stato.