Attenzione: Il Mensile POLIZIA DI STATO non c’entra nulla con Il Periodico Polizia di Stato

image[1]Nel 2012 un sedicente giornalista della Polizia, fu fermato sul palco di Sanremo con un tesserino simile al nostro riportante la scritta “Periodico Nazionale Polizia di Stato”. Questo signore e il periodico stesso, non c’entrano nulla con il nostro mensile regolarmente registrato. Continua a leggere

L’estate della terza età: Non siete soli chiamateci sempre

 

Estate per la maggior parte di noi signifiil momento in cui si “lavora” moltissimo: i truffatori. Sempre in agguato, approfittano della solitudine e della debolezza delle persone anziane per tentare ogni tipo di truffa.ca vacanze, relax, e divertimento con gli amici. Per la maggior parte. Per alcuni è invece 

Ma gli anziani non solo soli: parte oggi la campagna contro le truffe agli anziani con la pubblicazione del primo spot; l’iniziativa qest’anno avrà la collaborazione di un testimonial d’eccezione.

A commentare gli spot che la Polizia di Stato divulgherà sul Web, ci sarà la voce di Gianni Ippoliti che ha anche ideato gli spot stessi.

Il conduttore televisivo e attore, con la collaborazione di Fabiana Latini e Giovanni Platania, lancia un semplice e preciso messaggio agli anziani: diffidate degli estranei e chiamate la Polizia.

“Non siete soli chiamateci sempre” questo è il claim che accompagna i due spot che mettono in guardia le persone, sia in casa che per strada, dai truffatori.

La casistica è infinita ma le truffe più ricorrenti in abitazione iniziano sempre con una scusa per entrare in casa: controllo del gas, lettura della luce, consegna di un pacco o, addirittura finti appartenenti alle forze dell’ordine.

In strada gli anziani vengono avvicinati vicino alle banche o agli uffici postali dopo aver ritirato denaro oppure vicino casa da sconosciuti “conoscenti” di vecchia data che con modi gentili si fanno invitare a casa per svuotarla dei preziosi.

Una terza tipologia è la telefonata di un parente o di un amico di un famigliare o di un avvocato che richiede soldi preannunciando l’arrivo di un incaricato per il ritiro.

In tutti questi casi, come dice Gianni Ippoliti “Non siete soli”.

fonte e video, polizia di stato

TRUFFA AGLI ANZIANI, SI FINGEVANO AVVOCATI. ARRESTATI DALLA POLIZIA DI TRIESTE

La Polizia di Trieste,  ha arrestato due pericolosi truffatori specializzati, che hanno operato a danni di più anziani perpetrate nel centro cittadino e nelle regioni del nord est.
Le indagini degli uomini della Squadra Mobile hanno accertato il duo, oltre a operare in ambito regionale, aveva scelto proprio Trieste come luogo privilegiato per le proprie scorribande.  I due, di origini campane,  spacciandosi per avvocati, si facevano preannunciare  da una telefonata  alla vittima, da parte di finti assicuratori od appartenenti alle FF.OO.. Nella circostanza paventavano l’avvenuto incidente stradale provocato da un familiare che per evitare il carcere avrebbe dovuto pagare una consistente somma di danaro. Il malcapitato anziano, indotto in un grave stato di stress, consegnava ai malfattori gioielli e importanti somme di danaro. Dopo l’ultima truffa compiuta a Trieste, gli agenti della Squadra Mobile hanno effettuato servizi ad ampio raggio, sin dalle prime ore dell’alba su vari caselli autostradali e diverse vie di collegamento, che hanno consentito di localizzare l’autovettura usata dai malviventi e successivamente bloccarli dopo una truffa ai danni di un anziano avvenuta a Portogruaro. Le successive perquisizioni hanno permesso di recuperare tutta la refurtiva relativa alle truffe, nonché’ altri preziosi di provenienza illecita.
La Polizia ritiene che gli stessi siano gli autori di numerose truffe attuate, con il medesimo modus operandi, negli ultimi mesi tra Belluno, Gorizia, Padova, Pordenone, Treviso, Trieste, Venezia, ed altre città del  nord est.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

Fonte Foto Polizia di Stato

I GIOCHI OLIMPICI DI RIO DE JANEIRO MINACCIATI DA TERRORISMO JIDAISTA

islam-654380L’incubo del terrorismo jidaista piomba sulle olimpiadi di Rio de Janeiro, che inizieranno il prossimo 5 agosto.

Il ministro della giustizia del Brasile, Alexandre de Moraes, infatti, ha confermato il fermo di una presunta cellula terroristica composta da 10 persone di nazionalità brasiliana, fra cui un 17 enne, reclutate tramite web dall’ISIS, che avevano iniziato “un addestramento alle arti marziali ed all’uso delle armi da fuoco”. L’arresto è stato eseguito dalla Polizia Federale del Paese verdeoro, a seguito di un’operazione condotta in collaborazione con l’ABIN (agenzia nazionale brasiliana di intelligence), la Polizia del Paranà (il leader del gruppo è di Curitiba, capitale del Paranà) e servizi di intelligence internazionali. Le persone coinvolte comunicavano servendosi di internet e whatsapp e, pare, sia stata proprio l’intercettazione di alcuni messaggi, da parte dei servizi di intelligence, a dare un accelerata alle indagini, facendo scattare le manette ai polsi dei presunti terroristi: dalle comunicazioni, infatti, era emerso espressamente il “battesimo” della cellula con lo Stato Islamico. Inoltre, uno dei componenti del gruppo si stava preparando per andare all’estero per poter avere un contatto personale ed effettivo con lo Stato Islamico. E se fino a qualche tempo fa, nonostante qualche velata minaccia da parte del Califfo anche nei confronti del Brasile, la cellula aveva scartato l’ipotesi di colpire il Paese sudamericano (considerata la sua neutralità nelle operazioni militari condotte contro l’ISIS), ultimamente era emersa inequivocabilmente l’intenzione di colpire le delegazioni straniere presenti alle olimpiadi. Sono due le persone ancora ricercate. Gli arresti sono stati eseguiti in virtù di una legge antiterrorismo entrata in vigore lo scorso marzo ed emanata proprio per scongiurare al massimo il rischio di attentati in occasione dei Giochi di Rio 2016. La minaccia del terrorismo jidaista va a complicare ulteriormente la questione sicurezza brasiliana ed in particolare di Rio de Janeiro, città sede dei giochi olimpici, in cui gli episodi di criminalità continuano ad aumentare in maniera esponenziale. Nelle favelas, i cinque cerchi dei Giochi sono diventati un simbolo: un marchio di garanzia per la droga. Sulle buste di marijuana, pronte per essere spacciate, la Polizia ha trovato stampata l’icona olimpica: quasi un affronto, come a voler ricordare “chi comanda” da quelle parti. Dall’inizio dell’anno, furti, rapine ed omicidi sono aumentati del 15%. In particolare, nello Stato di Rio de Janeiro, nell’anno in corso si stanno registrando 428 omicidi al mese (14 al giorno!). Nei primi cinque mesi, il numero dei furti e delle rapine nelle strade della capitale carioca ha raggiunto quota 48.429, con una media di 13 rapine (asaltos, come le chiamano da quelle parti) ogni ora: tra le vittime anche le veliste della squadra olimpica spagnola ed i membri della squadra paraolimpica australiana. Peraltro, le autorità brasiliane continuano a rassicurare, affermando che sarà profuso il massimo sforzo per garantire la sicurezza dei Giochi e dei tanti turisti che si recheranno nella “cidade maravilhosa”. In particolare, è previsto l’impiego di 5mila uomini della Forza Nazionale di Sicurezza Pubblica, 22mila militari (di cui 14.800 dell’esercito, 5.900 della marina e 1.300 dell’aeronautica), oltre al contingente fisso di Polizia Civile e Polizia Militare di Rio de Janeiro. Tra il 5 agosto ed il 18 settembre (data di chiusura delle paraolimpiadi), in totale saranno impiegati 85 mila uomini. A disposizione, vi saranno anche 12 navi, 70 veicoli blindati, 28 elicotteri, 48 imbarcazioni di diverso tipo, 1.169 auto e 174 moto. Inoltre, come sottolineato dal ministro della Difesa, i caccia sono autorizzati ad abbattere qualsiasi velivolo non autorizzato che sorvoli la zona dei Giochi, ed è proibita la navigazione entro le cinque miglia dalla zona delle gare. L’impegno di spesa per la sicurezza è notevole: circa un miliardo e mezzo di reais, equivalenti a circa 410 milioni di euro.

Umberto Buzzoni

PALERMO, FIRENZE, MILANO, POLIZIA POSTALE: Operazione ANTIPEDOFILIA ONLINE

p4Si è conclusa in questi giorni, con l´esecuzione di 8 arresti, 13 denunce e 21 perquisizioni, una complessa indagine della Polizia Postale e delle Comunicazioni verso soggetti dediti allo scambio in rete di immagini e video pedopornografici.
Gli otto arrestati (3 in provincia di Palermo, 2 in provincia di Firenze e i rimanenti 3, rispettivamente nelle province di Milano, Trapani e Agrigento) sono stati colti in flagranza dagli investigatori della Polizia Postale mentre si scambiavano, tramite la rete internet, un´enorme quantità di immagini e video riproducenti scene di violenze sessuali in pregiudizio di bambini in tenerissima età, alcuni dei quali addirittura infanti.
Le indagini, condotte dal Compartimento Polposta di Palermo con il coordinamento del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, si inseriscono nella costante attività di contrasto alla produzione, diffusione e condivisione di materiale pedopornografico attraverso la rete internet.
Tale attività viene svolta dalla Specialità in un clima di collaborazione con le polizie e le agenzie straniere specializzate nella lotta al cybercrime, oltre che con Europol ed Interpol, collaborazione caratterizzata soprattutto dallo scambio di dati di intelligence, che, anche in questo caso opportunamente sviluppati, hanno permesso di individuare le connessioni ad internet e di tracciare il materiale pedopornografico scambiato e condiviso.
Nell´ambito di suddetta operazione, le attività “undercover” sono state intraprese previa emissione diretta, da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, di un decreto di autorizzazione all´attività di contrasto, ai sensi dell´art. 14 della Legge n° 269/98, per l´esecuzione del quale è stato delegato il Compartimento di Palermo.
Le prime risultanze investigative sono state attentamente vagliate dal Sostituto Procuratore della Repubblica Francesca Dessì, magistrato che opera in seno al Team specializzato della Procura della Repubblica di Palermo, coordinato dal Procuratore Aggiunto Salvatore DE LUCA.p5
Il tracciamento delle connessioni alla rete effettuate dagli arrestati ha consentito agli investigatori della Polizia Postale di individuare l´ubicazione delle postazioni dalle quali venivano effettuate le sessioni di chat e lo scambio dei file illeciti.
Accanto alle complesse indagini tecniche, gli operatori della Postale hanno affiancato quelle tradizionali con sopralluoghi, pedinamenti e appostamenti, che hanno fatto emergere le abitudini e le frequentazioni dei vari malviventi.
Tra gli arrestati, si registra un’assoluta varietà dei profili e di età comprese tra i 21 e i 63 anni e di svariate professioni, dal Vigile del Fuoco a un docente ad un infermiere. Malgrado ciò a testimonianza che il fenomeno è  diffuso a prescindere dal profilo della persona e della mansione lavorativa che svolge.
La quantità di materiale acquisito nel tempo dai responsabili si è rivelata ingente, in un caso addirittura superiore ai 10.000 files, sulla quale adesso si concentreranno le attività di analisi forense, anche e soprattutto finalizzate alla identificazione delle giovani vittime abusate, svolte dal Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia On line (C.N.C.P.O) del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma,  che conduce le attività specialistiche di analisi delle immagini per l´identificazione delle vittime avvalendosi dell´ accesso diretto ad I.C.S.E. “International Child Sexual Exploitation”, database delle immagini pedopornografiche presso l´Interpol di Lione, in cui sono archiviati i file utili all´identificazione di minori ed abusanti, condivisi dalla comunità internazionale di Polizia.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

Fonte Foto Polizia di Stato

ATTENTATO A NIZZA

bataclan_0La Francia ripiomba nell’incubo del terrore: a Nizza, nella serata del 14 luglio, durante i festeggiamenti per la ricorrenza della presa della Bastiglia, un TIR di 19 tonnellate e lungo 10 metri è piombato sulla folla che stava assistendo allo spettacolo dei fuochi pirotecnici, lungo la Promenade des Anglais (il lungomare della città transalpina), compiendo una strage.

Che non si trattava di un incidente, ma di un attentato, si è capito subito: l’autista del camion, ad una velocità di 80 km orari, procedeva zigzagando tra la folla per falciare il maggior numero possibile di persone ed inoltre, armato di una pistola, sparava colpi verso passanti e poliziotti.

E’ immaginabile l’orrore, il caos, le urla, il fuggi fuggi (si calcola che a quell’ora la Promenade era invasa da almeno trentamila persone). E le conseguenze del crimine sono terrificanti: 84 morti (di diverse nazionalità), tra cui 10 tra bambini ed adolescenti, 202 feriti, di cui 52 in condizioni gravissime e 25 in rianimazione (38 dei feriti sono bambini o adolescenti).

Tra i feriti anche tre italiani (due in maniera grave); nostri connazionali si annoverano anche fra i dispersi, tanto che subito si è insediata l’unità di crisi della Farnesina, contattabile al numero 0636225.

La strage si è conclusa solamente quando il killer è stato ucciso da due poliziotti, tra cui una donna. Alla sua neutralizzazione ha contribuito in modo decisivo anche un civile: così ha spiegato Eric Ciotti, capo del Dipartimento di Polizia delle Alpi Marittime.

L’attentatore si chiamava Mohamed Lahouaiej Bohulel, tunisino 31 enne con permesso di soggiorno in Francia ottenuto nel 2011, grazie al matrimonio con una franco-tunisina, dalla quale aveva avuto 3 figli e da cui aveva poi divorziato.

Il killer aveva precedenti per reati comuni, peraltro, come sostenuto dal premier francese Manuel Valls, di certo era un terrorista legato all’islam radicale.

L’automezzo utilizzato per l’eccidio era stato noleggiato alcuni giorni prima (il tunisino da alcuni mesi aveva conseguito la patente di guida per i camion) e lasciato in sosta in un quartiere di Nizza. Poco prima dell’azione criminale, il criminale si era recato a prelevarlo da solo, utilizzando una bicicletta, poi caricata sul tir, dopodiché avrebbe beffato i controlli di sicurezza della Promenade des Anglais fingendosi un fornitore di gelati. Al suo interno è stata rinvenuta una pistola semiautomatica calibro 7,65 con caricatore e cartucce, una pistola finta, due repliche fittizie di fucili d’assalto, una granata, un telefonino cellulare, e diversi documenti, ora al vaglio degli inquirenti, i quali stanno ricostruendo in ogni minimo dettaglio la vita del killer, soprattutto per accertare eventuali legami con organizzazioni terroristiche islamiche, benché non vi siano dubbi sul fatto che l’attentato sia di chiara matrice jihadista. Intanto, è stata sottoposta a fermo, per accertamenti, la sua ex moglie.

Sinora non c’è stata alcuna rivendicazione ufficiale, anche se si è appreso che i sostenitori dell’ISIS hanno “celebrato” il massacro.

In conseguenza di questo ulteriore attacco terroristico, il presidente Hollande ha prorogato di tre mesi lo stato di emergenza ed ha proclamato 3 giorni di lutto nazionale.

Per quanto riguarda l’Italia, il ministro Alfano ha dichiarato che sono stati rinforzati i controlli alle frontiere ed agli obiettivi sensibili, anche se “il rischio zero non esiste”.

Umberto Buzzoni

COLPO DI STATO IN TURCHIA

Turkish_PM_Recep_Tayyip_ErdoganUn tentativo di colpo di stato contro Erdogan da parte dell’esercito fa sprofondare la Turchia nel caos.

Siamo  nella tarda serata del 15 luglio quando rappresentanti dell’esercito annunciano in tv ed attraverso il sito internet dello stato maggiore “abbiamo preso il potere per proteggere la democrazia e ristabilire i  diritti civili”, giustificando il golpe con la “restaurazione dell’ordine costituzionale, della democrazia, dei diritti umani e delle libertà, garantendo che la legge regni dnuovo nel Paese”.Nel comunicato delle Forze Armate, inoltre, si precisa che “tutti gli accordi internazionali saranno mantenuti e le buone relazioni con tutti i Paesi del mondo continueranno”. Infine, i militari annunciano di aver istituito la legge marziale e disposto il coprifuoco.

Nel contempo vengono sospese le trasmissioni della rete radiotelevisiva statale, nella cui sede è avvenuta un’esplosione; vengono bloccati gli accessi ai social network Facebook e Twitter; soldati si muovono in tutte le città; aerei ed elicotteri da guerra sorvolano la capitale Ankara; i due ponti che collegano la parte orientale ed occidentale di Istanbul vengono chiusi; carri armati vengono dispiegati all’aeroporto internazionale Ataturk di Istanbul; tutti i voli nazionali ed internazionali cancellati; colpi di arma da fuoco vengono sparati contro il complesso presidenziale ad Ankara (a sparare sono stati anche elicotteri militari); carri armati dell’esercito hanno aprono il fuoco attorno al Parlamento; il comandante delle forze terrestri, generale Hulusi Akar, ostaggio dei golpisti; conflitti a fuoco tra esercito e polizia, probabilmente con molte vittime.

Il presidente Erdogan, in fuga con un aereo, in collegamento via smartphone con l’emittente televisiva “Cnn Turkey”, ha rivolto un caloroso appello ai turchi affinché scendessero in piazza per protestare contro il golpe, minacciando, nel contempo, gravi punizioni nei confronti dei golpisti, a suo dire una piccola minoranza dell’esercito.

L’appello viene raccolto in pieno, tanto che, nel volgere di breve tempo, la popolazione, numerosa, si è riversata per le strade, e, notizia dell’ultima ora, pare che ciò  stia facendo fallire il colpo di stato, dal momento che i militari, con i loro carri armati, non se la sono sentita si aprire il fuoco contro questa marea di concittadini disarmati, preferendo la ritirata.

Ora si tratta di attendere l’evolversi della situazione, con l’augurio che non sfoci in un drammatico bagno di sangue.

Le ultime immagini provenienti dalla Turchia mostrano  numerosi arresti di militari da parte della Polizia, il che lascia presupporre che effettivamente il colpo di stato stia fallendo.

Umberto Buzzoni

FERMO, NIGERIANO UCCISO DA UN ULTRA’.

PO1E’ stato fermato con l’accusa di omicidio preterintenzionale per Amedeo Mancini, l’ultra’ della Fermana indagato per l’uccisione di Emmanuel Chidi Namdi, il richiedente asilo nigeriano pestato a morte il 5 luglio a FERMO, mentre difendeva la compagna dagli insulti razzisti di Mancini. L’uomo finora era indagato a piede libero.

Le parole del Ministro dell’interno Angelino Alfano: “questo giorno di infinità tristezza segna un confine invalicabile tra chi ritiene che ci siano dei valori irrinunciabili e chi invece tra i valori inserisce un razzismo che noi disprezziamo. Il cuore dell’Italia non è rappresentato da chi ha commesso questo omicidio”.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

Fonte Foto Polizia di Stato

10 Arresti. Operazione “TERMINAL” della Polizia di Stato

polterm2Nelle prime ore dell’alba gli uomini della Polizia di Stato della Squadra Mobile di  Latina e di Terracina, insieme alle Squadre Mobili di Roma e Napoli, nonché dal Reparto Prevenzione Crimine ABRUZZO hanno portato a termine un’operazione di Polizia Giudiziaria dando esecuzione a dieci Ordinanze di Misure cautelari personali emesse dal GIP del Tribunale di Latina Dott. Pierpaolo BORTONE su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Marco GIANCRISTOFARO.
I reati contestati vanno dallo spaccio di stupefacenti alla estorsione.
Alla complessa operazione di polizia giudiziaria è stato dato il nome di Terminal in ragione del fatto che gli indagati, per non essere intercettati dalle forze di polizia ed eludere le investigazioni, utilizzavano svariati mezzi di trasporto pubblico che cambiavano frequentemente limitando al massimo l’eventualità di essere seguiti.
Non a caso le indagini hanno impegnato gli Agenti in lunghi pedinamenti tra le provincie di Roma e Napoli ove avvenivano gli approvvigionamenti di sostanze stupefacenti destinate al mercato di Latina e di Terracina.
Va evidenziata  l’efferatezza dimostrata più volte in occasione delle mancate riscossioni di crediti. Questi  infatti, non solo davano prova di essere in possesso di armi da sparo che esibivano per affermare la propria leadership criminale ma, come appurato dagli inquirenti,  più volte le utilizzavano esplodendo colpi d’arma da fuoco a scopo intimidatorio.
Gli indagati utilizzavano un linguaggio in codice facendo spesso riferimento all’acquisto di “biglietti” per eventi danzanti in programma in alcuni locali di Roma. In realtà i sequestri hanno confermato che si trattava di ordinativi di droga.
Nel corso delle attività intercettive gli Agenti hanno accertato  una brutale aggressione avvenuta in piena notte nella città di Roma.  A farne le spese un giovane terracinese di 24 anni, che è stato  malmenato all’interno della propria abitazione dall’odierno indagato MENICHINI SANTOS Bruno detto “il brasiliano”.
Questi introdottosi in casa della vittima lo colpiva con inaudita violenza procurandogli lesioni personali di una gravità tale da richiederne l’immediato trasporto presso il pronto soccorso di un Ospedale della Capitale. Nella circostanza, sul luogo, intervenivano gli Agenti della Squadra Mobile di Latina e del Commissariato di Terracina che sono riusciti a fornire alla Procura della Repubblica di Roma gli elementi che consentivano l’emissione di un Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere a carico del “Brasiliano”. Il movente anche in questo caso era legato a debiti contratti per l’acquisto di droga. Non a caso durante l’esecuzione dell’arresto, avvenuto lo scorso Dicembre, in casa del MENICHINI gli Agenti trovavano ulteriore materiale probatorio rinvenendo cocaina e tutto l’occorrente per il confezionamento delle dosi.
Durante la complessa attività è emerso che alcuni tra gli indagati, impossibilitati a recarsi fuori dalla propria città in quanto colpiti dalla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, utilizzavano un minorenne al quale demandavano la raccolta degli ordinativi di droga.
Dall’indagine si è scoperto che il gruppo criminale era in procinto di fare il “salto di qualità” cercando contatti con narcotrafficanti e programmando un viaggio che li avrebbe portati in Spagna alla ricerca di “fornitori” di grossi quantitativi di sostanze stupefacenti.

Fonte Foto Polizia di Stato